09 dicembre 2016

Una questione di percezione

Mentre facevo colazione, ieri mattina seguivo la trasmissione coffee break su La7, dove si affrontavano tanti argomenti legati al post referendum.
Per esempio, come mai tanti giovani hanno votato no alla riforma: eppure i numeri sull'occupazione dicono che le cose siano migliorate rispetto ad anni fa, eppure questo governo in questi mesi ha fatto una grande campagna per informare le persone, ha messo i soldi sulle pensioni, per la povertà..
E' un problema di percezione, sentenziavano i due giornalisti in studio (La Stampa e il sole 24 ore).

Nel frattempo era partito un collegamento per raccontare la protesta dei dipendenti Ikea, a Roma: una dipendente, assunta col contratto a tutele crescenti, raccontava i suoi problemi di lavoratrice e madre, le domeniche lavorative (non previste in contratto, secondo la sua versione), i turni di 10 ore.

Forse non esiste solo un problema di percezione, dal basso, da parte dei giovani che votano no di pancia, rancorosi, contro chi governa, a prescindere.
Forse esiste un problema di percezione dall'alto, dove non si vedono altro che i numeri dell'occupazione, gonfiati dai voucher e da una statistica che considera occupato anche chi lavora 1 ora sola.

Mi chiedo se i signori del si, quelli che hanno votato si ad una riforma che non era perfetta ma che almeno cercava di cambiare le cose, sono a conoscenza di questo mondo o se sono rimasti arroccati nei loro quartieri di centro città, Milano, Roma..

L'amaca di Michele Serra del 5 dicembre

Viste da vicino, certe riforme e certi riformisti, hanno un sapore tutto diverso.
E non si può sempre buttare la palla in tribuna tirando in ballo l'odio e la pancia.

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