03 dicembre 2013

Report - il mercato del tesoro

La Consip è nata per rendere trasparenti ed efficienti gli acquisti dentro la pubblica amministrazione: perché facendo ordini voluminosi si riesce a spuntare prezzi più vantaggiosi, perché dovrebbe essere più facile controllare appalti e fornitori (in modo centralizzato).
Peccato che poi, come ha mostrato il servizio di Report, le cose non vadano così.

Nell'acquisto di beni succede che una università trovi più conveniente acquistare l'acqua per i propri strumenti dal fornitore abituale piuttosto che con Consip (e il sistema Mepa).
Succede che una scuola, per comprare computer o stampanti apra una gara sul sistema di Consip, invitando un solo fornitore, di fatto bypassando il sistema.

Perché alla fine nessuno controlla, nel ministero, che effettivamente ci sia un risparmio e che tutti gli enti pubblici seguano le regole del sistema.
E i controlli sui fornitori che vincono le gare per appalti e servizi sono fatti a campione, ogni tanto, da una società esterna. La SGS, di proprietà di Sergio Marchionne.

La parte più interessante del servizio è quella in cui si è parlato della fornitora dei servizi come facchinaggio, pulizia, manutenzione: dei 1,34 miliardi di euro, buona parte se li è aggiudicati l'imprenditore Romeo tramite le sue società.

Romeo si era già aggiudicato la gestione degli immobili pubblici del comune di Napoli, dal 1992; è finito nell'indagine sul sistema Romeo, dopo l'appalto sul "global service" del 2008.
Il suo è uno degli hotel più belli di Napoli, ma ha fatto notizia anche il giardino abusivo che si è costruito sulla spiaggia.

L'inchiesta dei giornalisti Luca Chianca ed Emanuele Bellano ha messo in evidenza gli stretti rapporti tra Romeo e molti politici a livello nazionale. Molti dei quali beneficiari dei suoi contributi per le campagne elettorali: Bocchino di An, Zingaretti del PD, Renzi, Rutelli, il senatore Bettini che pure ha cercato di gettare la palla in tribuna (si disipaceva di certe domande da giornalisti di sinistra ...).
Ma ci sono anche soldi per Sircana, Cuperlo, ai DS per le elezioni del 2006, al Centro Democratico (ex Idv).

Niente di illegale (se poi l'importo è registrato alla Camera): c'è al solito la questione dell'opportunità, nel ricevere soldi da un imprenditore, con una condanna in primo grado (ora confermata in appello), che poi vince delle gare col pubblico.

Se pensiamo poi che anziché controllare e rendicontare meglio i soldi pubblici ai partiti, si vorrebbe alimentare la politica solo coi finanziamenti privati: che scenari ci dobbiamo aspettare, che tipo di politica avremo, in questo futuro prossimo? Una politica che sta in piedi per gentile concessione dei Riva o dei Romeo? E cosa chiederanno in cambio questi imprenditori?

