16 novembre 2016

Basta un sì anche per i treni?

Col sì al referendum, migliorerà la qualità della nostra sanità, anche al sud.
Perché a decidere sulla salute non saranno più le regioni ma un ministro a Roma.

Col sì al referendum avremo la crescita del PIL, maggiore stabilità, maggiore credibilità, i mercati avranno fiducia in noi. Se ora lo spread cresce è colpa del no, dell'incertezza.
Anche se il PIL non cresce oltre le attese (e le stime riviste).
Anche se l'Europa non si fa spaventare dalle minacce (quanto è solo fumo negli occhi?) di un veto sul bilancio europeo.
Anche se per dare più sicurezza (percepita e non reale) ai cittadini si mandano i militari nelle strade come ai tempi di Maroni e della Moratti.

Col sì al referendum verranno prese le decisioni, non ci saranno veti dalle regioni: si ridurranno i costi delle bollette (in che modo? Trivellando di più il sottosuolo, anche nelle regioni sismiche?), verranno realizzate le grandi opere in tempi certi.
Come il ponte sullo stretto o i lotti della Salerno RC, su cui ha già allungato le mani la ndrangheta...

Ieri sera, ospite a Di Martedì, Di Battista raccontava del tour in treno per il paese, per la campagna sul no.
Raccontava delle difficoltà a muoversi, dei treni soppressi. Come sanno già i tanti pendolari italiani che si muovono sui regionali.

Basta un sì anche per far arrivare in orario i treni?

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