05 febbraio 2014

Italia low cost

Siamo diventati il paese low cost.
Vuoi un'azienda del nostro paese? Te la puoi portare via con poco. La Fiat diventa FCA (e sparisce la I perché la parola Italia ci stava male) e lascia nel nostro paese licenziamenti e cassa integrazione.
Vuoi dei lavoratori? Te li diamo a stipendio ridotto, come per la Electrolux. E ti diamo pure i sussidi di stato per continuare a produrre in questa falsa economia di mercato.
A quando la svendita della fontana di Trevi?

Ieri Napolitano è andato a Strasburgo dove chiedeva all'Europa (cioè a noi stessi) di dire basta con questa austerity.
Come se fosse un alieno venuto dallo spazio: ma l'austerity è figlia del fiscal compact firmato dai nostri governi senza alcun dibattito- E' figlia del pareggio di bilancio inserito in Costituzione.
Forse Napolitano ha qualcosa di cui pentirsi di queste scelte?
Grazie all'austerity, le politiche industriali sono diventate una ricerca dei paesi dove si può pagare di meno il costo del lavoro, cioè i salari.

E mentre N. scopriva il problema dell'austerità, dall'altra parte del mondo Letta elogiava l'accordo con gli emiri che investiranno 500 milioni nel nostro paese. In un momento così strategico per il paese, ha trovato anche il tempo di rispondere alla mail di Rocco Casalino alla conduttrice Daria Bignardi.

Dopo non esserci vergognati del regalo alle banche (nel decreto Bankitalia), non ci vergogneremo nemmeno di andare a Sochi a fianco di Putin, ai giochi invernali.
Perché anche i diritti umani e civili nel nostro paese sono low.

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