06 maggio 2014

Un caso di scuola

Dopo le finte auto d'epoca e l'inchiesta sul Coni, l'ultimo servizio di ieri sera ha riguardato il quasi fallimento di Seat Pagine gialle: un caso di studio per come non si deve gestire una società che faceva profitto e che ora non vale nulla.
Una società privatizzata nel 1997 e comprata, a debito, nel 2003, da fondi anonimi con sede in Lussemburgo.
Mentre la società si è trovata così indebitata, per miliardi di euro, i manager dell'azienda prendevano stipendi d'oro, come il giovane AD Luca Majocchi.
Nel 2004 l'azienda, senza avere utili, ha staccato un dividendo sempre a debito, per ripagare le banche che avevano anticipato i soldi ai fondi.
Nel 2008 Seat ha comprato, sempre facendo debiti, una nuova sede a Torino: sede inaugurata a fianco delle autorità politiche (Chiamparino e Bresso, centrosinistra).

Quale è la situazione oggi: noi stiamo pagando la cassa integrazione per i lavoratori, che rischiano seriamente il posto e il valore dell'azienda è passato da 24 miliardi a 30 milioni.
Chi paga?
Secondo Anna Gervasoni, dir. gen. ASSOCIAZIONE FONDI DI INVESTIMENTO, che conosce i veri padroni di questi fondi, è un rischio che fa parte della statistica: i debiti, i posti di lavoro persi, la svalutazione del titolo e gli azionisti incazzati.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Questa è la storia di come è finita una delle più importanti privatizzazioni dello Stato. Adesso la nuova gestione chiede un risarcimento danni per 2 miliardi e mezzo ai brillanti manager che si sono fatti gli affari loro con i soldi altrui e avviato azione di responsabilità verso Maiocchi e soci, retribuiti con stipendi e buonuscite da capogiro per aver regalato la cassa a chi ad oggi non ha ancora un nome e cognome. Ma sarà meglio muoversi perché la prescrizione è praticamente qui.
Ecco un'altra segnalazione per la casella di Renzi rivoluzione@governo.it : come non vanno gestite le privatizzazioni e le aziende.
E anche un promemoria per il governo: a quando la legge contro il riciclaggio? A quando si toglierà di mezzo la ex Cirielli (che lo chiede l'Europa)?
Visto che si parla di svolta buona, meglio farla sul serio.

Parliamo di 300 miliardi di italiani sui conti esteri.
Di 180 miliardi di evasione stimata.
Parliamo dei 10 italiani più ricchi, secondo il Censis, possiedono la stessa ricchezza di 500000 famiglie. Che poi, quasi tutti, hanno o hanno avuto un contenzioso col fisco.



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