15 maggio 2015

Lo sciopero che non c'è stato

Ci sono due argomenti sui quali si rischia l'effetto pavlov sui social. Il primo è gli immigrati (che rubano, che si prendono la casa, ...).
Il secondo sono i sindacati, specie quando si permettono di indire uno sciopero.
Come quello che oggi è stato revocato (per la precettazione del prefetto) sul trasporto pubblico.




Che cos'hanno da protestare questi? Che scioperano a fare .. che palle ..
Uno di questi conducenti dell'ATM spiegava ieri in intervista a Radio popolare la situazione dei trasporti a Milano.
Nonostante le assuzioni (per Expo), il 30% del servizio si basa sugli straordinari.
Basterebbe smetterla con le ore extra, coi doppi turni (che portano a stare sui mezzi per 10-12), per mettere in crisi il trasporto.

Perché in Italia è così, accettiamo gli scandali, gli extra costi, i ritardi. 
Ma per carità, niente assunzioni e niente scioperi.
Perché scatta un meccanismo di guerra tra poveri: ti senti rispondere che c'è gente che non può scioperare. Che c'è gente che lavora senza contratto. Che siccome c'è lo sciopero e si arriva tardi al lavoro, si rischia il posto ..

Viviamo in un mondo difficile, dove i diritti vengono tolti, perché devo esprimere solidarietà verso chi ancora ha un contratto collettivo?
Siccome io non ho un lavoro, oppure ho un lavoro saltuario, perché devo stare dalla parte di chi ancora un lavoro ce l'ha?
Andiamo avanti così.

PS: uno potrebbe ribattere che a scioperare ci sono anche gli avvocati, i tassisti, i medici ... 

Perché ci sono tanti giovani che vorrebbero prendere il posto dei macchinisti che scioperano. Magari con un salario ancora più magro e meno tutele.
Perché dovremmo fare come Reagan (o come il duce), che aveva usato l'esercito (o le squadracce).

Ecco, ricordo a questi signori che in Germania lo sciopero del trasporto è andato avanti per sei giorni.
E che oggi, finito col trasporto, a scioperare sono le operatrici degli asili: anche loro sono anni che attendano un aumento dello stipendio.

Ma loro sono in Germania, non nell'Italia dove l'oggi è già domani ma somiglia molto al vecchio passato.

Nessun commento: