19 febbraio 2016

In piena Brianza: la ndrangheta 5 anni dopo

A quasi sei anni dall'inchiesta infinito siamo ancora qui a parlare di ndrangheta al nord, in Brianza. Di cosche egemoni sul territorio, di velleità secessionistiche di boss locali (siamo in terra di secessioni d'altronde).


Ieri 28 persone sono state arrestate dalla DDA di Milano (coordinata dal pm Alessandra Dolci e Marcello Tatangelo) per l'operazione Crociata: tra gli arrestati affiliati alla ndrangheta con già alle spalle condanne e anni di carcere (anche il soggetto 19 del summit di mafia nel circolo Falcone Borsellino).
Al centro dell'operazione il traffico di droga proveniente dall'Albania, dalla Romania e dalla Spagna: droga poi venduta in tutto il nord.
Rispetto al 2010 è cambiato poco: la presenza delle mafie al nord è riconosciuta da sentenze della Cassazione e grazie al cielo non ci sono più ministri leghisti che chiedono spazi televisivi per dire che la mafia non esiste.
La collaborazione da parte degli imprenditori rimane scarsa, le forze di polizia e i magistrati fanno ancora fatica a spaccare il fronte di omertà e paura.
Oltre al traffico di droga, che aveva centro a Mariano Comense, le ndrine si occupavano di usura,rapine ed estorsioni.
Dagli investigatori arriva dunque un appello alla collaborazione: “Chiedo personalmente ai cittadini di collaborare e di darci una mano nelle segnalazioni, in modo che il pool antimafia di Milano possa arrivare immediatamente con le indagini a dei risultati per stroncare il fenomeno”, ha affermato in conferenza stampa dal colonnello Canio Giuseppe La Gala, comandante provinciale dei carabinieri di Milano.
Ecco, forse ci eravamo dimenticati della mafia, sparita dall'agenda politica nazionale (sicuramente in tempi di partito della nazione) e a livello locale.
Anni a gridare all'immigrato, al rom, al clandestino, all'emergenza profughi. Il trionfo di Expo ci ha fatto dimenticare che negli appalti era entrata dentro anche la mafia. La mafia che ha portato voti a quel candidato o a quell'altro.
La mafia che condiziona l'economia, la vita delle aziende (come la Perego), delle persone, la politica.

Deve essere sempre la magistratura a riportarci alla realtà.

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