13 dicembre 2015

Conflitto di interessi (in versione 2.0)

Ho capito una cosa: che quando si parla di conflitto di interessi e di libertà di stampa (quella che si permette di criticare), non c'è molta differenza tra renziani e berlusconiani.

L'articolo di Stefano Feltri e Carlo di Foggia sul Fatto Quotidiano (ormai ribattezzato "fango quotidiano" per i leopoldini) sulla storia della banca Etruria e sui conflitti di interesse
"Quando la Banca d’Italia commissaria la Popolare dell’Etruria, nel febbraio 2015, della banca non è rimasto praticamente nulla, come ha rivelato Giorgio Meletti sul Fatto : il Common Equity Tier 1, indicatore di solidità patrimoniale, è allo 0,66 per cento invece che all'8-9 per cento considerato ottimale. Boschi fa parte di quella “commissione consiliare informale”che, secondo l'accusa di Bankitalia, prende le decisioni vere sulla banca, poi solo ratificate in cda. La vigilanza di via Nazionale riscontra 198 operazioni per 185 milioni di euro deliberate dagli amministratori in conflitto di interesse. Hanno cioè prestato soldi che forse non dovevano essere concessi o che comunque avrebbero richiesto condizioni più severe.Tra i fidi concessi senza rispettare le procedure riservate alle imprese normali, ci sono quelli alla Città S. Angelo Outlet Village Spa. Lo stesso business per il quale Rosi [presidente di banca Etruria che nel 2014 aveva chiamato come vice papà Boschi] sembra aver poi beneficiato della presenza, mai chiarita ufficialmente, di Tiziano Renzi come accompagnatore negli incontri con le amministrazioni locali. Nessun incarico esplicito, ma un utile segnale delle relazioni su cui l’ex banchiere poteva contare".

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