30 giugno 2014

Riforme o morte

Il ritornello ritorna sempre (scusate il gioco di parole): "ce lo chiede l'Europa", anche per le riforme targate Renzi.
Che non sono un optional, ma diventano un obbligo dopo che l'Italia ha strappato la flessibilità europea.
Almeno questo è quello che dice l'informazione embedded.
Perché a guardar bene le cose, la flessibilità non è ancora certa e se i conti non dovessero migliorare, in autunno dovremmo fare una nuova manovra. E oggi dobbiamo cercare 1 miliardo per la cassa integrazione in deroga.
E le riforme sono solo sulla carta: archiviati gli 80 euro (quante cartelle si saranno comprate le famigile italiane? quanti libri? Quante serate in pizzeria?), e il bonus Letta per assumere giovani disoccupati (solo 20000 domande sulle previste 100000), anche le altre riforme sono al palo.

Quella del Senato non arriverà in aula ai primi di luglio.
Quella della giustizia è solo una serie di emendamenti del governo, discussi oggi al cdm, mentre si lascerà al Parlamento decidere su intercettazioni e responsabilità civile.
Forse ci sarà qualcosa per la giustizia civile, il che è meglio di niente.

Ma il punto più irritante, almeno per me, è l'atteggiamento di questi riformisti (o presunti tali). Lo ha spiegato ieri Mucchetti (il ribelle, come titola repubblica): chi solleva critiche reali è dissidente, è quello della palude. Chi da ragione al capo è riformista.
Bisogna essere ottimisti: ma come si fa ad essere fiduciosi quando si affida il futuro di Senato, legge elettorale e giustizia ai soliti nomi?

Possiamo essere sereni sapendo che stiamo mandando in Senato, pure con lo scudo dell'immunità, gli stessi governatori o consiglieri delle spese pazze? Delle cementificazioni? Delle nomine clientelari dentro la Sanità?
Chiedetelo in Liguria, quando sono ottimisti. Nella regione dello scandalo Carige, degli alluvioni che devastano città e paesi quando piove.
Chiedetelo in Veneto, dove per anni nessuno si è accorto che il progetto Mose costava sempre di più e non finiva mai.
Chiedetelo in Puglia, a Taranto, dove l'aria è così buona che i bambini non possono giocare nei parchi.

Insomma riforma o morte. Se poi le riforme sono una farsa come il pos obbligatorio (ma anche no) anche per i professionisti, mica è colpa del legislatore. Se poi i professionisti rincareranno le tariffe mica è colpa loro.
L'importante è dar l'idea di cambiare le cose.

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