17 novembre 2013

Ritorno al passato


Non deve sorprenderci questo ritorno al passato fatto proprio dai politici che più degli altri parlano di riforme e riformismo e di cambiamento.


Alfano che lascia Berlusconi (almeno per il momento) per creare il gruppo nuovo centrodestra.

Casini in rotta con Monti per avvicinarsi ad Alfano.

Le sirene di un nuovo centro democristiano arriveranno a tentare anche i centristi del PD che forse non vedono l'ora di andarsene.

È un ritorno ad un vecchio passato che da una parte rinforza un governo di larghe intese (sempre centriste) dall'altro affossa per sempre l'idea di un sistema politico ben polarizzato dove sono chiari profili dei partiti.


Il tutto per non cambiare nulla: per non mettere da parte una volta per sempre il berlusconismo (che ora potrebbe pure riprendersi i voti di chi aveva scelto Grillo), per non mettere da parte questo sistema politico ben rappresentato dal ministro Cancellieri. Ministro a disposizione di una famiglia come quella dei Ligresti, che si preoccupa per la salute di una persona (figlia di una amica) senza rendersi conto che il suo lavoro non è fare carità ma occuparsi di tutti i detenuti.

Venerdì sera D'Alema intervistato dal TG3, alla domanda sulla richiesta di dimissioni del ministro, rispondeva che lui era preoccupato più per la pubblicazione di intercettazioni private. E che il ministro mica parlava con Salvatore, ma con il fratello che non è indagato.

Stupidi noi a non averlo capito, maliziosi che siamo.
Purtroppo questo ritorno al passato non ci ridarà indietro i 20 anni persi: mentre in Europa governi e leader politici si alternavano (per lasciare poi il posto ad altri), mentre il resto del mondo cresceva, si sviluppava, noi siamo rimasti qui, inchiodati.

Inchiodati ai giudici comunisti, alle Br, al complotto della sinistra giustizialista, ai soldi del Pcus, al corto circuito mediatico giudiziario, ai giornali che fanno politica.

Alla sinistra che non sa ridere, che fa solo tasse, che prova invidia per i ricchi e per un ricco in particolare.
Con un mezzo gioco di prestigio B. riesce ad occupare sia la maggioranza che l'opposizione, solo un ingenuo può pensare che ora il governo sarà più stabile.
Berlusconi scarica tutte le colpe sul partito democratico, partito fuorilegge secondo Silvio.

Partito senza anima, senza coraggio, senza valori. Si è lasciato trascinare prima da Monti e poi dal cavaliere sempre più verso un centro di moderati, che non esiste più. In un paese dove le diseguaglianze sociali si allargano sempre di più. Niente moderati, niente sinistra. Solo gente delusa, sfiduciata o arrabbiata.



Non ci siamo resi conto che non solo ci siamo persi la sinistra, ma ci siamo pure persi buona parte del paese. Le sue ricchezze, le sue industrie, le competenze tecnologiche, i cervelli (oggi in fuga all'estero).
L'ambiente danneggiato da rifiuti e roghi tossici, fumi avvelenati da industrie non a norma, cemento che ricopre il verde.
Le nostre opere d'arte messe a rischio da ladri (di stato), dall'incuria, dall'abbandono.
Le mafie che continueranno a farla da padrone, condizionando l'economia di intere regioni.

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