15 dicembre 2015

Fiducia

Il vero nemico del renzismo si chiama fiducia.
Per questo i tre giorni di Leopolda si sono rivolti contro i giornalisti che si ostinano a parlare di banche e a titolare in modo così critico contro le favole.
Per questo la #Leopolda6 è stata condotta nella maniera che Gazebo ci ha mostra domenica sera: la sensazione di qualcosa di preparato, artefatto, vuoto di veri contenuti, con tanti video a stordire la platea. E quel giochino "goliardico" sulle prima pagine dei giornali.
Mio padre, tessera PCI dai cinquanta e che alle primarie ha pure votato Renzi, l'avrebbe bollata come la solita "americanata".
Si, certo, c'erano i giovani, entusiasti, ottimisti ma anche no, quelli che vogliono cambiare l'Italia. Assieme ad Alfano, Azzollini & C.
Ma c'erano anche i tanti vecchi saldamente al potere: Bassanini, Malagà, Testa. Sala, l'eroe dell'expo dei dogmi (i conti, gli ingressi..).

Serve iniettare fiducia prima che il velo del sipario si apra per mostrare la realtà dei fatti, prima che l'ondata di sfiducia (sulle banche, sul lavoro, sulla scuola) riesca a diventare massa critica.
L'anno prossimo si vota in comuni importanti e ci sarà anche il referendum sulle riforme che sarà trasformato in un referendum pro o contro Renzi.
Non avrei immaginato quanto fosse facile cambiare pelle, per questa gente: come è stato facile zittire Saviano che chiedeva conto del possibile conflitto di interesse del ministro delle riforme. Come è stato facile anche digerire la gogna dei giornali sgraditi al governo. Ma era solo una goliardata, si difendevano ieri. Mica come Grillo che suo suo blog se la prendeva col giornalista del giorno.

Serve fiducia, dunque. Ecco le mance, i bonus (anche ai vigili), le americanate per fare training autogeno. Gli emendamenti per togliere l'obbligo della "Via" per gli aeroporti strategici, come quello di Firenze.
Nel frattempo la procura di Arezzo ha aperto un'indagine sul conflitto di intesse degli ex dirigenti di Banca Etruria. 
Anche loro leggeranno i titoli del Fatto quotidiano?

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