04 maggio 2015

Deja vu (bis)

In questi giorni di forte polarizzazione (deja vu del 2001 dove dovevi essere o pro Bush o altrimenti eri con Bin Laden), sto vedendo tutto il peggio possibile da questo paese. Garantista coi potenti e tristemente forcaiolo nei confronti di un ragazzino che, per le sue incaute parole, è diventato il mostro da sbattere in prima pagina.

I black block sono riusciti dove finora la propaganda era stata inefficace: tutti compatti pro expo (a prescindere) e pro Milano (nessuno la tocchi).
Spariti in un colpo i lavori non finiti, i costi gonfiati, le bonifiche non fatte, gli appalti bloccati all'ultimo perché ad aziende in odore di mafia.
Non si può essere critici verso questo modello di Expo (e di politica, e di infrastrutture..). Altrimenti sei black block, gente con cui non ho nulla da spartire.
Siamo tutti amici dei poliziotti, oggi. Anche quelli che hanno tagliato i fondi alla polizia e non sanno che gli straordinari per 1 maggio, quegli agenti li vedranno poi ..

Massì, dai, facciamocelo piacere. Questo decisionismo, questo ottimismo alla faccia dei gufi.
E a quelli che scendono in piazza a devastare, un bella fraccata di legnate. 
Ma a tutti.
Anche a quelli che quando si bloccano i mezzi vorrebbero linciare i controllori.
Anche ai tifosi di calcio.
E quando becchiamo uno con passamontagna e mazze (o altre armi) in casa, arrestiamolo.
Niente garantismo, niente cautele dei pm (i complici dei black block, scrive Il giornale).
Ma quanto è moderno questo domani?

PS: non mi stancherà di scriverlo, ma non è assolutamente una giustificazione alla devastazione delle vie del centro da parte delle tute nere.
La violenza non aiuta a correggere tutti i problemi di Expo.
E nemmeno del dopo Expo.
Ma nemmeno far finta che i problemi non ci siano.

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