14 ottobre 2014

Piano, scioc


Ancora una volta la cartina al tornasole è la mia edicolante, renziana ma ex berlusconiana.
Sulla prima pagina del Fatto Quotidiano dove si parla degli schizzi di fango su Genova e sulla protezione civile: "ma cosa andava a fare Renzi a Genova?".
Capito il ragionamento: le passeggiate propagandistiche dei politici vanno bene solo quando le cose funzionano, come dopo il recupero della Concordia e l'arrivo a Genova.
Quando invece c'è gente incazzata, meglio rimanere a casa.
Tanto c'è sempre un Marco Doria sindaco a fare da capro espiatorio per prendersi colpe non sue.
E' colpa di Doria se le colline di Genova sono state cementificate? Se i bandi per lo scolmatore del Bisagno sono scritti male e le aziende hanno fatto ricorso?
Il problema è che nel magico mondo renziano, quello delle promesse e dello scioc, più che della soluzione definitiva dei problemi, conta l'immagine.
Faremo, sbloccheremo, stanzieremo. Siamo circondati da piani shock per l'economia, per le tasse, per il rilancio ..

Con una mano si firma lo sblocca Italia che mette a rischio ulteriormente il sistema paese per i principi del silenzio assenso, dall'altra si promettono 2,5 miliardi per i dissesti idrogeologici.
Da dove vengono i soldi?
Forse dalla stessa cornucopia da cui verranno i soldi per la manovra da 30 miliardi promessa agli industriali ieri.
Abbasseremo le tasse alle imprese, ma senza alzare altre tasse.
Come se le tasse sulla casa non fossero già alzate.
Meno tasse e niente contributi per i neoassunti: finalmente l'hanno capito, che per quelli che oggi entrano nel mondo del lavoro parlare di pensione è una presa in giro.

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