01 giugno 2015

Report – il grande caldo

L'inchiesta sulle rinnovabili di Roberto Pozzan e Giorgio Mottola ha toccato diversi punti del sistema energia in Italia, partendo dal tema del riscaldamento globale (che oggi sta causando centinaia di morti in India per l'ondata di caldo).
Nonostante si sappia questo, stiamo assistendo ad una nuova corsa all'oro nero (spinta anche dal ribasso del prezzo al barile da parte dei paesi arabi), al polo nord dove si stima si trovi il 30% delle riserve. Il riscaldamento del pianeta favorirà le estrazioni, perché i ghiacci si stanno ritirando: stiamo continuando a non voler vedere il problema.
Il petrolio con le emissioni di co2 è il principale responsabile di quella cappa che sta soffocando il pianeta, dovremmo puntare sull'energia rinnovabile: per questo sono stati creati i certificati verdi (che paghiamo noi consumatori) il cui prezzo è affidato al mercato e dietro cui si è scoperta una truffa ai danni delle casse pubbliche.

Chi investe nel verde è chi non ti aspetti, gli arabi: gli Emirati Arabi e l'Arabia Saudita hanno puntato sul fotovoltaico dopo la crisi energetica (che potrebbe essere la causa della guerra in Siria e del dramma dell'emigrazione biblica che vediamo).

Il grande progetto di Masdar City degli emirati: finito il petrolio esporteremo tecnologia, dicono.
Per sostenere il sistema delle città ai margini del deserto hanno puntato su efficienza nel consumo delle energie e nella produzione delle energie dal fotovoltaico.
Masdar è un esperimento e se sarà realizzato, potranno vendere i brevetti e guadagnarci: hanno puntato molto sull'industria delle rinnovabili, quasi quanto si spende per il petrolio.

Noi puntiamo forte sulle trivellazioni: in Italia si pensa di creare 25mila posti, dice il vice ministro De Vincenti. “Le attività estrattive si faranno nella massima sicurezza e non in zone protette”.
Come in Basilicata, vicino al lago Pertusillo?

Potremmo risparmiare efficientando il sistema edilizio: l'UE ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia, per la scarsa efficienza.
Il mondo della finanza vede nel fotovoltaico il futuro, ma noi puntiamo sulle centrali geotermiche.
Enel è ancora ancorata al fossile e all'idroelettrico: ma non può lasciare spazio ai concorrenti.
Ci sono ancora impianti a Carbone, come la centrale di Brindisi che inquina di più in Europa.

Le polveri di Carbone sono un problema anche per le persone: i medici di Brindisi si sono accorti che alcuni bambini nascevano con malformazioni congenite, il 20% superiore alle medie (nati dopo il 2001). La centrale di Brindisi ha un costo in miliardi di euro, per l'inquinamento: costi a carico del pubblico e non del privato.
A Torchiarolo il comune è stato condannato a pagare i costi dell'inquinamento: qui c'è una centrale Enel, ma secondo Arpa il problema sono i caminetti delle case. Il TAR ha dato ragione al comune, vedremo come andrà avanti.
Si vive male col carbone, ma è economico e conviene all'Enel..

Enel ha puntato all'estero, perché gli incentivi in Italia sono cambiati, l'investimento più alto è stato in Romania, dove però è avvenuto un fatto drammatico nel 2014.
Il DG di Enel energia Cassani si sarebbe suicidato, per motivi personali: era un uomo di paglia, dice una fonte anonima, messo lì per prendersi le colpe.
Enel non ha migliorato la rete, si sarebbe fatta pagare più del dovuto, racconta la confindustria romena.
C'è stata un inchiesta, che ha coinvolto un ex dirigente dell'autorità anticorruzione che entra in Enel Romania, e conduce una trattativa riservata e si arriva ad una multa ridotta.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Purtroppo Enel non ha accettato su tutte queste questioni un confronto con noi però ci scrive, ci scrive che per quel riguarda i certificati verdi, anche le altre società li hanno fatti pagare due volte perché quando la legge ha imposto di specificare il contributo nella bolletta c’è stato un momento di confusione. Per quel che riguarda invece l’importo della multa pagato, Enel precisa che lo ha deciso la commissione sulla quale non abbiamo avuto nessuna influenza. Sarà sicuramente vero, sta di fatto che la magistratura rumena in questo momento sta processando un alto funzionario, l’alto dirigente Enel per corruzione. Per quel che riguarda invece le autorizzazioni che arriverebbero più in fretta se paghi qual cosina, Enel precisa che nessuno ha mai segnalato alcunché.

Il protocollo di Kyoto e i certificati verdi: li paghiamo noi con le bollette.
Poi ci sono i certificati neri, per cui le aziende che inquinano molto sono obbligate a comprarli.
Attorno a questi certificati c'è uno strano traffico in cui è caduto anche il Vaticano.
Nel 2007 il Vaticano annuncia di aver avuto una foresta in Ungheria in dono: grazie ai 125mila alberi diventava il paese ad emissione zero.
Ma lo scienziato che doveva piantare gli alberi è fallito e il progetto è naufragato ..
Tanti imprenditori si sono lanciati sui carbon credit, dove il prezzo dei crediti è deciso dal mercato, tramite migliaia di broker.
Naomi Klein parla di calamita per le frodi.
Un procuratore di Milano parla di mercato che ha attirato anche persone poco pulite: come nel caso della SF Energy trading.
Umerji era la faccia pulita dietro la SF: dopo essere scappato dall'Inghilterra decide di far partire una nuova iniziativa a Milano., col traffico di crediti, comprati da aziende che non esistevano.
L'obiettivo era creare fatture false, intestate a prestanome: l'obiettivo era recuperare l'Iva.

