13 gennaio 2016

A me (non) piace (questo) sud

"Ad esempio a me piace rubare 
le pere mature sui rami se ho fame 
e quando bevo sono pronto a pagare 
l’acqua, che in quella terra è più del pane 
Camminare con quel contadino 
Che forse fa la stessa mia strada 
parlare dell’uva, parlare del vino 
che ancora è un lusso per lui che lo fa"
A me piace il sud - Rino Gaetano

Giustizia forse è fatta: il sindaco di Quarto è stata espulsa ma rimane al suo posto.
IL PD che per giorni ha gridato allo scandalo può ritenersi soddisfatto: visto, nemmeno loro sono puliti, nemmeno loro possono rivendicare la patente della moralità.

Mentre tweet, hashtag e notizie rimbalzavano in rete, però, ci siamo dimenticati di qualche dettaglio.
A furia di accusarsi l'uno con l'altro su chi sia più pulito, ci siamo dimenticati che il clan Cesarano, che aveva messo gli occhi sul PD per le elezioni comunali, continuerà a fare i suoi comodi nel business dei funerali (è la società che ha fornito la carrozza ai Casamonica).
Che se Atene piange nemmeno Sparta ride: anche il Pd ha qualche problemino con le infiltrazioni della Camorra (vedi le liste di De Luca sempre in Campania).
O anche i rapporti emersi tra gli indagati di mafia capitale e il Pd romano. 
Che nella terra dei fuochi (come anche a Gela e in altri siti rimasti incontaminati) ci si continua ad ammalare più che nel resto del paese.

Il 95% dei comuni sciolti per mafia si trovano in Campania, Sicilia, Calabria diceva ieri Crozza (che ha fatto pure una battuta sul direttorio del M5S che sapeva dei ricatti, una cosa tutta da dimostrare): finché continueremo queste guerre di immagine (e non di sostanza) il sud rimarrà ostaggio delle mafie e dei signori delle tessere.

No, a me questo sud non piace.
E  nemmeno questa politica che si combatte sulla percezione e non sulla realtà.

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