17 novembre 2015

Su guerra, armi e terrorismo

Siamo in guerra.
Bombardiamoli tutti.
La Fallaci aveva ragione.
Sono a rischio le nostre identità.
Non esiste un islam moderato: blocchiamo le frontiere.

Gli attentati di Parigi ci hanno ricordato ancora una volta (al costo di tutte quelle vittime innocenti) di come la minaccia del terrorismo (islamico?, dell'Isis?) sia concreta e tremendamente prossima.
Ma non è solo questo: gli attentati di Parigi hanno dimostrato l'assenza di una strategia comune, europea, sia di fronte al terrorismo, che di fronte alla risposta da dare per la situazione in Siria.
Ognuno per conto suo: la Francia a bombardare le postazioni dell'Isis a Raqqa.
L'Italia a vendere armi al Qatar e all'Arabia Saudita. E poco importa se un report del Dipartimento di Stato americano li consideri, assieme al Kuwait, tra i principali finanziatori dell'Isis.
l Kuwait è l’epicentro del finanziamento dei gruppi terroristi in Si-ria», mentre il Qatar ne costituisce il retroterra grazie a “un habitat permissivo che consente ai terroristi di alimentarsi ”. Lo sostiene David Cohen, sottosegretario americano per il terrorismo e l’intelligence finanziaria, citando un rapporto del Dipartimento di Stato del 2013. Dai due Paesi e dall ’Arabia Saudita, per il Washington Institute for Near Policy, l’Isis ha ricevuto oltre 40 milioni di dollari negli ultimi due anni. Al terrorismo islamista non mancano benefattori nel Golfo. [Stefano Pasta - Il fatto quotidiano
In qualsiasi altro paese, il servizio di Report avrebbe causato una eco nel mondo politico per quello che ha raccontato: l'Isis lo abbiamo armato anche noi, indirettamente, per le milizie siriane poi passate coi terroristi.
Dice il ministro dell'Interno che non esiste rischio zero, ma abbiamo alzato il livello di rischio.
E le carenze di mezzi e personale denunciate dai sindacati di polizia?
Possiamo dormire sonni tranquilli?

Servirebbe un'unica intelligence europea, dove le informazioni vengano scambiate con la stessa velocità dei tweet dei politici.
Servirebbe un solo esercito coordinato dall'Unione che, in questi mesi, si è dimostrata unita solo per ricattare la Grecia.
Servirebbe un controllo stringente sulla vendita delle armi. Anche se fanno PIL, anche se costituiscono il nostro core business.
Servirebbe bloccare i finanziamenti all'Isis, sia dai paesi arabi, sia per la vendita del petrolio.

Tutto il resto, compresa l'ipocrisia di quelli che attaccano l'Islam (ma poi non dicono niente sugli arabi che si comprano Milano e Alitalia), non serve a niente.
Non si combatte chi nega le nostre libertà con meno democrazia, meno libertà, meno diritti.

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