14 febbraio 2014

Servizio pubblico - all in

E Renzi alla fine si è buttato, come Rocky Roberts, smentendo tutta quanto aveva detto prima, sull'appoggio a Letta.
Diventeremo tutti renziani, come i 136 del Pd che hanno votato a favore del sindaco segretario rottamatore? Come gli ospiti della puntata di Servizio pubblico di ieri sera?

La mia edicolante, che uso per tastare il polso della situazione dell'elettore medio, questa mattina era nera: "se voleva fare le riforme, poteva farle da segretario ... mica si può far cadere il governo così, han ragione quelli del M5S!".
Per concludere con la scomunica: "la prossima volta voto Berlusconi .."

Chissà come l'avranno presa gli elettori di sinistra della svolta renziana del partito (dopo la svolta lettiana, dopo aver ingoiato le larghe intese, la resurreziano ennesima di B.).

Ieri nell'apertura della puntata, Santoro ha fatto gli auguri al neo presidente. Diventato tale dopo che i giornali (Corriere e Repubblica) han bloccato le mani del presidente Napolitano che non ha potuto difendere Letta.
E ora Renzi si gioca tutto, per fare quelle riforme di cui tutti parlano. Serve coraggio, serve un impulso. Nel frattempo Berlusconi può sistemare i suoi affari e farsi i mesi ai servizi sociali di Purgatorio.

Il golpe c'è quando fa comodo. Così come le critiche al governo delle larghe intese si possono ora che Letta non conta nulla e si parla di palude.
La palude dei mesi persi attorno all'Imu, alla retroattività della Severino, a difendere Cancellieri e Alfano.

Gli ospiti della puntata di ieri erano i deputati PD Moretti e FI Minzolini. il giornalista Friedman e il professor Ainis. In collegamento è poi intervenuto il grillino Fraccara: collegato, ma scollegato dal talk, per non essere immischiato.

Alessandra Moretti nel suo intervento ha ribadito la necessità di coraggio: fino ad oggi il Pd è stato responsabile, ma ora serve un governo politico che dia una svolta al paese.

Vedremo se Alfano (Cicchitto, Giovanardi, Formigoni ..) sono d'accordo.
Vedremo se anche B. sarà d'accordo: ora diventa ancora più fondamentale l'apporto di B. al governo. Potrebbe formarsi una maggioranza extra governativa: non a caso sarà B. il pregiudicato (che ha ancora consensi) che guiderà la coalizione di FI al Quirinale.

Minzolini ha parlato del rischio che Renzi correva se avesse continuato ad appoggiare Letta. Il suo governo è stato un fallimento e ora sarebbero meglio le elezioni, bloccate da Napolitano.
Questa, ha concluso l'ex direttore del TG1, è una crisi da prima repubblica come ai tempi della DC.

Friedman ha ripetuto ieri quello che sta dicendo in giro: il governo Monti è stato il progetto di Napolitano, così come il governo Letta. Entrambi i progetti hanno fallito l'obiettivo: la versione raccontata da Napolitano stride con le dichiarazioni raccolte dal giornalista, parlando con Monti e De Benedetti.

Anche il costituzionalista Ainis mi è diventato renziano: questo è il tempo della restrutturazione del paese, perché servono le riforme. Letta si era dato un orizzonte temporale di 18 mesi e nei primi 10 mesi non è successo niente.
Le uniche riforme le ha fatte la Consulta , come dire che il potere è altrove rispetto al Parlamento, ha concluso Ainis.

Vedremo se con Renzi il Parlamento tornerà ad essere il luogo dove si fanno e discutono le leggi.

L'intervento di Travaglio: il golpe all'italiana.

Il grillino Fraccaro è stato tranchant nel suo intervento: del PD non si fida più: sono tutti inciuciati e non cambierà nulla con Renzi perché il Parlamento è lo stesso di prima.
Il rottamatore dovrà fare i conti coi rottamati. E col M5S.

Parola di Tonino: sulla torre, è intervenuto anche Di Pietro, parte civile nel processo di Napoli contro B. e la compravendita dei senatori. Rivendicando il suo ruolo di unico oppositore al governo di Berlusconi (e alle larghe intese).
E' finito fuori dal Parlamento.
Come tanta parte del paese che oggi, con turbo Renzi e il Pd giovane, probabilmente non ha riferimenti, come non li aveva nemmeno con Letta.

Nessun commento: