03 ottobre 2014

Servizio pubblico - lo sfidante

La discesa in campo di Della Valle in diretta tv da una scrivania piena di post it con gli appunti.
E la protesta dei napoletani, i disoccupati, quelli che sono costretti ad arrangiarsi, quelli con poche speranze, contro la BCE e le politiche europee.
Un paese a due velocità, o forse a più velocità e tante facce: quella dei ragazzi che gridavano jatevenne ai banchieri (e agli speculatori che ieri hanno fatto crollare la borsa, delusi dalle risposte di Draghi), quella dei signori anziani contenti di poter osservare da vicino un ministro "giovane e bello" come la Boschi. Che è di sinistra perché anticipa un futuro: lo anticipa così tanto che mi sembra di tornare all'800.
Quando chi entrava nelle fabbriche non aveva tutele, quando si votava per censo.
E da ieri c'è anche l'Italia che si prepara a fare battaglia politica a Renzi: ormai Della Valle, che vuole costruire uno strumento nuovo "dove la gente si possa confrontare, una macchina organizzativa. Io sono a disposizione".

Il primo servizio della puntata è stato dedicato a Napoli, ai ragazzi che si chiedevano che fine avrebbero fatto i miliardi promessi dall'Europa (per la riqualificazione del centro storico, del porto), chi si sarebbe preoccupato di quelli che oggi sono costretti ad arrangiarsi per campare.
E poi, con un salto logico incredibile, un'altra Italia, quella che si innamora di Renzi, della Boschi, dei ministri giovani e belli.
Che sorridono, che danno sicurezza, che si lasciano fotografare, abbracciare. 
Gli antagonisti in piazza, che nonostante i gufi non hanno devastato nulla a Napoli (erano già pronti gli editoriali contro De Magistris), e un paese che si affida conleggerezza a questa classe dirigente.
Perché non ci sono alternative a Renzi, come prima non c'erano alternative a Monti e Letta. E poi Renzi è stato accolto con entusiasmo a Londra, la city della finanza e dei veri poteri forti (lui che non li frequenta).
Come possiamo dubitare dell'efficacia del suo governo?

Lo sfidante Della Valle: in collegamento e davanti una scrivania piena di post it, l'imprenditore marchigiano ha demolito l'azione di governo di Renzi, le sue scelte, i suoi collaboratori, i ministri.
"Renzi è una sola": Della Valle, che pure rivendica l'aver dato nel passato buoni consigli al sindaco di Firenze, è stato diretto.
Gli avevo detto di aspettare e non andare al governo, prepararsi una squadra, un'agenda di governo, crearsi delle relazioni internazionali.
E invece #enricostaisereno, i toscani a Palazzo Chigi, il gelato, le uscite improvvide con la Merkel.
Alcuni ministri che pure sono in gamba ma non hanno esperienza perché vengono da paesetti vicino Firenze.
L'aver rimesso in campo, al centro delle riforme, Berlusconi con una doppia maggioranza. Aver trasformato questo governo e questa repubblica parlamentare in un'azienda dove c'è un AD e un presidente onorario.
Ci giochiamo la credibilità internazionale con certe uscite (come quella degli scolaretti), visto che gli accordi europei qualcuno li ha pure firmati.
Non siamo seri.




Della Valle ha criticato pure l'impostazione del governo, ovvero spingere gli italiani a spendere i pochi soldi in tasca per rilanciare l'economia: ma se uno non ha lavoro come fa? Se un'imprenditore non ha ordini, se non viene pagato?
Sarà anche stato accolto bene a Londra, ma poi i problemi a casa rimangono e non sono risolti con un tweet: Della Valle ha bocciato sia la scelta sul TFR (che è una garanzia per la vecchiaia) che sull'art 18.
In particolare, la battaglia sull'art 18 è stata solo una questione mediatica, per crearsi dei nemici esterni e dire agli italiani "vedete che non riesco a governare"?




Renzi dovrebbe dire alla gente cosa intende fare mese per mese: ora per la concentrazione nelle sue mani del potere esecutivo, del potere mediatico e del controllo sul Parlamento, sta diventando un pericolo.
Non si fa cambiare la Costituzione dalla Boschi e da Verdini, uno che a Firenze lo conoscono bene.

L'intervista all'ex ministro Fornero: eccoli qua, quelli che una volta erano i falchi, quelli che proponevano dogmaticamente le riforme da fare perché sono la mia ricetta.




Passano i mesi, i risultati promessi dalla sua riforma non si vedono e l'ex ministro torna a miti consigli. In Italia c'è già abbastanza flessibilità.
Flessibilità che se aumentata, porterebbe il lavoro in Italia ad essere poco produttivo.
E basta, io credo che non ci sia altro da aggiungere, visto che si ripete che il problema nostro è la produttività.

Il servizio sul fotografo di Renzi (che viene dal gossip).
Domanda: ma le larghe intese valgono anche sul gossip?
Certi scoop, certe foto domestiche, sono costruite ad arte?

I poteri forti attorno a Renzi: Dragoni ha raccontato del matrimonio di Carrai, della cena al Four season con gli investitori esteri (interessati alle privatizzazioni di Renzi), ai favori dentro lo sblocca Italia per i concessionari delle autostrade.
Serra, Palenzona, Viola, Cimbri, JP Morgan, Intesa, MPS.
Per fortuna che non è teleguidato, altrimenti vedremmo anche il filo che sta dietro.




Nell'ultima parte dell'intervista di Della Valle, c'è stato spazio anche per l'amico Marchionne.
Uno che fa il tifo per Renzi ma è scappato dall'Italia e paga le tasse in Svizzera (e la Fiat in Inghilterra).
Un'opportunista, ecco cosa è.

A seguire, sono intervenuti Mastella e il sindaco di Napoli De Magistris.




L'intervento di Travaglio:




Infine il racconto di Bailly: “Come si lavora in Italia”




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