31 gennaio 2016

Presa diretta - il bullismo in rete e il referendum dell'acqua

Come di consueto sono due le inchieste di cui si occuperà Presa diretta questa sera: il cyber bullismo e il referendum sull'acqua.

Partiamo dal cyber bullismo dall'educazione sessuale degli adolescenti: ieri sera in piazza esponenti del mondo cattolico si sono ritrovati in piazza a Roma per il "family day", per segnalare al governo la loro opposizione al DDL Cirinnà, che istituisce il sistema della unioni civili con la possibilità dell'adottabilità del figlio del coniuge.
Due le parole d'ordine guidavano la piazza a mio avviso: difendiamo la famiglia tradizionale e Renzi ce ne ricorderemo.
La famiglia tradizionale sarebbe quella del papà, della mamma e dei figli belli e sorridenti che si ritrovano tutti assieme a colazione prima di andare a scuola o al lavoro. La mamma, no, lei deve rimanere a casa a fare i mestieri...
Peccato che le cronache raccontino un'altra versione: quelle dove le donne (la parte debole della coppia) vengono picchiate, violentate fino a rischiare la morte per mano del proprio partner o dell'ex.
Una brutta immagine, per cui non sono ancora state organizzate manifestazioni di piazza, contro quegli uomini violenti di cui pure si era occupata una puntata del 2012 di Presa diretta "Se questi sono gli uomini".
La piazza, come anche la Cei, ha tirato pure in ballo la Costituzione, anche qui a sproposito secondo me: la carta mette davanti a tutto i principi generali e le persone, poi vengono le leggi.
La nostra Costituzione recita all'articolo 2 "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità ..".
Non c'è scritto che due omosessuali non possono avere gli stessi diritti di coppie eterosessuali.
Le cronache purtroppo raccontano anche altro, ed è questo l'approfondimento che farà Presa diretta col servizio di Liza Boschin e Giulia Bosetti: il rapporto tra gli adolescenti e l'affettività e il sesso.

"Un ultimo saluto: le parole fanno più male delle botte .. grazie per il vostro bullismo vi ho fatto un favore": queste le ultime parole lasciate da Carolina, prima di suicidarsi, buttandosi dal balcone di casa a Novara.
Una brutta storia che verrà raccontata dal padre che ci parlerà di una ragazza sensibile, un video messo in rete (durante una festa con amici), e un'adolescente che all'improvviso si è sentita messa all'angolo, senza via d'uscita.
Per colpa di quel video messo in rete, per cui ora sei ragazzi sono stati indagati dalla magistratura.
Con quel gesto Carolina ha voluto far capire ai suoi amici (?) che dovevano smetterla, per tutto il male che hanno fatto.
Per colpa del cyber bullismo si muore e si uccide: nel resto d'Europa si fa educazione sentimentale e sessuale e in Italia no. Quali sono le ragioni di quelli che si oppongono a questa educazione?
In Italia esiste questo tabù del sesso per cui non se ne può parlare nelle scuole, nelle famiglie (perché non c'è tempo, perché i genitori sono impreparati) e dunque i ragazzi apprendono di sesso e affettività solo attraverso la rete e la televisione.
Il servizio confronterà la situazione dell'Italia con quella di altri paesi europei come l'Olanda, dove si inizia a parlare di educazione sessuale a 4 anni.

La scheda del servizio: Il tabù del sesso - Presa diretta

A PRESADIRETTA ancora una puntata con due diverse inchieste. Nella prima parte si parlerà di educazione sessuale e affettiva tra gli adolescenti e di bullismo, mentre nella seconda pagina scopriremo come stanno le cose a quattro anni di distanza dalla vittoria del Referendum per il ritorno all’acqua pubblica.IL TABU’ DEL SESSO. Un viaggio tra gli adolescenti italiani e il loro rapporto con la sessualità, il sexting, il bullismo, la cattiva informazione sul sesso, le discriminazioni di genere, per scoprire se esiste in Italia il Tabù del sesso. A PRESADIRETTA tante storie e testimonianze inedite dei parenti di ragazzi vittime del bullismo e del cyber bullismo, il parere degli esperti, degli psicologi, dei ragazzi e dei genitori.Perché nel nostro paese non si fa una buona educazione sentimentale e sessuale tra i ragazzi?Le telecamere di PRESADIRETTA sono andate anche in Germania e in Olanda, paesi con modelli culturali ed educativi diversi dai nostri. In Germania l’educazione sessuale è materia obbligatoria in tutte le scuole. In Olanda “l’educazione multidisciplinare alla sessualità” comincia a 4 anni, sempre a scuola. Ed è il paese con la più bassa incidenza di gravidanze tra gli adolescenti d’Europa e l’età media più alta del primo rapporto sessuale, 17 anni.

Il secondo servizio riguarderà l'acqua pubblica: 27 milioni di italiani 4 anni fa hanno votato per mantenere pubblico il servizio dell'acqua. Significava togliere dal mercato questo settore che vale svariati miliardi e di cui si era occupato il governo Berlusconi in una delle sue tante leggi. Il famoso decreto Ronchi garantiva alle società private che si sarebbero occupate del servizio un profitto garantito, senza obblighi di investimenti nelle strutture.
Il risultato sarebbe estendere a tutta l'Italia situazione come quelle di Agrigento o della provincia di Arezzo (di cui si era occupata Presa diretta nell'inchiesta Acqua rubata nel 2010), dove le tariffe sono aumentate e il servizio è peggiorato.

"Cosa succederà in Italia quando diventerà operativo il Decreto legge 135, per la parte relativa alla privatizzazione dell'acqua?Succederà quello che sta già succedendo nei comuni dell'agrigentino.Le bollette aumentano, il privato che si era impegnato in investimenti nel servizio, sulla rete, non investe nulla e i cittadini continuano a ricevere l'acqua a singhiozzo.E quando arriva l'acqua, è pure imbevibile.
Il privato, ad Agrigento, che ha vinto la gara come, si fa per dire, come unica azienda partecipante, si chiama Girgenti acque Spa.Contro questa impresa si sono schierati 23 sindaci, contrari alla privatizzazione.
Nel resto d'Italia, l'inchiesta di Iacona svelava un aspetto che mi ha colpito: a mantenere l'acqua nel pubblico sono spesso sindaci amministrazioni di centrodestra.Come a Menfi (il sindaco Botta), Biella, dove i comuni montani si sono consorziati nel "consorzio acque libere".Solo grazie alle bollette, i comuni riescono a mantenere efficiente la rete, a fare investimenti (come il filtro antibatterico), senza bisogno di privati.Anche a Milano, comune e provincia (sempre governati dal centrodestra), l'acqua è pubblica: un'acqua pulita, gestita dall'azienda Metropolitana Milanese.
In provincia, la Ami Acque ha dislocato i distributori "case dell'acqua", dove le persone arrivano con le bottiglie vuote e si fanno il pieno.Significa che l'aqua può essere gestita in modo efficiente dal pubblico.
Dove l'aqua è stata privatizzata è nel comune di Arezzo, primo comune a privatizzare nel 1999.L'allora sindaco Paolo Ricci è oggi presidente Nuove Acque Spa, società mista, dove il pubblico è al 60% e il privato è la multinazionale francese GDF Suez.Ad Arezzo hanno le bollette più care di Italia, a fronte di investimenti solo promessi; non solo, l'azienda che gestisce l'acqua è pure in rosso: 55 milioni di debiti, coperti dai comuni che si sono indebitati con le banche.
Di fatto, a gestire il servizio, non è più il comune. L'Amministratore Delegato è nominato dal privato; gli investimenti governati dalle banche.Ad Anghiari, il sindaco del Partito Democratico si è opposto alla cessione delle azioni, ma verrà ascoltato e supportato dai vertici del partito?E' un paradosso, quello visto.A voler l'acqua pubblica sono amministrazioni di destra.Cosa succederà quando il governo centrale imporrà la vendita al privato? Assisteremo a nuove scene come quelle di Val di Susa?Parliamo di una torta di 8 miliardi di euro all'anno, il bene acqua."

