22 novembre 2016

Aberrante

Ci sono le considerazioni e le valutazioni dell'ex presidente Napolitano
VOTO NEL 2018 – La premessa è che “Non si vota pro o contro questo governo. Si vota quello che è scritto nella legge. L’occasione per giudicare Renzi ci sarà con le prossime elezioni che al momento si terranno nel 2018“. E aggiunge, sul punto, che quella sul referendum “è diventata una sfida largamente aberrante“. Su cosa? Napolitano insiste che l’oggetto del referendum non è l’esecutivo di Renzi, che egli stesso ha incaricato. “Non si vota né per questo governo né contro, ma su quello che è scritto nella legge: limitare i dl, non fare con leggerezza fiducia e maxiemendamenti in uno spirito in cui il potere del Parlamento si rafforza e con esso la democrazia. Si vota su quello, non sulle motivazioni di Renzi”, sostiene.
I PADRI RICOSTITUENTI – “Io – rileva Napolitano – mi sono speso moltissimo da presidente della Repubblica in termini rispettosi delle mie prerogative nell’interesse del Paese. Vi trasmetto il mio messaggio: in serena coscienza ed in coerenza con le mie posizioni voterò sì” al referendum. Sì perché “con questa riforma non si fanno miracoli ma si fanno passi avanti“. In particolare è “funzionale alla democrazia che i poteri locali possano essere rappresentati ai vertici delle istituzioni. Oggi – aggiunge – non c’è quasi più in Europa un Senato che sia eletto dalla totalità degli aventi diritto al voto”. Una riforma che, per Napolitano, “nel suo contenuto ha molti punti simili a quelle precedenti, compresa quella di Berlusconi“. Che all’epoca, però, il centrosinistra aveva duramente avversato.
E ci sono anche quelle degli artisti (ed ex calciatori):
“Il cambiamento della Costituzione è un gesto logico e naturale (…). Obiezioni ai singoli punti della riforma sono fondate e vanno rispettate. Ma la somma di queste obiezioni non ci pare tale da giustificare un ‘no’. Che metterebbe una pietra tombale su ogni ulteriore possibilità di cambiamento, per anni”.
Peccato che, si voti sul governo proprio per il modo in cui il governo ha imposto la campagna.
Che nel malaugurato caso in cui non passasse, non è vero che non ci saranno altre possibilità di cambiamento.
Dopo la bocciatura della riforma Berlusconi (che Napolitano dice essere simile a questa), ci sono state due riforme della scuola, una riforma della giustizia, una riforma della Rai, due riforma sul lavoro, una sulle pensioni, la legge sul pareggio di bilancio, la finta abolizione delle province, la delega fiscale e la rottamazione di Equitalia, l'abolizione dell'Ici ...

E' vero la sfida è diventata aberrante: ma meno aberrante della vita di tanti italiani che dallo stato hanno ricevuto poco o nulla.
Quelli che un domani probabilmente faranno fatica ad avere una pensione. Quelli che per avere delle cure devono spostarsi di regione (e non è detto che col sì tutto si aggiusti).
Insomma, il 5 dicembre per molti sarà un altro giorno.

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