Una frode per oltre 1 miliardo di euro: soldi finiti su conti di Singapore e Hoong Kong, investimenti in Dubai. La rotta del denato potrebbe porrate anche in Pakistan: nel covo di Bin Laden sono state trovate fatture riferite a tale Ahmed, socio di Umeriji.
SF aveva come socio Axpo: sapeva del meccanismo nascosto, ovvero nascondere l'Iva?
Carbon credit venduti sottocosto, coi costi che ricadono sul contribuente.
Bastava usare dal 2010 il meccanismo del reverse charge: molti paese la applicano, noi no.

Nel 2010, un documento di Tremonti (allora ministro dell'economia) indica che il reverse charge non era una priorità.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Le truffe sono cessate perché il trucchetto dell’iva è stato sgamato, ma il sistema dei certificati neri continua e, abbiamo capito, il loro valore è dato dall’offerta e dalla 16 domanda. Ma la domanda adesso è bassa perché molte aziende, purtroppo, con la crisi, producono di meno e riescono a stare nei parametri e il valore è crollato. E quindi succede che con poco adesso ti puoi comprare il diritto ad inquinare. Allora uno si chiede “ma non era più semplice stabilire che tanto inquini e tanto paghi?” Sì, in un mondo normale normalmente le cose dovrebbero appunto andare così. Ma dopo le scappatoie? E infine i certificati bianchi, che vengono dati invece a chi l’energia la risparmia…

I sistemi intelligenti che non consumano energia.
Esistono ascensori che producono e consumano energia esistono: potremmo risparmiare da 1-2 centrali nucleari, dice il responsabile della Encosys che li produce.

Questa ditta prende i certificati bianchi, come altre ditte che però inquinano lo stesso.
Il GSE è l'ente che dovrebbe gestire i certificati (ma non ha accettato il confronto) e anche il mondo delle persone che vorrebbero essere energeticamente autonome.
E qui inizia la burocrazia, il “vorrei ma non posso”.

Il motore ad idrogeno.
Sono gli impianti per il riscaldamento dei condomini a cogeneratore, con un motore da camion: è stato usato dalla scuola Salesiani a Bologna. Hanno risparmiato 49744 euro in combustibile, nei primi mesi.
E l'energia prodotta potrebbe essere messa in commercio.
Se tutti facessero così, condomini, supermercati sarebbe un risparmio per i cittadini e una riduzione dell'inquinamento… ma solo i concessionari possono vendere energia all'utilizzatore finale. Ovvero, un condominio può avere il cogeneratore, ma non potrebbe darlo ai condomini.
È la burocrazia.

E' un tema delicato, siamo vincolati alle norme europee” dice De Vincenti.
Ma non è chiaro cosa si può fare o cosa non si può fare e questo spiazza i produttori nel settore.
Una volta eravamo i leader, ora si sono persi 80mila posti di lavoro.

È il frutto della battaglia tra i vecchi produttori di energia, legati al fossile, e i nuovi produttori: oggi solo il 44% della bolletta è legata ai consumi, il resto sono tasse.
Si blocca così lo sviluppo delle fonti rinnovabili, con la nuova riforma, perché chi consuma di più, arriva a risparmiare sulla bolletta.

La riforma della bolletta: con la riforma della bolletta, l'onere diventa fisso, perché il costo del trasporto è fisso, ma così chi consuma molto non ha interesse ad efficientarsi:
Milena GabanelliAllora. Riassumendo la riforma della bolletta in discussione: paghi quello che consumi e l’onere è fisso, indipendentemente dal fatto che consumi 10 o 1000, perché, in sintesi, il costo del trasporto rimane uguale. Però in questo modo, chi consuma molto che interesse ha ad efficientarsi? Chi gestisce il mondo delle rinnovabili è il Gestore dei Servizi Elettrici, il GSE che ha 636 dipendenti, 15 dirigenti di cui 11 ex Enel. Il GSE ci scrive, niente intervista perché “la complessità del meccanismo dei SEU non può essere facilmente semplificato”. Come dire? Le leggi sono così contorte che a chi ha un’iniziativa imprenditoriale non riesci a spiegare che cosa può fare e che cosa no. Ecco, quello che noi abbiamo capito invece, è che bisogna ripagare i debiti fatti negli 23 ultimi anni per costruire le 130 centrali, che non stanno lavorando a pieno regime, per cui bisogna pescare da lì. E infatti si apre alla possibilità di rendersi efficienti e autonomi soprattutto a parole e non vediamo all’orizzonte nemmeno le reti intelligenti. Ci auguriamo proprio che il decreto che sta per essere approvato ci riporti in pista, perché rischiamo di rimanere indietro, proprio noi che nelle rinnovabili eravamo avanti già 40 anni fa.

Il link al sito di Report per rivedere la puntata e il pdf con la trascrizione.

Le brioche al miele.

L'inchiesta di Bernardo Iovene, nella serie “nutrire il pianeta” partiva dalla domanda: nelle brioche che mangiamo in autostrada c'è il miele? Solo l'1% del composto dentro la farcitura è miele, solo l'odore del miele c'è dentro.
il 100% dell'8% è miele ” risponde il responsabile qualità di Autogrill .. una bella scorta di energia!

Non è solo questo: il problema sono gli ingredienti nel complesso, che non sono proprio salutati. La margarina anziché il burro, l'olio di palmita, l'essenza di vanillina.
Ma per la legge italiana si può parlare di brioche al miele.

E vogliamo nutrire il pianeta, noi … lo stiamo ingrassando il pianeta!

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