28 novembre 2016

Report, come è andata a finire – la stagione 2016

Chiude anche questa stagione di Report, l'ultima con Milena Gabanelli che lascia la conduzione a Sigfrido Ranucci, ma continuerà ad occuparsi di giornalismo:
Se c’è una cosa di cui sono orgogliosa è la squadra bella e fortissima che si è creata nel corso di questi anni – aveva detto Milena Gabanelli al Tg1 annunciando la scelta di lasciare – ora è arrivato il momento di premiare la loro professionalità, aiutandoli a diventare più protagonisti anche di una rigenerazione. Per questo ho deciso che sarà la mia ultima stagione alla conduzione di Report”.

Si chiude una stagione e, come consueto, Report tira le somme di alcune delle inchieste portate avanti in questi anni.

Si comincia dai lavori di ricostruzione dell'Anas, nel nuovo corso intrapreso dall'amministratore Armani. Sono cambiate veramente le cose, dopo che se ne ne è andato Ciucci (quello che aveva assicurato “da noi non ci sono tangenti”, infatti si chiamavano ciliegie) o siamo ancora con gli stessi problemi (anche alla luce del crollo del ponte sulla statale 36 ad Annone)?
Anas per l'Italia, di Giovanna Boursier:
Ritorniamo su Anas, a un anno di distanza e dopo le dimissioni dell'allora presidente Pietro Ciucci, sostituito da Gianni Armani. Un mese fa crolla un cavalcavia ad Annone Brianza, c'è un morto. Si scopre che ad autorizzare i trasporti eccezionali in Lombardia è la Provincia su delega della Regione, ma può anche essere quella dove ha sede la ditta del trasporto, non necessariamente quella dove transita il trasporto. Mentre non si capisce bene di chi è quel ponte, è chiaro che la manutenzione spetta ad Anas.
Lo dichiara il presidente Armani a Report e il capo compartimento Anas di Milano dice: “Quel camion era troppo pesante e noi non sapevamo che su quel cavalcavia passassero carichi eccezionali".
Adesso i viadotti li stanno controllando tutti, ne hanno chiusi alcuni in Lombardia e su altri hanno limitato il peso dei camion. Anche noi ne abbiamo segnalati al presidente Armani, che sta provvedendo.

Gli investimenti in diamanti, consigliati dalle banche italiane, che tanto trasparenti non lo sono. Per i risparmiatori (e non per le banche): Consob deve vigilare o se ne deve stare a guardare?
Occhio al portafoglio, di Emanuele Bellano:
Le banche propongono ai risparmiatori di investire i risparmi acquistando diamanti. A venderli, in collaborazione con le banche, sono due società private: Idb Intermarket Diamond Business e Dpi Diamond Private Investment. Un mese fa Report denunciava che questi diamanti sono venduti a un prezzo doppio rispetto al loro valore di mercato. Da allora tanti risparmiatori sono tornati in banca con l'obiettivo di rivendere i diamanti acquistati. Delle tante persone però che si sono rivolte alle associazioni dei consumatori e dei gioiellieri nessuna finora è riuscita a disinvestire il proprio diamante. A controllare dovrebbe essere Consob che nel 2013 però ha detto che le banche possono vendere diamanti senza l'obbligo di fornire ai clienti la garanzia del prospetto informativo. Eppure, proprio alcuni mesi prima della decisione di Consob, la Corte di Cassazione aveva analizzato il caso di un'altra società che proponeva un investimento in diamanti stabilendo che in quel caso si trattava di prodotto finanziario e punendo quindi l'assenza di prospetti informativo. Dopo il servizio di Report Consob ha annunciato che analizzerà di nuovo il caso. Cosa farà?

La mezza frode dei gettoni d'oro della Rai: non è tutt'oro quello che luccica, specie i gettoni che arrivano dalla banca Etruria (sempre lei).

L'anteprima su Reportime:


A caval donato, di Sigfrido Ranucci:
A distanza di sei mesi si torna a parlare dei gettoni d’oro dalle Rai prodotti dalla Zecca. Ad aprile scorso avevamo scoperto che a una vincitrice di Perugia la Zecca dello Stato aveva coniato come oro puro 999,9 dei gettoni che invece, fatti analizzare da un laboratorio legale, erano risultati sotto titolo: 995. Si tratterebbe di frode in commercio, e a essere frodati sarebbero la Rai, che dalla Zecca compra oro 999, e i vincitori. Report ha scoperto un’altra frode che se confermata sarebbe di ben altre dimensioni.

Il modello per l'integrazione dei migranti proposto da Report: chi si sta opponendo? i sindaci lo vogliono o no?
La via d'uscita, di Claudia di Pasquale:
È in atto la più grave crisi migratoria dal secondo dopoguerra, la risposta dell'Europa è stata quella di firmare un accordo con la Turchia per bloccare la rotta balcanica, mentre i vari stati europei hanno chiuso le frontiere. Qual è stato l'effetto di queste politiche per l'Italia? L'aumento dei migranti che sbarcano e restano nel nostro paese.Per evitare l'instabilità, nella scorsa edizione abbiamo provato a costruire un progetto pragmatico a gestione pubblica e con supervisione europea, che consenta di organizzare in modo rigoroso l'identificazione, la formazione e lo screening dei richiedenti asilo. Cosa ne pensano i sindaci? Ne abbiamo parlato con sia con quelli che "accolgono" che con quelli che in questi mesi si sono opposti all'arrivo dei migranti nei loro territori.

La storia della torretta storica di Verona, riempita da ripetitori tv abusivi.
Telescrocco, di Sigrido Ranucci e Giulio Valesini
Report torna dopo un anno a Verona per occuparsi ancora dell'incredibile storia di abusivismo delle Torre Massimiliana occupata da circa quaranta antenne di ripetitori radio-televisivi. Chi li ha installati ha violato il vincolo di tutela per i beni storici e culturali e non ha mai chiesto un'autorizzazione al demanio, proprietario dell'importante monumento. Tra gli abusivi c’è il gruppo Athesus, presieduto da Gianluca Rana, figlio di Giovanni, e di proprietà dei più importanti industriali di Verona e Vicenza e Telenuovo tra le più importanti realtà editoriali della provincia di Verona. A oggi una soluzione per liberare il monumento dalle antenne abusive ancora non è stata trovata e nessuno degli editori ha ancora pagato gli indennizzi richiesti dal Demanio.

La guerra dei brevetti di Luca Chianca:

Dove c'è un marchio riconducibile al Made in Italy c'è Luca Cordero di Montezemolo. Lo troviamo ospite ai convegni che promuovono il brand Italia, presidente del comitato promotore per la candidatura alle olimpiadi di Roma 2024. E come dimenticare Italia '90 e i suoi 19 mondiali vinti con la Ferrari. Ma da presidente della Ferrari, oltre alle vittorie della Formula 1, come ha gestito il marchio del Cavallino rampante, dal valore di oltre quattro miliardi di dollari? Nel 2002 lo ha affidato al cognato Lorenzo Bassetti che ha aperto fino a 18 punti vendita in tutta Europa ma dopo 14 anni di contratti qualcosa è andato storto. In ballo c'era la fusione tra Fiat e Chrysler e Ferrari voleva risolvere tutti i contenziosi e a scoperchiare le carte di questa storia c'è una causa civile presso il tribunale di Milano in cui l'avvocato Giulio Azzaretto, che ha portato a conclusione la chiusura dei contratti con il cognato di Montezemolo, fa causa proprio alla Ferrari per il mancato pagamento di ben 2,7 milioni di euro per il lavoro svolto.

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