03 ottobre 2014

Arrigoni e l'omicidio di via Vitruvio - la presentazione alla Feltrinelli di Milano





Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo, uno come Dario Crapanzano: il successo (sancito dal passaggio dal piccolo editore Frilli a Mondadori) non lo ha minimamente cambiato le abitudini ne il modo di concepire il suo lavoro.
Nella presentazione di ieri sera (con Luca Crovi e la giornalista Annarita Briganti), alla Feltrinelli di piazza Piemonte, ha parlato del suo ultimo libro ("Arrigoni e l'omicidio di via Vitruvio"), di come è nata l'idea di un giallo negli anni '50, dell'importante ruolo della moglie nella revisione dei suoi scritti, del perché questo personaggio piaccia tanto anche a chi non era nato nei '50....

Sono passati alcuni anni dagli esordi, col giallo di via Tadino e distribuito direttamente ai librai, senza nessun agente come intermediario.
Crapanzano ha scelto questa strada per avere un contatto diretto con i librai e con i lettori.
Arrivati al quinto libro, il commissario capo Arrigoni meritava che il suo nome comparisse nel titolo, come Maigret nei romanzi di Simenon (in verità anche nel precedente romanzo c'era il suo nome): siamo nel mondo del teatro con un morto che è pure una persona spregevole.
Collezionista di donne e ex spia dell'Ovra: nonostante questo, Crapanzano non ha voluto fare un romanzo di denuncia contro il passato fascista del nostro paese. "Io non denuncio, ma racconto" ha spiegato al pubblico.
Sempre in ambito teatrale, l'autore ha anche rivelato come in un passaggio del libro abbia inserito una citazione a Strehler e Grassi, che si incontrarono ad una fermata del tram, prima di fondare il Piccolo Teatro.

Decisamente Crapanzano, che conosce molto bene la Milano degli anni del dopoguerra (dai ghisa, ai navigli, alle case di ringhiera), non è una persona che si prende troppo sul serio: "lavorare seriamente ma non prendersi mai troppo sul serio", la sua filosofia.
Nei prossimi romanzi ritroveremo ancora Arrigoni, la Milano attorno a corso Buenos Aires, che conosce molto bene essendo nato in via Casati.
Ma forse troveremo anche altre zone, visto che ieri molti dei suoi lettori hanno suggerito, per il futuro, di raccontare altre zone.
Come quelle dei Navigli.

Nessun commento: