28 novembre 2016

Meno sei giorni al diluvio

Una premessa: era l'estate del 2011 e la BCE (e forse qualcuno a Roma) ci scriveva la lettera con le riforme da fare. Quelle che poi i governi Monti (e poi Renzi) avrebbero fatto.
Era l'avvento della tecnocrazia, lo spauracchio della troika.
L'allora sindaco di Firenze, mentre preparava la Leopolda, raccontava
Non mi ha risposto, concorda con le riforme che chiede l'Europa? E il Pd è in grado di sostenerle? Mi ritrovo nella lettera della Bce. E non condivido l'atteggiamento prevalente del Pd che invoca l'Europa quando conviene e ne prende le distanze se propone riforme scomode. Dobbiamo essere coerenti: sulle pensioni è stato un errore del Governo Prodi abolire lo scalone-Maroni. Ora ci ritroviamo al punto di partenza. Sono per estendere a tutti il contributivo: non è pensabile che a fronte di un allungamento della aspettativa di vita non si faccia nulla.
Per cui, quando uno legge: "C'è il rischio del governo tecnico, solo il Sì può scongiurarlo" dallo stesso politico, viene da chiedersi se siamo in presenza di uno sdoppiamento di personalità o cosa.

Premesso ciò, prepariamoci all'ultima settimana prima del voto.
La cosa buona è che forse, dopo, parleremo d'altro (i fiumi che esondano, la disoccupazione giovanile, le mafie) e forse si riuscirà a vedere il clientelismo con occhi diversi.
Non un "così fan tutti" (leggete quello che scrive Lavia su De Luca), ma una delle palle al piede che impedisce al sud di uscire dall'arretratezza di cui questa classe politica è responsabile.


La vignetta di Disegni del 27 novembre - Supporters
La cosa cattiva è che ne sentiremo altri di insulti. E quelli vanno condannati (guardatevi la vignetta di Stefano Disegni sul FQ di ieri).
Il problema sono anche le balle che raccontano: la sanità che, dopo la riforma, permetterà di curare il cancro e l'epatite C allo stesso modo e in tutte le regioni.
Falso, perché i livelli essenziali di assistenza sono regolati da una legge del 2003 e non vengono toccati dalla riforma.
Se in alcune regioni non si hanno le stesse cure è colpa dei governatori delle regioni, come sono organizzate, in che modo erogano i fondi e come controllano il loro utilizzo.

I risparmi della riforma, stimati in 500 ml, quando sappiamo che tagliando le indennità, si arriva ad un risparmio di 48 ml.
Falso affermare che è il bicameralismo perfetto che blocca questo paese, che rende troppo "burocratico" l'iter di approvazione delle leggi.


La vignetta di Staino sulla Consulta
Falso raccontare agli italiani che la Consulta ha bocciato la riforma Madia salvando i furbetti del cartellino. La riforma Madia e i decreti attuativi non rispettavano il principio di leale collaborazione tra stato e regioni. Anche sulle nomine dei dirigenti. E la riforma Boschi non tocca questo punto.
E i furbetti potevano essere licenziati anche prima della riforma,

Così come le altre bufale sui senatori che saranno ancora nominati, sulla riforma che non tocca i poteri dell'esecutivo (non considerando la legge elettorale), che se non passa il si non faremo altre riforme (come a dire, adesso la ministra Madia se ne torna a casa?).
Sono tutti slogan per la pancia del paese (la stessa che invoca Grillo per l'altro canto del tifo). Quella che tuona contro l'Europa.
Quella che contenta le paure del paese, che essa stessa alimenta (le banche che crollano, l'arrivo del governo tecnico) con i soldati per strada.

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