19 giugno 2014

Sciopero, quella parola incomprensibile

Da Treccani: sciòpero (ant. sciòpro) s. m. [der. (deverbale con suffisso zero) di scioperare, ant. scioprare]. –
1. Astensione organizzata dal lavoro di un gruppo più o meno esteso di lavoratori dipendenti, appartenenti al settore pubblico o privato, per la tutela di comuni interessi e diritti di carattere politico o sindacale. Il diritto di sciopero è sancito dall’articolo 40 della Costituzione, che demanda alla legge ordinaria la funzione di disciplinarne l’esercizio; tuttavia, mancando a tutt’oggi una legge generale al riguardo, fatta eccezione per alcuni settori particolari (centrali nucleari, controllori di volo, e soprattutto pubblico impiego, nel cui ambito vigono le leggi 1990/146 e 2000/83, concernenti, tra le altre cose, la precettazione e il reato di interruzione di pubblico servizio), la regolamentazione di alcuni aspetti dello sciopero resta affidata alle organizzazioni sindacali e all’intervento del giudice o dei Ministeri di volta in volta competenti.
Per Marchionne sciopero è una parole "incomprensibile e irrazionale". Una parola contenuta dentro la nostra Costituzione, un diritto sancito e riconosciuto.
Ma forse, per un manager che sposta la sede finanziaria a seconda di dove conviene, che è abituato a fare promesse e a non mantenerle,può capitare di non aver mai sentito parlare di diritti e di Costituzione.

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