05 maggio 2015

L'Italicum è fatto

L'Italicum è fatto, ora dobbiamo fare gli italicumiani.
Sarebbero i cittadini che non si interessano la politica e esprimono il loro parere politico con i like e con i retweet.
Quelli incapaci di esprimere un ragionamento oltre i 140 caratteri, farcito con slogan pubblicitari.
Perché questo è l'elettorato buono del corso renziano. Non pensa, non approfondisce, non ricorda, non dissente.
L'uomo solo al comando partorisce riforme nello stesso soldo: 
"Abbiamo il mandato di cambiare il Paese e lo cambieremo " dice a Bologna, con stile che ricorda il Crozza mentre lo imita dal balcone di piazza Venezia.
"L’imperativo è tenere botta".
Imperativo è categorico e impegnativo per tutti, appunto.

Un uomo solo a comando di un partito dove chi dissente è pregato di uscire dalla porta.
Al comando di un governo di ministri che non devono oscurare la sua luce.
Al comando di un parlamento che ratifica quello che decide.
Al comando di istituzioni cui sono tolti i contrappesi.

Perché per fare le riforme serve una maggioranza stabile e chiara.
Con una finta maggioranza e una finta opposizione.
Che vende al paese riforme e grandi opere fumose: il jobs act che produce stabilizzazioni di posti di lavoro esistenti (con le finte tutele crescenti). La riforma della scuola che produce preside comandanti, toglie risorse alla scuola pubblica col ricatto della stabilizzazione dei precari.
L'Expo dell'ottimismo?
Voluto da Prodi e dalla giunta Moratti. Ma Renzi lo ha venduto bene.
Come ora venderà bene la nuova legge elettorale in vista delle regionali dei riciclati.
Destra e sinistra? Concetti passati, ora conta essere dentro o fuori.
Concetti passati come il vecchio capitalismo di relazione.
Come gliele ha cantate ieri in borsa.
Il presidente che ha piazzato i suoi (Carrai, Landi, Bianchi, Boschi, Farinetti) nei posti e nei luoghi che contano.
Fabrizio Landi, ex amministratore delega-to di Esaote e tra i finanziatori delle campagne elettorali di Renzi,  siede  nel cda  di  Fin-meccanica. Alberto Bianchi,avvocato di Renzi e tesorieredella  Fondazione Open,  nelcda di Enel. Nel collegio sindacale di Eni troviamo M arco S era c i n i ,     tra i     fondatori dell’associazione con     cui Matteo raccolse  soldi per  le primarie comunali  del 2009.E sempre  all’Eni, ma  come consigliere, c’è l’aretina Diva Moriani, vicepresidente del gruppo   Kme di   Vincenzo Manes (finanziatore della campagna  elettorale di  Rezi). Nel board delle Ferrovie cisono Federico Lovadina(sociodell’avvocato  e tesoriere  na-zionale del Pd Bonifazi) e l’ex McKinsey Gioia Ghezzi che ha collaborato con Renzi per scrivere una legge sull’omici -dio  stradale quando  era  ancora sindaco. Alle Poste fra iconsiglieri spunta ElisabettaFa b r i , presidente   degli StarHotel e amica dell’imprendi -tore e consigliere del premier,Marco Carrai. Lui stesso è pre-sidente di   Adf, la   società(quotata) che gestisce l’aero -porto di  Firenze, consiglieredell’ente Cassa  di Risparmiodi Firenze e ad aprile ha oc-cupato un’altra poltrona im-portante  nel consiglio  d’am -ministrazione della Bassili-chi,   partner di   riferimentoper  banche, aziende  ed  entidella pubblica amministra-zione grazie a  un’offerta re-lativa a monetica, back officee sicurezza. Poi ci sono le re-lazioni coltivate in banca da-gli amici comeJacopo Maz-ze i , ex presidente della Cassadi Risparmio di Firenze, cheoggi è nel consiglio di sorve-glianza di  Banca Intesa.  Ierisu Twitter è stato citato ancheOscar Farinettiche con Eatalyha ottenuto un grande spazioall’Expo (8mila metri quadricon 20 ristoranti) senza garad’appalto e senza una preven-tiva ricerca di mercato. Tantoche  il contratto  è finito  nelmirino dell’Autorità anticor-ruzione che ha sollevato per-plessità sull’entità economicadel contratto, pur in assenzadi censure di irregolarità

Nessun commento: