22 maggio 2015

Announo – no carne?

Copertina inedita per la prima di Announo, con Vauro e le sue vignette al posto di Santoro (che comunque ha ricordato la puntata finale di Annozero da Firenze): il presunto terrorista, lo scandalo ennesimo sul calcio con gli impresentabili (non De Luca), gli anziani, la buona scuola che sembra una stalla di allevamento intensivo, saggezza alimentare …
Santoro lascia il talk e Berlusconi la politica: “un posto per lui c'è sempre”, il commento del giornalista.

Tema: gli allevamenti intensivi sono anche sostenibili? Dove finiscono i liquami degli animali? Come vivono nelle gabbie? L'acqua delle falde è pulita o inquinata?
La prima puntata di Announo ha avuto come ospiti Farinetti, Veronesi e il signor Capaldo di slow food: seguendo il racconto di Safran Foer, Giulia Innocenzi ha cercato di spiegarci il mondo degli allevamenti intensivi in Italia.
Ecco quello che ha visto, a Modena, dentro uno di questi allevamenti di maiali.
Gli animalisti raccontano di animali all'ingrasso, in pochi mesi devono mettere su chili per diventare prosciutto: colpisce il rumore dei maiali e l'odore, animali non curati, tetti in eternit, impianti elettrici fatiscenti. Topi che passeggiano nel cibo dei maiali, che poi noi mangiamo...


Altro allevamento a Mantova, dove ci sono solo scrofe coi piccoli. Spazi angusti, scrofe che urinano dove poi giacciono, che non riescono a stare in piedi.
Tutti posti non a norma secondo le leggi europee.
Animali morti dentro le gabbie, lì da ore.

Farinetti: quello è un delinquente, quella non è l'Italia, dove abbiamo i sistemi più rigidi nel mondo, ci sono i consorzi che tutelano gli allevamenti. Si vedeva che quelli non erano marchiati, che poi arrivano ai consorzi.
Sono casi isolati, perché sono fuori norma, spero che li abbiate denunciati: lei deve denunciare quello lì.

Veronesi: sono immagini scontate, perché non sono animali ma macchine di trasformazione. Entra del materiale con un costo ed esce un materiale con costo maggiore, con questa differenza guadagna l'allevatore.
Un gioco al massacro. Veronesi è diventato vegetariano, ha imparato ad amare gli animali fin da piccolo essendo cresciuto in una cascina della pianura Padana.
L'idea di ucciderli mi ha fatto vedere la difficoltà in questa alimentazione: sono cresciuto verso il vegetarianesimo.
La carne che mangiamo può diventare una bomba ad orologeria per il pianeta: se l'umanità vuole sopravvivere deve diventare vegetariana, è una necessità.
Siamo sette miliardi, prevediamo che entro 3,4 decenni sarà difficile avere cibo per tutti.
Oggi c'è una forte diseguaglianza, c'è gente che muore per la fame, dall'altra parte c'è un miliardo di persone che si ammalano per sovra alimentazione.

I ragazzi in studio.
Guglielmo l'allevatore orgoglioso, coi fucili e i revolver in casa per difendersi: alleva maiali per il consorzio di Parma, seguendo un preciso disciplinare.
Felice del suo lavoro e per nulla colpevole della morte degli animali: c'è una piramide e dobbiamo distinguere tra animali e animali, quelli da reddito e da compagnia.
Sono animali che creano reddito e lavoro per migliaia di italiani.

Si chiama specismo – ha risposto Veronesi: un delitto perpetuato dall'uomo contro gli animali, sacrificati e uccisi dall'uomo.
Lasciamo decidere al mercato, dice Guglielmo. Ma forse lasciamo decidere anche al medico: troppa carne non fa bene, ci sono studi che dicono che i vegetariani vivono di più, mediamente.
Gli allevamenti sono un problema ambientale, questo è il problema alla base, ha completato il ragionamento Veronesi.

Di Pietro: anche se mangiamo frutta che è stata coltivata coi pesticidi e i veleni, è un problema. Quel signore che alleva i maiali come abbiamo visto, ha qualcuno che non controlla e qualcuno che lo fa lavorare così.

Veronesi su Expo: per adesso non si è visto un dibattito su come organizzare un sistema agricolo per combattere la fame nel mondo, potrebbe essere un'occasione mancata. L'industria della carne è così forte per cui è difficile contrastare questa posizione.

Un allevamento intensivo a Reggio: i liquami, se non gestiti a norma, creano dei disastri ecologici. Insetti, acqua a rischio, odori molesti.
Questo il disagio per chi vive attorno agli allevamenti.
I liquami rimangono nelle vasche, poi piove e fuoriescono ed entrano nel terreno e l'allevatore continua a lavorare: come mai?
Esistono soluzioni tecnologiche, basterebbe adottarle. Altrimenti gli allevamenti non sono sostenibili.


Ma i controlli ci sono, come dice Guglielmo?
Una veterinario che ha preferito rimanere anonimo, intervistato da Giulia, racconta di veterina costretti a rendicontare numeri e impossibilitati a controllare gli animali.


Molti veterinari hanno fatto corsi di sole 48 ore, colleghi che non segnalano irregolarità, magari dopo che gli animali hanno preso degli antibiotici.
E poi, chi controlla l’Asl? Dovrebbero fare dei controlli sui dirigenti delle Asl, nominati dai politici di turno, significa che c’è la volontà politica nel non vedere certe cose, nel proteggere certi allevatori..

Report ha raccontato dello scandalo sugli allevamenti dei vitelli in Piemonte e del sistema di controlli che funziona solo sulla carta, incapace di monitorare l'assunzione di ormoni e antibiotici somministrati per far crescere in fretta le bestie: c'è una certa impunità nel sistema?


Capaldo: abbiamo tutto costretto attorno al denaro e anche i consumatori si devono fare delle domande sui prezzi di molta merce sugli scaffali dei supermercati.
Se troppo a buon mercato, non può essere di qualità, ricordando lo scandalo del vino al metanolo.

Solo poche mele marce, come dice Farinetti, per cui In Italia non ci sono stati tanti scandali come all'estero? Sempre Report domeniche scorsa parlava della carne di maiale col marchio dei consorzi, di animali allevati all'estero, con controlli di qualità diversa, lavorati poi lavorati in Italia, con tanto di marchio.


E' un momento in cui tanti vogliono criticare” ci dice Farinetti: in Italia abbiamo regole feree che però non vengono rispettare. O, quanto meno, che non sempre vengono rispettate da allevaotir furbi che sanno che poi possono farla franca. 
L'intervento di Mauro Corona:   Perché si trattano male gli animali? Da noi, purtroppo, c’è la cultura del furbismo. Per guadagnare di più, sempre di più si fanno queste porcherie. È necessario insegnare l’alimentazione sin dalla scuola. Anche se con Expo entrano soldi in Italia, non vedo un progetto. Vorrei vedere un programma dove si insegna l’educazione alimentare

PS: i maiali dell'allevamento non a norma producono carne per il consorzio di Parma.

Nessun commento: