25 ottobre 2014

Alla ricerca del partito perduto

Vecchi contro giovani. Quelli che protestano, quelli contro e quelli che invece propongono e cambiano le cose. Le parole sono importanti e anche la comunicazione.
Si gioca su questi mezzucci da pubblicitari lo scontro in atto tra il PD e se stesso: da una parte il partito parallelo della Leopolda (che il TG1 nel servizio di sabato ha rappresentato mostrando solo facce giovani) e dall'altra la piazza per la manifestazione della CGIL, piena di gente anziana, lavoratori, cassintegrati. Brutti, sporchi e incattiviti.
Non si era mai visto un partito contro una parte significativa del suo elettorato. Da una parte quello che viene rappresentato come nuovismo, fine dell'art 18, basta coi sindacati, basta coi gufi. Per la ripresa rivolgersi all'ottimismo e agli imprenditori che ora non hanno alibi.
Dall'altra i suoi stessi elettori nelle vesti dei precari nella pubblica amministrazione, i metalmeccanici della Lucchini, i cassintegrati di Termini che vogliono sapere di che morte morire. E i ragazzi che ora studiano e che si chiedono che paese li aspetta.
Il governo più ideologico che ci sia, sta da un'altra parte. Guarda al centro e a destra. Realizza i sogni di Confindustria e celebra Marchionne a Detroit. Che toglie i soldi alla Rai per favorire Mediaset.
Che racconta bufale come i 18 miliardi di tasse tagliate, mentre sono solo 5, coi tagli lineari ai ministeri.

È come se Berlusconi dicesse di essere favorevole all'abrogazione della ex Cirielli e al ripristino del falso in bilancio.
Agli stessi tavoli dove un finanziare dei paradisi fiscali propone di limitare il diritto allo sciopero nel pubblico, poi fanno un minuto di silenzio per una ragazza impiccata in Iran.
Lo slogan della Leopolda è “il futuro è solo l'inizio”. Venerdì sera Crozza ironizzando, ma non troppo, si chiedeva se fosse un motto o una minaccia. Un futuro per cosa?
E per chi, poi?

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