Ma la volontà degli italiani è stata rispattata? Dal 2011 non è stata mai ratificata una legge che sancisse l'esito del voto, che mettesse dei vincoli chiari ai privati che entrano in questo settore. Come in Sicilia e Campania, per esempio, dove poche società private dovrebbero garantire l'erogazione e la qualità del servizio. Sarà vero?
Le ultime leggi di stabilità inoltre spingono i comuni a vendere le loro quote delle società di servizio: nell'intervista a Life Gate, Alessandro Macina
"si va verso una riorganizzazione del settore che vuol dire razionalizzazione e accorpamento sotto pochi grandi gestori in grado di fare gli investimenti necessari per rimediare ai gravi ritardi del sistema idrico e fognario italiano. Secondo molti osservatori, si finirà per favorire i big del settore, quotati in borsa, che fanno utili con l’acqua. E se così fosse, sarebbe il contrario di quanto chiesto dai cittadini con il referendum. Ma la logica economica impone di trovare soggetti in grado di investire e molto nel settore, si parla di 5 miliardi all’anno. Vedremo se queste società sapranno risolvere questi problemi" .

La scheda del servizio "Acqua il referendum tradito"
E poi la seconda pagina con ACQUA IL REFERENDUM TRADITO. Era il 2011 e gli italiani votarono in massa per dire si all’acqua pubblica, 27 milioni di cittadini alle urne. Come è andata a finire? Perché l’esito della consultazione referendaria non è mai stato ratificato da una legge nazionale e l’acqua è ancora affidata al mercato?PRESADIRETTA è stata in Sicilia, dove una legge regionale per il ritorno all’acqua pubblica ci sarebbe, ma non è ancora cambiato nulla. La Regione ha il record di gestori privati, sono 5 su 9 che dovrebbero garantire erogazione, controllo della qualità e servizi. Ma come vanno davvero le cose?Anche in gran parte della Campania l’acqua è ancora affidata al mercato, ma il Comune di Napoli è l’unica grande città italiana che ha scelto la gestione interamente pubblica del servizio idrico. Le tariffe oggi sono tra le più basse d’Italia e l’azienda ha chiuso l’ultimo bilancio con 8 milioni di euro di utili.IL TABU’ DEL SESSO” e “ACQUA IL REFERENDUM TRADITO” sono un racconto di Riccardo Iacona con Liza Boschin, Giulia Bosetti, Alessandro Macina, Raffaella Notariale, Andrea Vignali.

29 gennaio 2016

Senza oneri per lo Stato

Così la Cei a conclusione del Consiglio episcopale, sulle unioni civili:
«si è espressa la consapevolezza della missione ecclesiale di dover annunciare il vangelo del matrimonio e della famiglia, difendendo l’identità della sua figura naturale, i cui tratti sono recepiti nella stessa Carta costituzionale».

Nella stessa carta costituzionale si parla anche dell'istruzione privata (art. 33), specificando che deve essere "senza oneri per lo Stato".
Come la mettiamo? 

Antropologicamente uguali

«Direttori e politici dovrebbero tutti cambiare mestiere, andarsene a casa, Politici e direttori di questi giornali, come La Stampa e il Corriere dovrebbero cambiare mestiere»: così Silvio Berlusconi parlando con i cronisti. «Altro che conflitto di interesse e Berlusconi...».Silvio Berlusconi 2008 Unità 
"La lettura dei giornali di oggi ci consegna un panorama desolante per la democrazia italiana. Il Presidente del Consiglio, in evidente difficoltà, cita in giudizio le dieci domande che da mesi gli rivolge il quotidiano La Repubblica. Come se non bastasse, il Giornale, quotidiano di proprietà del premier, rivolge oggi un attacco strumentale al direttore dell'Avvenire Dino Boffo. Direi che la misura è colma: vengono colpite testate che hanno in comune una caratteristica principale, quella di esprimere il dissenso nei confronti dei comportamenti del Presidente del Consiglio". Lo dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato.Anna Finocchiaro su Adnkronos, 2009
In fondo perché dolersi di quel Verdini di cui Gotor (minoranza PD) rivendica l'essere "antropologicamente diversi"?
L'insofferenza per i talk show che criticano il governo (qualunque colore sia). 
Perché gli editti non sono né di destra né di sinistra, come gli attacchi a Saviano, a Report, a Iacona o a Giannini e Floris.
La cooptazione degli amici (specie se toscani). 
L'arte dello scaricabarile (e nel non prendersi le responsabilità).
L'utilizzo del manuale cencelli (o renzelli) nell'assegnare le poltrone agli alleati per tenerseli buoni.

28 gennaio 2016

Noli me tangere, di Andrea Camilleri

Incipit
5 giugno 2010 
«Mattia?» 
«Come va, cara?» 
«Ora meglio, la casa si è riscaldata e ho potuto lavorare. Da quando non ci venivamo?» 
«Fammi pensare… Da gennaio.» 
«Ho dovuto anche pulire un po’. C’era polvere dappertutto.» 
«Hai cenato?» 
«Sì.» 
«Come ti senti?» 
«Meglio.» 
«Passato il ghibli?» 
«Quasi del tutto. Ora vado a farmi un bel sonno.» 
«Mi chiami domattina?» 
«Alle nove va bene?» 
«Va benissimo.» «Buonanotte, Mattia.» 
«Buonanotte, cara.»

Una poesia, Furibondo” di Dino Campana, dove nei suoi versi finali il poeta impugna la gola della donna amata e vittorioso entra nella "patria antica".
Un quadro, “Noli me tangere”dove il Beato Angelico, che raffigura l'apparizione di Gesù, dopo la resurrezione, a Maria Maddalena. E di fronte al desiderio di toccarlo, Gesù risponde con “non mi toccare”.
Un testo teatrale di Eliot, “Cocktail Party”, dove si parla del tormento di una donna e della cura proposta da uno psicanalista.
Questi i primi indizi di un enigma, cui in seguito se ne aggiungeranno altri: l'enigma riguarda la scomparsa della scrittrice Laura Garaudo, la giovane moglie del famoso scrittore Mattia Todini. Anche lei scrittrice, nonché esperta d'arte. Un giorno, anziché andare a riposarsi nella sua villa in campagna, sparisce, senza lasciare tracce.
O meglio lasciando tante piccole impronte del suo girovagare per l'Italia.

Beato Angelico - Noli me tangere
 Perché, nonostante le prime ipotesi, non è stata rapita.
E non è sparita per farsi pubblicità per i suoi libri, come qualcuno inizialmente lascia ipotizzare.
L'enigma della scomparsa è quello che deve risolvere il commissario Maurizi, che, andando a sentire gli amici della giovane (e molto attraente) donna, si ritrova di fronte ad un enigma ancora più grande. Chi è veramente Laura?

Ciascuno degli amici ne da un'immagine diversa: una donna senza anima, che passava da un amante all'altro. No, una donna tormentata, che non teneva da conto i suoi averi. Non è vero, era una donna arida come il deserto, dove soffia il ghibli che tutto nasconde....
A modo suo, Laura amava il marito, con cui aveva un forte legame e una forte complicità. E gli era fedele, nonostante gli strascichi delle sue passate relazioni.
Una personalità complessa dunque, fuori dalla morale comune, che dunque si prestava ad essere giudicata frettolosamente. Laura, inoltre, aveva dei momenti in cui si doveva nascondere al mondo, per rimanere sola: “ho il ghibli” diceva, e nessuno in quei momenti poteva avvicinarla.
«Non ho capito, scusi. Ha detto proprio ghibli? Ma il ghibli non è il vento del deserto?»«Mi scusi lei, sì, è il vento del deserto, ho adoperato una parola del nostro gergo famigliare. Diceva che aveva il ghibli, va’ a asapere perché lo chiamasse così, quando non aveva voglia di fare niente e se ne restava per ore a letto a guardare il soffitto. Silenziosa e di cattivo umore, guai a disturbarla. Interrompeva completamente i rapporti col mondo esterno, me compreso. Staccava la spina, come si usa dire. Le capitava almeno una volta ogni due mesi, poi dopo qualche giorno le passava e tornava a essere…»«Da cosa erano causati questi sbalzi d’umore?»«Da niente di preciso.»

Inizia, mettendo assieme le testimonianze degli amici, le lettere spedite, "pizzinni" raccolti nei suoi libri, inizia a farsi un'idea più complessa della scrittrice:
"Ho la netta sensazione che il suo non sia uno spostarsi casuale, ma che Laura stia seguendo un tracciato preciso. Con tappe obbligate. Come se facesse un viaggio iniziatico o un rito purificatorio o un vero e proprio pellegrinaggio".

L'enigma della scomparsa diventa così l'enigma per comprendere l'anima di una donna. E per comprendere la sua frenesia amorosa, il perché dei tanti amanti, e il perché di quei tre indizi: il dipinto, la poesia di Campana e lo spettacolo di Eliot.

La scheda del libro sul sito Mondadori e la pagina sul sito Vigata.org
I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon.

L'Europa è finita, viva l'Europa

L'Europa è finita, mettiamoci il cuore in pace.
Esiste solo per tenere assieme gli interessi dei paesi più forti, quelli del nord.
Per il resto, è tutto finito, con la decisione, un paese alla volta, di non rispettare Schengen, di chiudere le frontiere, della linea dura contro i richiedenti asilo.
La solidarietà tra i ricchi paesi del nord, ben lontani dai profughi e quelli del sud che invece dovranno sempre più arrangiarsi con i disgraziati che sfuggono da guerre e fame. Per l'Europa possono girare solo merci (specie se serve a fare un danno ai paesi del sud) e i soldi.
Rimarrà in piedi solo uno un simulacro di Unione Europea, che rappresenterà i pochi che ancora vanno a votare. Come in Italia del resto.
Dove, dopo i fatti di Parigi, avevamo promesso che non avremmo rinunciato ai nostri valori, che avremmo risposto al terrorismo con la cultura.
E poi abbiamo coperto le statue per non infastidire il presidente iraniano.

Giornata della memoria - il discorso di Himmler

E' un documento importante, questo: uno dei pochi discorsi che sono arrivati fino a noi di Himmler, tenuti di fronte a degli ufficiali.
C'è una parola che viene ripetuta nel discorso, quasi in modo osceno per il contesto in cui è contenuta: la parola decente.
Atteggiamento decente verso gli animali .. come gli animali umani .. ognuno ha un ebreo decente ..

Questa era la mentalità "normale" delle SS e questa era la mentalità "normale" di molti tedeschi: l'oscenità del discorso è utile però a capire quello che era la Germania e l'Europa dei giorni della soluzione finale.
"Un principio deve essere assoluto per una SS: dobbiamo essere onesti, corretti, leali e camerateschi con nostri consanguinei e con nessun altro. Quello che accade ai Russi, quello che accade ai Cechi, mi è assolutamente indifferente. Tutto il sangue buono che può trovarsi tra le diverse nazioni dovremo acquisirlo per noi, se necessario portando via i bambini e facendoli crescere tra noi. Che gli altri popoli vivano confortevolmente o muoiano di fame mi interessa solo nella misura in cui ne abbiamo bisogno come schiavi per la nostra cultura; a parte ciò, il loro destino non mi interessa affatto. Che 10.000 donne russe periscano per esaustione mentre scavano una trincea anticarro mi interessa solo nella misura in cui la trincea anticarro è completata per la Germania. Non dobbiamo essere rozzi e spietati se non necessario, è chiaro. Noi tedeschi che siamo il solo popolo al mondo ad avere un atteggiamento decente verso gli animali, assumeremo un atteggiamento decente anche verso questi animali umani, ma è un crimine contro il nostro stesso sangue preoccuparci di loro e attribuirgli ideali.
Vi parlerò qui con grande franchezza di un argomento molto serio. Dobbiamo ora discuterne apertamente tra di noi, ma non di meno mai accennarne in pubblico. Mi riferisco alla evacuazione degli ebrei, allo sterminio del popolo ebraico. Si tratta di una di quelle cose che sono facili da dire. "Il popolo ebraico deve essere sterminato" sostiene ogni membro del partito. "E' chiaro, è parte del nostro programma, la eliminazione degli ebrei, lo sterminio, ebbene, lo faremo". Ma ecco che vengono tutti, gli 80 milioni di buoni tedeschi, e ognuno ha il suo ebreo decente da segnalare. Certamente gli altri sono maiali, ma questo  è proprio un ebreo speciale. Di tutti coloro che parlano così nessuno ha dovuto assistere, nessuno ha dovuto sopportare. La maggioranza di voi sa che cosa significhi vedere cento cadaveri che giacciono insieme, cinquecento o mille. Essere passati attraverso tutto ciò e, a parte qualche caso, esempio di debolezza umana, essere rimasti decenti, questo ci ha reso duri. Questa è una pagina gloriosa nella nostra storia che non è mai stata scritta né sarà mai più scritta in futuro.
Abbiamo sottratto agli ebrei le  loro ricchezze. Per noi stessi non ne abbiamo trattenute. Individui che abbiano contravvenuto a questo principio saranno puniti conformemente a un ordine che ho emesso in principio e che minaccia: chiunque sottragga anche solo un marco morirà. Un certo numero di SS, non molti, hanno disobbedito a questo ordine e moriranno, senza pietà. Abbiamo il dovere morale, abbiamo il dovere verso il nostro stesso popolo di uccidere questo popolo che voleva ucciderci. Ma non abbiamo alcun diritto di arricchirci anche solo di una pelliccia, un orologio, un marco o una sigaretta o altro. Non rimarrò inerte a osservare che la minima infrazione trovi spazio qui. Laddove si verifichi, la cancelleremo insieme. Approssimativamente, comunque, possiamo dire di avere adempiuto questo compito per amore del nostro popolo. E non ne abbiamo sofferto danno nella nostra interiorità, nella nostra anima, nel nostro carattere".
Non possiamo essere deboli, nei confronti degli ebrei, dobbiamo essere duri: dobbiamo questo per amore del nostro popolo, per la purezza della nostra anima... Vi sembra di aver già sentito oggi queste parole?
Vero, anche se manca affinché tutto questo sia declinabile ai nostri giorni, solo il riferimento ai valori.
Prima i tedeschi , prima noi..

27 gennaio 2016

Noli me tangere, il dipinto del Beato Angelico - secondo indizio

“Ora, se lei guarda l’affresco dell’Angelico, vede la Maddalena inginocchiata, col braccio destro proteso verso i piedi di Gesù ma con il braccio sinistro levato più in alto rispetto al destro e con la mano semiaperta assai vicina a quella di Gesù. Mano, quella di Gesù, che a sua volta non sembra fare un deciso gesto d’allontanamento. Tutt’altro. È come se si fosse appena aperta per lasciar scivolare via qualcosa che un momento prima aveva stretto.
Ebbene, Laura rilevò questa sostanziale ambiguità che l’affresco esprime e subito esclamò: “Ma si sono già toccati!”. E alla mia richiesta di un chiarimento aggiunse che le pareva evidente che l’Angelico aveva voluto raffigurare il momento immediatamente successivo a quello in cui la mano sinistra di Maria Maddalena e quella destra di Gesù si erano afferrate l’un l’altra e poi rilasciate per l’intimazione di Gesù” 
(Andrea Camilleri, Noli me tangere Mondadori, p. 60)
Secondo indizio per capire l'enigma del libro Noli me tangere, di Andrea Camilleri.
La scheda sul sito di Mondadori e sul sito Vigata.org 

Noli me tangere - primo indizio

Abbracciata io l’aveva. 
Mentre affannoso delle cieche ebbrezze 
Sul limitare cieco brancolavo 
E accelerati colpi replicavo 
Sopra la porta di eterne dolcezze: 
All’improvviso sopra la mia schiena 
S’alzò e ricadde martellando sordo 
E ritmico il suo piede. Fu il ricordo 
Dell’attimo fuggente, nella piena Fantastica l’appello della morte. 
Ardendo disperatamente allora 
Raddoppiai le mie forze a quell’appello  
Fatidico e ansimando la dimora 
Varcai del nulla e dell’ebbrezza, fiero 
Penetrai, nel fervore alta la fronte 
Impugnando la gola della donna 
Vittorioso nel mistico maniero 
Nella mia patria antica nel gran nulla.
Primo indizio per capire l'enigma del libro Noli me tangere, di Andrea Camilleri.
La scheda sul sito di Mondadori e sul sito Vigata.org

La giornata della memoria, in un mondo senza memoria

L'anniversario per la giornata della memoria dovrebbe essere occasione per una riflessione più profonda su cosa sia stata la Shoà, il genocidio della popolazione ebraica in Europa da parte dei nazisti.
Se non si vuole rendere questo 27 gennaio la solita giornata di celebrazioni fini a se stesse e di parole vuote, l'Europa dovrebbe fare i conti con la propria coscienza sporca.

Non solo perché il genocidio degli ebrei è stato portato avanti anche grazie alla collaborazione delle altre nazioni occupate (qui in Italia, per esempio, avevamo un campo di concentramento a Fossoli e un campo con forni alla Risiera di San Sabba).



Ma perché quanto abbiamo visto accadere, nelle democrazie europee nei confronti dei profughi siriani (e delle altre nazioni in guerra) ricorda molto da vicino quanto già visto negli anni precedenti la seconda guerra mondiale. Lo spunto per questa riflessione me lo ha dato l'intervista a Gad Lerner, domenica sera, quando ha presentato il film “Il figlio di Saul” a Che tempo che fa.

Le nazioni che chiudevano le porte agli ebrei in fuga, dalla Germania e dalle altre nazioni dell'est Europa.
Che non volevano accettare i profughi al loro interno per il timore che accolti i primi, ne sarebbero arrivati altri. I governanti che temevano la reazione delle brave persone: ma come spendete soldi per gli ebrei in fuga, mentre ci sono tanti poveri cui pensare prima ..
Usa, Canada, Gran Bretagna e altri Paesi avrebbero potuto accogliere i rifugiati ebrei già alla fine degli anni Trenta, ma si rifiutarono. Nel 1938, alla conferenza sui rifugiati ebrei che si tenne a Evian-les-Bains, in Francia, parteciparono 32 Paesi. Nessuno, tranne la Repubblica Dominicana e la Bolivia, rivide le proprie quote d’immigrazione. Una colpa grave, accusa oggi il Centro Simon Wiesenthal, organizzazione ebraica internazionale per i diritti umani. Non solo: nel 1939, 900 ebrei, tra cui molti bambini, salparono da Amburgo sul transatlantico di lusso St Louis alla volta di Cuba, sperando di raggiungere così gli Stati Uniti. Giunti all’Havana, furono rispediti in Europa. Almeno 250 di loro sono morti nell’Olocausto [Dal Fatto quotidiano del 26 gennaio 2015].




Le grandi democrazie non seppero o non vollero vedere cosa succedeva agli ebrei: la perdita dei diritti civili, la perdita dei beni, la cacciata dalle loro case.
Tutto questo è accaduto prima, prima della Seconda Guerra Mondiale, della soluzione finale e dello sterminio di Auschwitz Birkenau e degli altri campi.
L'eutanasia di stato, il considerare gli ultimi e gli indesiderati come un peso per la democrazia, un costo che non si poteva accettare.
E tutto questo sistema fu portato avanti non solo grazie ai sadici, ai violenti (che pure servivano nella catena dell'orrore): le leggi di Norimberga che diedero una base giuridica alla politica razziale della Germania nazista furono concepite da persone laureate. L'organizzazione dello sterminio e della “Soluzione finale” fu gestita da Adolf Eichmann, l'emblema della banalità del male (come lo definì nel suo saggio Hannah Arendt).




Vi ricorda qualcosa? Qualcosa che abbiamo visto anche di recente?
I profughi respinti, concentrati, trattati come merce indesiderata.
L'Europa che si spacca di fronte all'emergenza (che essendo tale da mesi non si potrebbe più nemmeno chiamare così).
L'Europa che arriva a requisire i beni ai profughi per ripagarsi dalle spese sostenute per l'accoglienza.
L'Europa che arriva a pagare dittatori (come Gheddafi o aspiranti tali come Erdogan) per occuparsi loro dei profughi siriani. Lontano dai nostri occhi perché noi democratici occidentali non vogliamo vederle quelle persone.
Dobbiamo preoccuparsi prima dei nostri cittadini, prima noi, prima gli italiani.
Come se la disoccupazione, il problema della casa, lo scivolamento verso il basso del ceto medio fossero colpa dei migranti ...
L'Europa che decide di sospendere Shengen di fronte agli sbarchi, alle persone che muoiono nel tentativo di attraversare quel braccio di mare che li separa dalla civiltà (dopo aver pagato i trafficanti di uomini per quel passaggio)

Non sto mettendo sullo stesso piano le due tragedie: per numero di vittime e per enormità del male, la Shoà è qualcosa di molto più vasto.
Le leggi razziali, i campi di concentramento, le deportazioni, l'organizzazione dei treni affinché i campi di sterminio potessero essere sempre riforniti di materiale umano, un'industria che si mise al servizio dello Stato nazista affinché si trovasse la soluzione migliore. Al problema della morte dell'ebreo.

Ma c'è anche un livello oltre al quale in pochi sono andati: il racconto dei Sonderkommando, gli ebrei che nei campi di sterminio avevano il compito di portare altri ebrei dentro le camere a gas.
Rassicurandoli. Dicendo loro che era una doccia per disinfettarli.

Il film di László Nemes (e prima ancora Tim Blake Nelson con “La zona grigia ”) porta lo spettatore dentro quell'orrore. La telecamera è perennemente piazzata dietro la testa del protagonista.
Entrerete con lui nella camera della morte, sentirete le persone gridare e premere sulle porte stagne delle camere a gas nell'estremo tentativo di sfuggire alla morte.
E, come il protagonista, vi abituerete a tutto questo. A questa “normalità” dell'orrore.
Perché anche questo è stato.


26 gennaio 2016

Unfit to Milan


L'Economist aveva fatto una copertina celebre, anni fa, su Berlusconi: "Why Silvio Berlusconi is unfit to lead Italia".
Ne servirebbe un'altra per il candidato sindaco di Milano, Giuseppe Sala: why is unfit to lead Milano?
Perché ha gestito Expo in modo non trasparente (per esempio sui costi e sugli ingressi).
Perché non si è accorto dei manager corrotti che gli stavano sotto.
Perché aveva detto che non avrebbe fatto politica né che si sarebbe candidato.
Perché ora che è tutto finito stanno venendo fuori tutte le magagne: i soldi per l'esondazione del Seveso, i lavori di ristrutturazione della sua villa fatti dall'architetto che ha lavorato per Expo, gli appalti senza gara (ad Eataly) ..

Sui diritti

Dice Bagnasco che quello dei figli non è un diritto (rivendicato dalle migliaia e migliaia di persone che sabato sono scese in piazza per il DDL Cirinnà).
Che i figli devono avere delle certezze, un padre e una madre ..
Ma oggi viviamo in un mondo dove una dopo l'altra crollano le certezze: quelle del lavoro, per esempio. 
I 1700 dipendenti dell'Ilva hanno occupato l'azienda per i timori legati al nuovo piano industriale. Perché va bene la sicurezza del padre e della madre, ma c'è anche la sicurezza di un posto di lavoro, di uno stipendio dignitoso.
E poi ci sono i diritti che stiamo negando, come Europa, ai profughi che scappano dai paesi in guerra.
Ghettizzati, reclusi in campi sorvegliati dalla polizia, marchiati, i loro beni presi dai governi come risarcimento per l'accoglienza ..

Ma tutto questo succede un po' lontano da Roma e magari poco interessa a Bagnasco (altrimenti verrebbe organizzato un migranti day, un lavoro day ..).
Non interessa dei migranti e non interessa dei diritti civili che non vengono molto tollerati in Arabia e Iran, nostri cari partner commerciali (anche dei politici che scendono in piazza per il family day).
E allora viene da pensare che più che ai diritti, interessi mantenere saldo l'asso del potere. 
Che poco ha a che fare coi diritti, che la nostra Costituzione (spesso tirata in ballo a sproposito) riconosce.

25 gennaio 2016

Sicurezza al massimo ribasso – Presa diretta

La seconda inchiesta di Presa diretta di ieri sera riguarda i 45mila vigilantes che controllano banche, Tribunali, luoghi sensibili: Federico Ruffo ha scoperto che se la passano molto male, come la nostra sicurezza.

Il servizio è partito dal Tribunale di Milano, il 15 aprile 2015: quando Claudio Giardiello sparò e uccise il socio un giudice e un avvocato, al suo processo per fallimento.
Nessuno, al momento, lo fermò, perché non ci si rende conto che è lui lo sparatore: ma come è entrato in Tribunale?

La vigilanza è stata affidata con un appalto al massimo ribasso: la prima metà per i vigilantes, la seconda per il servizio di portierato. I secondi costano la metà dei primi.

Da via Manara i portieri non controllano a fondo a chi entra, non fermano nessuno, non controllano l'identità. Non esiste nemmeno un metal detector, per risparmiare.
Solo un servizio di cortesia.

Giardiello dice di essere passato da via S Barnaba, nascondendo la pistola sotto il computer: anche qui i controlli possono essere saltati, mostrando un tesserino, simile a quello degli avvocati.
Così uno può entrare in un Tribunale, armato.
Anche i macchinari sono rotti, la manutenzione manca, dicono le persone che lavorano all'ingresso.

Il giornalista ha intervistato, Roberto, una guardia giurata che oggi è indagato per omicidio: siamo parafulmine - spiega - i vigilantes sono stati tagliati della metà per risparmiare.
Due lavoratori della All system raccontano di sicurezza fatta male, di personale non preparato, di gente messa lì e che è preparata solo per gestire eventi ma non per proteggere obiettivi sensibili.
Mancano dispositivi sniffer, le guardie armate sono poche e di notte si vede solo una persona di pattuglia. Parliamo del Tribunale di Milano, non di una palazzo qualsiasi di Milano.

Il Sia Consap aveva denunciato i problemi di vigilanza: l'esposto non ha avuto conseguenze da parte dei giudici del Tribunale e dopo l'attentato di Giardiello le misure di sicurezza non sono cambiate ..

Luigi Gabriele, avvocato di Federsicurezza ha fatto ricorso al TAR per l'appalto (che risale alla precedente Giunta Moratti): tutta colpa della spending review, dice. Tutti gli appalti per obiettivi sensibili sono fatti al massimo ribasso: quanto vale il ribasso a Milano e nelle altre città?
Alla domanda ha risposto l'assessore Rozza: l'appalto (giunta Moratti) per la sicurezza vale circa 12 ml per tre anni: il risparmio è stato di circa 2 ml di euro, per avere guardie non armate.
Non è sciacallaggio chiedersi se, in presenza di controlli più stringenti, ci sarebbero state lo stesso le tre persone morte.
Gianni Tonelli è sindacalista del SAP: sulla carenza del personale le cifre sono chiare, -45mila persone nella polizia. Si assumeranno 2500 persone l'anno prossimo, ma ne andranno in pensione 5000.
Poi ci sono i tagli ai costi per servizi: nel 1992 stanziavano 90ml di euro per le divise, oggi 18 ml di euro.

Non è solo a Milano il problema: a Varese si trovano guardie giurate all'ingresso e un metal detector che non viene usato. La gente passa a lato e nessuno mette la borsa sotto la macchina: chiunque può entrare e portarsi via dei fascicoli dalle cancellerie.
Qui, nel settembre 2002 un carabiniere uccise qui la moglie durante il processo per la separazione.

Stessa situazione a Venezia: si entra nella sezione fallimentare senza esibire un tesserino. Fascicoli sparsi ..

E' la sicurezza al massimo ribasso, come anche le condizioni di vita dei vigilantes.

Il mondo della società di sicurezza.
Il servizio si è poi dedicato al mondo di queste società: nascono e muoiono in continuazione, stipendi non pagati, appalti al massimo ribasso, guardie giurate non a norma per la sicurezza.
Vigilantes che raccontano di giubbotti antiproiettile comprati con i propri soldi, di orari di lavoro non rispettati, stipendi bassi (5,5 euro l'ora). Istituti che fanno tornare i conti grazie all'uso degli straordinari, turni senza riposo..

Cosa fanno gli ispettori del lavoro? Dal 2003, il governo Berlusconi ha cambiato la legge sugli istituti di vigilanza, niente multe si va in deroga: il controllo lo dovrebbe fare la Questura, almeno in teoria.
Ma sono controlli preannunciati, assieme all'ispettorato.

Quando sui giornali sentite un politico parlare di sicurezza contro il terrorismo, sapete ora quale sia la realtà dietro le apparenze.


Presa diretta – le unioni civili

Scialpi e Roberto Blasi hanno raccontato la loro esperienza di coppia omosessuale a Presa diretta: si sono sposati negli Stati Uniti ma il loro matrimonio non vale in Italia.
Così succede che, a seguito di un ricovero dell'ex cantante, il compagno è stato lasciato fuori dalla sala ricover: “Potevo morire e Roberto non avrebbe saputo niente” - commentano ora, lì c'è stata l'umiliazione, il sentirsi un cittadino di serie B.
Anche per i cani e gatti i politici danno diritti: per gli omosessuali no.
Cos'è per voi la famiglia? L'amore.

Sono migliaia le coppie che aspettano l'approvazione di una legge sulle unioni civili: ora la legge fortemente voluta da Renzi verrà votata al Senato.

Chi sono le coppie omosessuali che aspettano di diventare cittadini di serie A?
Ci si rende conto che si è di cittadini B nel momento della malattia: Federico Ruffo ha ascoltato la testimonianza di un manager Almaviva, Cesare, che ha perso il compagno, non ha potuto ereditare direttamente.
“Con Stefano eravamo un modello di famiglia”, ma per lo Stato eravamo peggio di cittadini di serie B, non avevamo diritti.
Ora Almaviva ha istituito un registro per le coppie omosessuali, per concedere le vacanze matrimoniali anche a loro.
Anche ATAC, l'università Alma Mater, il teatro Massimo a Palermo, DHL, Intesa, Telecom stanno facendo lo stesso: apripista è stata Ikea in Italia.
È stata una constatazione che i dipendenti sono uguali anche nella diversità: uguali nei diritti, estesi alle coppie di fatto. Sconto dipendenti, bonus per il matrimonio.
“Ha un costo, ma non è un costo, va chiamato correttezza” – dice il responsabile dei rapporti esterni.

Sergio Lo Giudice è un senatore PD che si è sposato in Norvegia: Luca è figlio di uno solo dei partner. E questo porta molti problemi, per le cure mediche, per la scuola.
Che genitori sono?
Sono una coppia che ha voluto fortemente questo figlio e che per questo hanno tante attenzioni: il figlio è nato in California, attraverso l'utero di una mamma surrogata.

A Palm Springs il giornalista ha incontrato una di queste “mamme”: ha donato tanti figli ad altre coppie, figli surrogati li chiama. Da il dono della vita ad altre persone: mi permette di aiutare altri a realizzare i loro sogni familiari, per aiutare il prossimo.
Si è creato un rapporto particolare coi genitori, ma mentalmente sapevo che non era mio figlio.

“Non sto vendendo il mio corpo e la legge qui è molto rigorosa2 – risponde alle critiche dei conservatori italiani (quelli che parlano di crimine contro le donne). Non lo faccio per i soldi, spiega: non c'è un prezzo per il bambino, ma solo le cure e i farmaci, e il tempo per cui mi assento dal lavoro. È il dono della vita, perché parlare di un prezzo?

Sarebbero almeno 2000 i figli di coppie lesbiche o gay: come le gemelle di Giovanna e Roberta.
Giovanna, una delle due mamme, è sicura: il paese è pronto a questa legge.
Per gli amici della coppia è tutto naturalmente semplice: c'è amore attorno alle gemelline, Emma e Giada, che non si sentono affatto due bambine diverse dalle altre.

Le sentenze dei giudici.
La prima sentenza per l'adozione dei figli è stata del giudice Cavallo a Roma: non ritiene di aver fatto una legge in vece dei parlamentari, ma ha applicato l'adozione per i singoli.
Siccome i cittadini sono tutti uguali, non si poteva discriminare: il faro della sua scelta è stata la serenità dei bambini.
Non c'erano motivi per rigettare questa scelta.

Sabato scorso 1 milione di persone sono scesi in piazza in Italia, a sostegno del DDL Cirinnà: FI e LN voteranno contro, a favore SEL, M5S e PD, sebbene una sua parte sia contraria.
L'alleato di Renzi ha promesso battaglia: Ruffo è andato in Senato a sentire cosa ne pensano.

Centinaio, capogruppo della LN: è contrario perché la legge permette l'adozione di qualunque tipo, tirando fuori anche la storia dell'uomo e del cane in Australia ..
Gasparri: c'è il rischio che si faciliti le procedure dell'utero in affitto, che sono illegali. Un crimine contro l'umanità, secondo Gasparri.
Formigoni: non vogliamo l'adozione, il matimonio gay è inaccettabile, è una unione la loro. L'omosessuale ricco che affitta una donna nel terzo mondo fa una violenza alle donne.
Fioroni, del PD: la famiglia è una e ha i diritti per tutti. Si possono concedere i diritti ai gay, ma è contrario alle adozioni, il figlio non è un diritto a qualunque costo.

