12 maggio 2015

Piani industriali

Se un lettore poco accorto avesse aperto Repubblica di ieri e si fosse messo a leggere la prima pagina del Giornale e dell'inserto Affari e Finanza, avrebbe avuto un senso di spaesamento.
Sparato in prima pagina il piano del governo per affidare a Enel (Tesoro) il piano per la banda larga, tagliando fuori Telecom.
Non solo, il governo avrebbe pure intenzione di riappropriarsi delle autostrade telematiche.Però ..

Affari e Finanza invece apriva con la privatizzazione di FS, piano che sta seguendo il suo AD Elia.

Da una parte si statalizza la rete, bene, dall'altra si privatizza (ad un solo concorrente, viste le difficoltà di NTV) le ferrovie?
Poi però il lettore disaccorto avrà capito, leggendo il tweet di smentita di Renzi, i retroscena.
Telecom non ha intenzione di farsi carico, da sola, senza soldi pubblici, degli investimenti per la banda laraga nazionale?
E io do un colpetto.
Così vediamo la reazione (ieri il titolo Telecom era in calo).

Giorgio Meletti (Twitter @giorgiomeletti) scrive oggi sul FQ un bell'articolo sulla superficialità di come il governo sta gestendo le questioni industriali

Il tweet emesso ieri mattina da Matteo Renzi ha messo in crisi, come sempre, gli esegeti: “La Banda Ultra Larga è obiettivo strategico. Non tocca a Governo fare piani industriali. Ma porteremo il futuro presto e ovunque #lavoltabuona”. Due ovvietà contraddittorie e uno slogan da mercato rionale. La banda ultra larga è certo un obiettivo strategico, come voler bene alla mamma. Che non tocchi al governo fare piani industriali era noto da tempo. Perseguire obiettivi industriali senza fare piani industriali non sarà facile ma il futuro comunque arriverà, presto e ovunque.DIETRO L’INCERTEZZA espressiva del premier c’è un problema vero, che ieri è deflagrato grazie alla scelta di Re p u b b l i ca di dedicare il titolo di apertura a un fatto preoccupante, se fosse vero: “Riaffermare il ruolo statale nelle ‘autostrade telematiche strategiche’. Attraverso l’Enel, il colosso elettrico controllato appunto dal ministero del Tesoro”. Ma veramente il governo, mentre si appresta a privatizzare Poste e Ferrovie, vuole ri pubblicizzare la rete telefonica?“Nei report dell’esecutivo si sottolinea come Enel possa già contare su una ramificazione capillare”, scrive il giornale diretto da Ezio Mauro. Allacciate le cinture. Negli anni‘90 i governi dell’Ulivo scoprirono che l’Enel disponeva di una rete di telefonia cellulare che, per le esigenze di servizio, copriva tutto il territorio nazionale. Ideona: sfruttiamola per far fare soldi all’Enel anche con i telefonini. Nacque Wind. L’Enel ci ha perso 5 miliardi di euro. Non solo: l’ideona dei telefonini fu sfruttata per vendere meglio le azioni Enel ai risparmiatori nel 1999, quando fu deciso il collocamento in Borsa (Massimo D’Alema pre-mier, Giuliano Amato ministro del Tesoro). Quelle azioni non hanno mai superato il prezzo di collocamento, e oggi valgono circa la metà di allora.La strada del futuro “presto e ovunque” è in salita . A palazzo Chigi c’è una gran voglia di farla pagare a Telecom Italia, non senza buone ragioni. Impiombata dai debiti accumulati dai suoi scalatori e poi scaricati sulla società preda (è il mercato, bellezza),  Telecom non  investe  quanto dovrebbe  e per  questo  abbiamo  una delle  reti  tlc  peggiori d’Europa. La soluzione messa in testa a Renzi dal presidente della Cassa Depositi e Prestiti Franco Bassanini è di imporre al mercato (affascinante ossimoro) la fibra ottica in tutte le case a tappe forzate. Però la nuova rete non dev’essere di Telecom, perché in un mercato liberalizzato meglio sarebbe un gestore neutrale rispetto alla concorrenza. Lo strumento prescelto è Metroweb, che ha portato la fibra nelle case di Milano e adesso la vorrebbe portare in tutte le case d’Italia sfoderando la geometrica potenza dei suoi 51 dipendenti, un millesimo di quelli di Telecom Italia. Il punto diforza di Metroweb è che è posseduta da Cdp - attraverso la controllata Fsi e la collegata F2i che ci hanno buttato circa 500 milioni - ed è presieduta dal consigliori di Renzi, Bassanini.SICCOME TELECOM ITALIA vuole farsi gli affari suoi, Renzi ha pensato di usare le maniere forti.Prima facendo balenare un decreto legge che mettesse fuorilegge i doppini di rame di Telecom Italia a una certa data, scelta astuta per la modernizzazione del Paese ma che avrebbe fatto istantaneamente fallire l’ex monopolista. Poi è stata inventata la supercazzola dell’Enel, che ha messo in imbarazzo per primo il numero uno del colosso elettrico, Francesco Starace. L’Enel ha da tempo un piano per rinnovare i contatori e collegarli tutti con una fibra ottica, per sue esigenze di servizio più avanzato. Giustamente viene l’idea: se portate la fibra ottica a tutti i contatori, portate anche quella per il telefono, Internet e la tv. Solo che nei sogni degli imprecisati visionari di Palazzo Chigi l’Enel diventa titolare di una rete tlc alternativa e   migliore. “Una scelta con una conseguenza: rendere marginale l’attuale rete del soggetto privato Telecom”, chiosa Re p u b b l i ca . La verità, purtroppo, è molto più triste. Posare fibre ottiche non è fare una rete a banda larga. Infatti l’Enel più di un anno fa ha stretto un accordo con Telecom Italia, offrendole il passaggio sui suoi cunicoli ramificati per mettere la fibra ottica. Con questa collaborazione stanno  cablando a tappe forzate la Campania, dove, grazie ai mitici soldi europei, il futuro c’è già, presto e ovunque. Mentre il futuro “presto e ovunque” di Renzi è fantascienza, parole in libertà per nascondere l’imbarazzo di un premier incapace di dirimere le liti inconcludenti tra operatori telefonici, Cassa Depositi e Prestiti, ministri, esperti e consiglieri vari.

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