29 gennaio 2014

La politica industriale

Dovremmo parlare tutti i giorni e tutto il giorno di come creare posti di lavoro in Italia.
Di come dare un futuro a questo paese, alle sue imprese (quelle che vogliamo mantenere e non quelle decotte) e ai ragazzi che oggi si affacciano al mondo del lavoro.
E che non riescono a capire i tatticismi della politica, le finte liti (e le larghe intese). La legge elettorale, la seconda rata dell'Imu e prima ancora la retroattività della legge Severino.

Quanti tavoli sono stati aperti al ministero dello sviluppo in questi anni e quanti di questi si sono chiusi con un accordo conveniente per il paese?
L'Elettrolux ha fatto ora quello che Marchionne aveva già proposto nel 2009: o accordo o Polonia.
E ogni volta si deve accettare il male minore. Il ricatto del posto di lavoro.

Fonte Il fatto quotidiano


E non se ne riesce ad uscire: i soldi per fare investimenti pubblici non ci sono, manca la volontà per snellire la burocrazia, per rendere più efficiente la giustizia, affrontare il nodo corruzione.
Diminuiscono i consumi e aumenta il debito: si chiama deflazione ed è una spirale che rischia a lungo termine di affossare il paese.

La ricetta per risolvere la crisi, proposta dalla troika è sempre la stessa: abbassare il costo del lavoro inteso nello stipendio dei lavoratori.
In Polonia una persona costa meno.
Significa che è inutile metterci ad inseguire i polacchi o i cinesi sul costo di un operaio.
Anche puntare su lavori ad alto contenuto tecnologico non è cosa che si può fare a breve termine: ci dovevamo pensare anni fa, puntando su ricerca, università, istruzione. Creare poli industriali affiancati a poli universitari.

Ho seguito la puntata di ieri di Otto e mezzo, ospiti il prof Tiraboschi, l'ex sindacalista Airaudo e il filosofo Cacciari.
Quest'ultimo ha puntato il dito proprio sull'industria manufatturiera che così com'è non ci possiamo mantenere.
Abbiamo persi tanti treni per l'industria, la chimica, il nucleare e oggi ci troviamo a competere con l'operaio polacco, a veder smontare pezzo per pezzo tutte le conquiste fatte dai nostri genitori.

Paradossale poi che mentre qui si toglie l'articolo 18 (e lo fa un governo appoggiato dalla sinistra), in America Obama parla di scala mobile e di salario minimo garantito.
Tutte cose che sarebbero considerate eresia, perché non ce le possiamo permettere.
Purtroppo è questa assenza di politica industriale che non ci possiamo permettere: questi silenzi sui casi Telecom, Elettrolux, Fiat, Ilva ..

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