La senatrice Cirinnà invece ritiene che l'adozione sia un tema fondamentale, non ci possono essere mediazioni: la stepchild adoption va chiamata in italiano, l'estensione ai gay della possibilità di adottare un figlio, la capacità genitoriale, su decisione di un tribunale.
Se si toglie l'articolo 5 si snatura la legge: non possiamo pensare che ancora in Italia si discrimini un uomo solo perché ama un altro uomo.
Siamo rimasti con la Slovacchia, Bulgaria e Lettonia.

L'utero in affitto non c'entra niente col DDL Cirinnà, è legato alla legge 40: la legge istituisce solo un registro per le unioni civili, con pari diritti alle coppie sposate.

Comunque, la possibilità di adottare un bambino, per le coppie omosessuali, esiste in molti paesi europei, se anche passasse, non saremmo in brutta compagnia.

24 gennaio 2016

Diritti civili e sicurezza – Presa diretta del 24 gennaio 2016

Anche sui diritti civili l'Italia è in fondo alle classifiche europee: aspettiamo ancora che venga approvato dal Parlamento il reato di tortura, ai disabili non viene garantito l'accesso alle strutture pubbliche (scuole, ospedali), sul femminicidio non abbiamo nulla da insegnare ai fondamentalisti.
La legge sull'omofobia è rimasta lettera morta, per l'ostruzionismo del centro destra (e di una parte del centro sinistra) nell'accettare che insulti e le violenze contro i gay fossero considerate un'aggravante
Le stesse difficoltà (e lo stesso ostruzionismo) le sta vivendo la legge sulle unioni civili che il governo Renzi ha messo in calendario (il DDL Cirinnà): d'un tratto sembra di essere tornati ai tempi del secondo governo Prodi, nei mesi in cui cercò di far approvare i Pacs, poi chiamati Dico, e infine abbandonati per la caduta del governo nel gennaio 2008.
Prodi (e le due firmatarie Bindi e Pollastrini) ebbero contro la Cei, le associazioni integraliste cattoliche e il centrodestra che, per bloccare la proposta di legge organizzarono il family day, una bella festa di piazza a Roma dove potevi incontrare i risposati Fini, Casini e Berlusconi. Oltre ad esponenti dello stesso governo, a titolo personale, certamente. In piazza c'erano anche i gonfaloni dei comuni, come quello di Milano.

Sono passati quasi dieci anni e ci ritroviamo punto e a capo: il DDL Cirinnà doveva essere approvato l'anno scorso, promettevano Renzi e Boschi.
Ma ora si ritrova impantanato nel fuoco incrociato dell'opposizione e della sua stessa maggioranza: parte dei senatori PD ha proposto un emendamento che prevede il carcere per chi il reato di "utero in affitto".
Discussioni su discussioni sulla "stepchild adoption", la solita frase in inglese per indicare il tema delle adozioni dei figli.

Il 30 gennaio ritroveremo in piazza ancora le stesse facce o quasi del nuovo family day, sempre contraria a che si conceda qualche diritto in più ai gay, alle lesbiche, in nome della tutela alla famiglia tradizionale.
Nel paese che, paradossalmente, spende meno di tutti per la famiglia: gli asili che non hanno mai posti a sufficienza, scuole pubbliche che vanno avanti grazie alle donazioni dei genitori, salari sempre troppo bassi e fermi (se confrontati con quelli di altri paesi europei).
Concedere qualche diritto in più a gay e lesbiche non toglie nulla agli altri: la sicurezza della famiglia è messa a rischio dalla crisi nel mondo del lavoro, dalle delocalizzazioni, dalla sanità che diventa sempre più cosa da ricchi ...


Ma chi sono le persone che non rientrano nella casistica delle famiglie tradizionali? Chi vita fanno? Chi diritti hanno oggi?

A PRESADIRETTA una puntata sull’attualità più calda del momento con due diverse inchieste, il dibattito sulle Unioni Civili e la verità sulla sicurezza privata nel nostro paese. UNIONI CIVILI. Nei giorni in cui il Senato si prepara a votare il disegno di legge Cirinnà, che disciplina le unioni civili per le coppie omosessuali e la convivenza in genere, PRESADIRETTA racconta le storie reali di chi vive l’esperienza di una famiglia diversa da quella tradizionale. Una riflessione sulla necessità di fare i conti con i cambiamenti della società e delle famiglie che la compongono.Le telecamere di PRESADIRETTA hanno raccolto le storie di coppie omosessuali, di mamme e di papà che si sono sentiti discriminati, di imprenditori che hanno deciso di estendere ai propri dipendenti omosessuali le stesse tutele degli altri lavoratori. La testimonianza dell’ex presidente del tribunale dei Minori Melita Cavallo e quelle dei politici coinvolti nel dibattito di questi giorni.Il racconto di una donna americana, già madre di tre bambini, che ha deciso di portare avanti due gravidanze surrogate per donare un figlio a chi diversamente, non potrebbe conoscere la gioia di essere genitore.

E poi la seconda pagina di Presa diretta: si parla di sicurezza, ma non per declinarla nel solito discorso degli immigrati e zingari che vengono a rubarci nelle case.
È la Sicurezza che ci aspettiamo quando entriamo nei luoghi pubblici, o nelle esposizioni come Expo, nelle banche. A chi viene affidata questa sicurezza, che regolamentazione c'è oggi su queste società, che controlli sono messi in atto.
Si parte dalla strage al Tribunale di Milano, l'aprile passato: come ha fatto l'imprenditore (accusato di bancarotta) Giardiello ad passare i controlli armato di una pistola?
SICUREZZA AL MASSIMO RIBASSO: un viaggio tra le guardie giurate, i vigilantes, gli addetti alla sicurezza privata, un esercito di 40mila lavoratori spesso sfruttati e malpagati.A loro viene affidata la sicurezza di luoghi sensibili, pubblici e privati. Dopo la drammatica vicenda dell’aprile dell’anno scorso, quando Claudio Giardiello entrò nel Tribunale di Milano dove era atteso per un processo e sparò lasciandosi alle spalle tre morti e due feriti, come viene tutelata la sicurezza dei nostri Tribunali?Le telecamere di PRESADIRETTA sono entrate nei Tribunali italiani, a Milano, a Varese, a Venezia e hanno scoperto che è ancora troppo facile sottrarsi ai controlli della vigilanza privata.Le durissime condizioni di lavoro, i doppi e i tripli turni, l’assenza delle ferie. Un vero e proprio far west vissuto da chi per lavoro indossa una divisa e porta una pistola. E ancora, i troppi Istituti di Vigilanza che chiudono e riaprono, che lasciano i propri dipendenti senza stipendio o addirittura senza lavoro. Chi sono gli imprenditori del settore? E chi dovrebbe controllare questo delicatissimo comparto della sicurezza, cosa fa?

Sul Fatto Quotidiano un anticipazione del servizio di Federico Ruffo: a Milano, in uno degli ingressi del Tribunale, vigilantes che non controllano e quasi nessuna verifica su chi entra.


Con l'ultimo appalto, le guardie giurate sono state tagliate della metà: hanno pure fatto un esposto per spiegare che, con questi tagli, non potevano garantire la sicurezza nel palazzo.
E ora, dovranno fare da parafulmini.

“UNIONI CIVILI” e “SICUREZZA AL MASSIMO RIBASSO” sono un racconto di Riccardo Iacona con Danilo Procaccianti, Federico Ruffo, Antonella Bottini, Andrea Vignali.

23 gennaio 2016

L'invisibile ovunque, Wu Ming

 «Il libro è costituito da quattro racconti in una sorta di progressione. Sono tutti e quattro tentativi di evadere dalla guerra una volta che ci si trova dentro; quindi non esempi di diserzione preventiva ma esempi di persone che trovandosi coinvolte nella guerra cercano di scamparla» 
Dall'intervista dei quattro autori bolognesi a Repubblica

Anche il collettivo Wu Ming dedica un suo romanzo alla grande guerra, il cui centenario è stato ricordato l'anno scorso.
La prima guerra meccanizzata, coi soldati mandati al massacro da ufficiali inetti che rispondevano a piani di battaglia di generali incapaci. Per strapparsi l'un l'altro quei pochi metri tra una trincea e l'altra, nella terra di nessuno.
Falciati da una mitragliatrice, feriti da uno shrapnel, dilaniati da una bomba, colpiti in fronte da un cecchino o asfissiati dal gas …
Ci sono tanti modi di morire in battaglia e alla stessa maniera ci sono tanti modi di raccontare la guerra e la battaglia.
Quello epico e retorico che parla degli eroi, del sangue versato, degli arditi col pugnale in bocca.
E quello che hanno scelto i quattro componenti del collettivo, nei quattro racconti per la prima volta scritti da uno solo del gruppo.
C'è la prima guerra mondiale ma vista da una prospettiva diversa: si raccontano storie di persone che l'hanno attraversata la guerra e i campi di battaglia e, di fronte all'orrore della morte hanno cercato una fuga. Ciascuno di loro in modo diverso.

Il primo racconto è asciutto e veloce, racconta di due fratelli che vanno al fronte, il primo perché chiamato, il secondo per scelta, per scappare dalla vita dei campi.
Andiamo a morire, – aggiunse Adelmo dopo un lungo silenzio, 
Chi l’ha detto? 
C’è il caso.C’è il caso anche di tornare. 
Ah sì, il caso c’è anche di tornare. Già.

Adelmo vede morire uno dopo l'altro i compagni di reparto, vede la vigliaccheria, vede quanti si rifiutano di sparare al nemico.
“Questo era insopportabile: morire così, uno tra migliaia, come non si fosse mai nati. Della fotografia che avevano preso alla compagnia il giorno che li avevano dislocati in prima linea, pochi ne erano rimasti vivi. Non era passato nemmeno un mese”.
Per sfuggire a tutto questo, Adelmo entra negli Arditi e riesce a sopravvivere alla battaglia, imparando ad uccidere in tutti i modi, per tornare a casa capace solo di far quello.
“Vado a caccia adesso”. Si conclude così, lasciando aperto il suo futuro di “uomo-arma che un potere futuro potrà usare a suo piacimento”.

Il secondo racconto parte dai miti greci, da Ulisse uomo dal multiforme ingegno che per sfuggire la guerra si finge pazzo. Per essere poi scoperto, in modo forse banale da Palamede (perché forse, in fondo, Ulisse alla guerra voleva andarci ..).
Anche Giovanni, sottotenente, proveniente da una famiglia borghese (e non contadina come l'Adelmo), userà lo stesso marchingegno per sfuggire alla guerra:
È dunque la patria, per prima , che mi ha imposto di essere quello che non sono. Un assassino, un guerriero, uno che mantiene la calma a vedere uomini col ventre squarciato”.

Si fingerà pazzo, verrà ricoverato nel sanatorio di Ferrara e matto ci diventerà per davvero, diventando “un disperso, un soldato smarrito sul fronte più interno di tutti. Presente e assente, fantasma in carne e ossa...”

Il terzo romanzo abbandona il fronte italiano, per passare a quello francese: cambia il fronte e anche lo stile: si racconta dell'incontro (vero? inventato?) tra lo scrittore André Breton e la sorella di Jacques Vaché, di cui ne ignorava l'esistenza dopo che era andato al fronte, per morire al termine della guerra. Anche se suicida, anche lui è una vittima della guerra, che non perdona, come la sua famiglia. Aveva scritto, sulla guerra “niente uccide un uomo come l'obbligo di rappresentare una nazione”.
L'ultimo racconto è quasi un saggio, su un episodio della grande guerra che non conoscevo e che, immagino, in pochi fossero a conoscenza: si parla della Compagnia Camaleonte, istituita nel gennaio 1918 in seno al I° Reggimento Genio Zappatori quale esperimento pilota di camouflage e guerra mimetica del Regio Esercito.
Anche qui parliamo di una forma di fuga dai massacri inutili a cui venivano mandati i nostri fanti, per la stupida guerra di conquista decisa dai nostri generali (come il generalissimo Cadorna). Pena la fucilazione alle spalle, se si fossero arresi, e la decimazione del loro reparto.
Stupida guerra.
L'idea del mimetismo nasce dall'utopia di nascondere soldati alla vista del nemico, rendendoli omogenei al terreno circostante.
L'intuizione è del pittore Bonamore, dopo una notte e un giorno passati nella terra di mezzo tra le trincee, invisibile agli occhi degli austriaci, sebbene ferito e impossibilitato a muoversi, perché con la divisa impregnata di fango.
Perché non rendere anche i nostri soldati “invisibili ovunque” al nemico, per farli avvicinare alle linee nemiche senza essere colpiti?
In Francia, il pittore De Scevola aveva avuto la stessa intuizione, ma solo per camuffare i cannoni, con dei teli colorati, perché le macchine valgono più degli uomini.
De Scevola arruola pittori per il suo lavoro, l'arte va alla guerra.
Sono i mesi della disfatta di Caporetto, quando i commandos di Rommel aggirarono le alte vette per irrompere nella pianura padana e circondare le truppe, nel 1917.
Nel 1918 viene ufficialmente istituita la compagnia Camaleonte, che parteciperà alla famosa battaglia di Monte Grappa, che si concluse, dopo altre migliaia di morti per la stupida idea di attaccare in salita gli austriaci.
Dopo la battaglia, il nome di Bonamore e della mimetizzazione sparì dagli annali, dalla storia, dai libri: una damnatio memoriae dovuta al fatto che la gloria doveva brillare solo per gli arditi (di Adelmo Cantelli, il primo racconto).
Per poi riapparire, come una sorta di giustizia storica postuma, nelle memorie del generale Von Goglia, comandante delle armate a Belluno.
Dove parlò di “soldati spuntati dalla terra”: forse erano proprio i soldati di Bonamore: ci piace immaginare – scrive l'autore del racconto – che così abbia trovato modo di realizzare il suo gesto artistico
“trasformando l'arte in vita salvata, strategia di fuga non già indietro, verso la fucilazione, ma in avanti, verso una vittoria paradossale, senza morti”.
La scheda del libro sul sito di Einaudi (qui il link per scaricare il pdf del primo capitolo), il blog dei Wu Ming.

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