20 maggio 2015

Cattivo esempio

Il figlio dell'ex presidente di Trenord Achille
Che esempio ha dato al paese, ai pendolari, ai cittadini lombardi, il presidente Trenord che è finito sotto inchiesta per le spese personali con soldi pubblici per 600 mila euro? L'auto di servizio data al figlio, film porno, rimborsi per cene e benzina ..
Al manager, che aveva annunciato le sue dimissioni, sono contestate maxi spese a favore dei familiari: 124mila euro solo di conti telefonici, guida privata dell'auto blu, carte di credito usate per pagare vestiti, mobili, alberghi e cene. Perfino le scommesse sportive. Non solo: nella lista ci sono anche 124mila euro di multe accumulate da uno dei figli alla guida delle Bmw aziendali. E pagate attingendo alle casse di Ferrovie Nord, alla faccia dei pendolari lombardi.
Tutto questo denaro, secondo l'accusa del Pm Giovanni Polizzi, sarebbe servito a garantire la vita bella del figlio, un giovane che ama gli orologi di lusso, le gite in motoscafo e i pranzi gourmet, e che non disdegna gli affari: segue infatti numerose società, fra cui – come può rivelare l'Espresso - una Ltd registrata a Londra in cui è coinvolto anche il padre.
Che esempio ha dato alla credibilità della regione lombardia (l'ente pubblico che controlla Trenord) il suo comportamento e il suo atteggiamento? 

Quello di Norberto Achille, ex presidentissimo silurato pochi giorni prima che la regione stessa lo avrebbe dimesso, è sintomatica di un sistema: quello in cui vivono questi potenti che si ritengono al di sopra delle leggi, dei comportamenti e del buon senso.
Come i parlamentari che difendono strenuamente il vitalizio, perfino dopo delle condanne passate in giudicato. Perché sono diritti acquisiti ..
Come quelli che oggi criticano la riforma delle pensioni, mentre ieri elogiavano l'operato di Monti quando tagliava l'articolo 18 (la prima volta), l'indicizzazione delle pensioni. E che oggi considerano una vittoria la mancetta da 500 euro, una tantum.
Tutti contro i vitalizi oggi, ma ieri il PD votò contro la proposta di tagliarli.

Cattivo esempio anche da parte di quelli che a parole sono paladini dell'antimafia, della lotta alla corruzione, ma poi guai a chi gli tocca la prescrizione salva condanna, guai a chi pubblica le intercettazioni. Guai a chi cerca di sanzionare il voto di scambio, di rafforzare le leggi e gli strumenti per la confisca dei beni.
E dunque la melina sulla legge anti corruzione.
E dunque il falso in bilancio che ritorna in vita ma solo per le aziende quotate.
E dunque le liste di impresentabili per le elezioni regionali prossime: inquisiti, condannati, ineleggibili (come De Luca), cambiacasacca. Perché va bene le liste pulite, va bene la trasparenza, ma quando si deve vincere si deve vincere. A qualunque costo.
Perché ci sono gli amici da piazzare nelle partecipate.
Perché se prendi il posto in Consiglio poi c'è il vitalizio. Lo stipendio, i rimborsi.

Bell'esempio.
Ci rimaneva il calcio, almeno una volta. 
Nemmeno questo si è salvato: con la legalizzazione delle scommesse (anche online) sulle partite di calcio la criminalità organizzata ha avuto una nuova opportunità per fare business.
Sulle spalle dei tifosi e delle squadre oneste.
Nemmeno lo sport si salva in questo paese di furbi e di indignati da talk show.
Ma certo, poi ci sono i rom e gli immigrati con cui prendersela.

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