Cosa farà Consip ora, aspetterà serenamente anche lei il verdetto della Cassazione, prima di revocare gli accordi?
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Ci fa piacere, comunque con i rimborsi elettorali i partiti si sono portati a casa un sacco di soldi ma evidentemente non bastano mai. Adesso si vota per l’abolizione di ogni contributo pubblico ai partiti e ai politici: vuol dire che soltanto i privati potranno finanziare, appunto, candidati e partiti. Però la politica ha un costo e in questo modo se si va in questa direzione vuol dire che a scendere in campo potrà farlo chi è ricco di
suo o chi sa trovare i soldi sul mercato. Invece di porre, di imporre, un a rigida, rigidissima rendicontazione delle spese l’orrenda prospettiva è quella di metterci completamente nelle mani dei privati che non lo faranno tutti per amor di patria ma presumibilmente chiedono qualcosa indietro. Abbiamo visto che il gruppo Romeo finanziava tutti poi c’è quello che dice “Ah ma io non lo sapevo! Ah ma io non ci ho avuto niente a che fare!” e l’avvocato del Signor Romeo ci scrive che “ i finanziamenti ai politici sono stati da essi stessi richiesti ed effettuati nei modi di legge” non
ne dubitiamo ma possiamo sospettare che poi magari qualcuno viene favorito. Premesso e sia chiaro che il signor Romeo non è colpevole di nulla fino a sentenza definitiva, intanto però si porta a casa gli appalti che contano, tra questi ci anche i servizi dentro il tribunale di Milano ma gli uffici giudiziari hanno espresso il loro non gradimento. Ora che farà la Consip ne terrà conto? O in attesa di quel che deciderà la Cassazione a
spolverare i tavoli della procura ci va un gruppo che fa riferimento al proprietario al signor Romeo che ha una condanna in secondo grado per corruzione, intanto per capire come funziona il sistema dove sono in pochi a spartirsi intere regioni bisogna tornare al 2002 anno in cui la legge dice “d’ora in poi gli appalti transitano dalla Consip”. Siamo a Bari Manutencoop di Bologna, gruppo Romeo di Napoli sono rivali e
decidono che non è più il momento di farsi la guerra ma è ora di cominciare lealleanze.
Il rischio cartello: Report ha trasmesso delle intercettazioni, degli anni passati, tra imprenditori nel settore dei servizi, che si stavano mettendo d'accordo per spartirsi gli appalti Consip.

Sono gli imprenditori Maniglia, vicini al PDL e a CL, amici della Romeo, che perdono un appalto a Bari poi finito alla Manutencoop.
Dalle intercettazioni si capisce come Romeo consigli all'amico di non fare la guerra alle coop, perché poi si metteranno d'accordo, in Consip, per spartirsi la torta dei futuri appalti.
DARIO MANIGLIA
Io tendenzialmente non creerei problemi a Manutencoop, solo ed esclusivamente per un rapporto di estrema correttezza in virtù di procedure future... Io ho avuto quell'incontro che le dissi a Consip. Qui si apriranno delle partite importantissime, che se chiudiamo con Manutencoop e con qualche altro amico, veramente andiamo a blindare un mercato enorme.
In Consip i Maniglia vantano contatti importanti, forse millantano pure (si parla della segreteria di Fini, che li avrebbe messi in contatto con l'ex AD Ferranti.

La Manutencoop è oggi unico fornitore per la Toscana e l'Umbria, senza che ci sia un risparmio per le regioni: succede poi che i soldi che escono dal pubblico sono sempre gli stessi, mentre si riducono gli stipendi delle persone che lavorano nelle scuole, negli ospedali.
Questo perché su questi appalti ci devono guadagnare in troppi, la Manutencoop e le società subappaltanti.
LUCA CHIANCA
La convenzione Consip a voi in generale, quanto costa?
CRISTINA ACIDINI - SOPRINTENDENTE POLO MUSEALE FIORENTINO
Tutto insieme la cifra raggiunta è di 5 milioni e mezzo di euro e, specificatamente, un milione 753 mila per il verde.
LUCA CHIANCA
Per il giardinaggio prima spendevate 400 mila euro in meno per lo stesso servizio.
MAURO LINARI – UFFICIO TECNICO POLO MUSEALE FIORENTINO
Questo è chiaro: aumenta la filiera. Nel senso che prima c’era la gara, quindi noi davamo l’assegnazione diretta al vincitore, e ora noi diamo l’assegnazione, cioè diamo il servizio, a Consip Manutencoop, la quale poi dopo subappalta alla ditta. Quindi c’è un passaggio in più. E lo capisce anche un bambino che se c’è un passaggio in più ci sarà una persona che ci vorrà guadagnare. No?
Cioè da una parte ci sono persone con contratti precari da 800 euro al mese, dall'altro il pubblico che spende anche di più. In mezzo aziende che dovrebbero essere cooperative, che invece diventano dei giganti nel servizio pubblico
LUCA CHIANCA FUORI CAMPO
Quello delle pulizie delle scuole è tra i più ricchi appalti sul piatto della Consip.
Parliamo di circa un miliardo e 800 milioni di euro divisi su tredici lotti su tutto il territorio nazionale. Ad oggi ne sono stati assegnati 9.
LUCA CHIANCA
Ma su 9 assegnazioni, 3 sono andate a Manutencoop, 3 al Consorzio Nazionale dei Servizi.
GIAN GAETANO BELLAVIA – ESPERTO DI DIRITTO PENALE DELL’ECONOMIA
Però! Mica male.
LUCA CHIANCA
Che cosa possiamo dire?
GIAN GAETANO BELLAVIA - ESPERTO DI DIRITTO PENALE DELL’ECONOMIA
E cosa dobbiamo dire? Beati loro!
LUCA CHIANCA FUORI CAMPO
Manutencoop e Cns, il consorzio nazionale dei servizi, si portano a casa circa 700 milioni di euro prendendosi lotti del Nord e del centro Italia. Ma il Consorzio opera attraverso i suoi 212 associati.
Se poi scopriamo che la Manutencoop è socia della del CNS, viene fuori una "piccola famiglia" dove gli operatori che si dividono la torta pubblica sono i soliti noti. Parte della Manutencoop è in mano a fondi di Private equity, finanza e sociale assieme.
GIAN GAETANO BELLAVIA - ESPERTO DI DIRITTO PENALE DELL’ECONOMIA
Se Manutencoop trova un competitor vero e perde il 30% degli appalti, Manutencoop schianta, eh! E schiantano anche i fondi di private equity.
LUCA CHIANCA
Quindi non può permettersi di perdere gli appalti...
GIAN GAETANO BELLAVIA - ESPERTO DI DIRITTO PENALE DELL’ECONOMIA
Con questi costi fissi, cioè con i costi fissi che derivano da 15mila dipendenti e dalle strutture di contorno ai 15mila dipendenti, se uno rimane qualche mese fermo, sono cifre spropositate . Spropositate. Quindi è una macchina che non si può più fermare.
LUCA CHIANCA
E quindi lo Stato di fatto ha creato con le esternalizzazioni un mercato appetibile.
GIAN GAETANO BELLAVIA – ESPERTO DI DIRITTO PENALE DELL’ECONOMIA
A quanti? Perché poi il punto è questo, no? Chi può prendere un appalto di servizi, di pulizia da 100 milioni di euro? Solo chi è strutturato per farlo. Quando gli operatori sul mercato che vale miliardi e miliardi e miliardi di euro comincia a contarsi sulle dita delle mani, non
è difficile che si siedano intorno a un tavolo. Bisogna che lo stato vigili su queste cose qua perché nel momento in cui loro fanno cartello, automaticamente viene escluso anche lo Stato.
LUCA CHIANCA
E il rischio qual è?
ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO
Il rischio è che questi si possano telefonare.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Si possono telefonare per dire che cosa? Che lotto mi prendo io? Che zona ti prendi tu? Che prezzo facciamo? Intanto il processo nato a Bari, dove emergeva che Maniglia il gruppo Romeo e Manutencoop di Bologna si stavano mettendo d’accordo per spartirsi il nascente mercato Consip è finito tutto prescritto. Sta di fatto che 10 anni dopo a portarsi a casa le regioni che contano sono sempre loro. Ma però l’obbiettivo è risparmiare. Allora siccome l’obbiettivo è questo proviamo a fare due conti: prendiamo le scuole ad esempio, la pulizia dentro le scuole di solito la fanno i bidelli ne
servirebbero 11 mila. Costo 300 milioni l’anno, ma c’è il blocco delle assunzioni, allora si è deciso di dare i lavori fuori. Quindi questi 300 milioni vanno a quelle 5 o 6 società che si prendono l’appalto di Consip, quindi lo Stato non ha risparmiato nulla e l’appaltatore dove guadagna? Guadagna sugli stipendi di quelli che fanno le pulizie che se lo vedono abbassare sotto agli 800 euro che vuol dire anche meno contributi e
una futura pensione da soglia di povertà. Però il privato è più efficiente ci dicono ma a vincere questi appalti sono sempre più qualificati sono sempre i migliori?
La scheda del servizio e il pdf della puntata

Nessun commento: