21 ottobre 2014

Tutta a destra

La svolta buona del paese ci appare ora sempre più chiara: alle prossime elezioni potremmo scegliere liberamente se votare per un partito di centro (il nuovo PD dell'era renziana), per un partito di destra berlusconiana e per uno di estrema destra come la Lega di Le Pen Salvini.
A sinistra rimane il vuoto politico che avrebbe potuto essere colmato dal M5S, se non fosse per Grillo.
Che non solo marca il suo territorio con una sparata sugli immigrati (come lottano a destra sull'immigrazione) e con qualche espulsione dei dissidenti.
Tanto per far passare in secondo piano le dimissioni solo minacciate dentro il PD.
O almeno, di quello che rimane di un partito democratico che si sta trasformando in qualcosa d'altro, che ruota più attorno alla Leopolda che non agli iscritti (sempre meno) della base.
L'azzardo del 51% alle prossime elezioni, dopo il 41% alle europee non è così lontano.

Basta far salire sul carro del vincitore quanta più gente possibile. Perché il PD è aperto a tutti: basta non essere no tav, no cemento, no mafia, no inciuci.

Bella sfida ci attende alle prossime elezioni: una sfida a colpi di bonus, attacchi ai sindacati e ai fannulloni, ai professori rosiconi e a quelli che ancora sono rimasti lì, in fondo a sinistra.


PS: il ministro Padoan durante l'intervista a "In mezz'ora", parlando della manovra voleva essere rassicurante «gli ultimi dettagli in queste ore. Domani sarà al Quirinale».
La legge doveva essere pronta la settimana scorsa. E ancora si sta lavorando.
Ma state sereni, che questi sono quelli bravi della svolta buona.

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