14 febbraio 2017

Presa diretta – non passa lo straniero

Nujeen Mustafà è una ragazza curda siriana: nel suo libro ha scritto del suo viaggio dalla Siria alla Germania, su una sedia a rotelle: è stata una delle ultime profughe ad entrare in Germania, prima dell'accordo con la Turchia (diventata il gendarme d'Europa).
Nujeen vive insieme alla sorella, partita con lei da Aleppo, in una casa fornita dal governo,parla già tedesco e va a scuola: pienamente integrata in un contesto che l'ha accolta.
“Se conosci le cose stai meglio” - racconta, perché il suo corpo non sta bene, ma la sua testa funziona. Ha imparato l'inglese leggendo i sottotitoli delle serie, per la sua curiosità: la sua famiglia l'ha protetta e accudita e che ora è purtroppo rimasta in Siria.
Lei la guerra l'ha vista nascere, attorno a sé ad Aleppo: ne parla nel libro, di come era bella la sua città, il centro storico, una vera città multietnica.
Nella primavera del 2012 la rivoluzione arriva anche lì: è come se tutti i siriani si fossero svegliati per chiedere democrazia e giustizia.
Non volevamo più il dominio di una famiglia, ma volevamo più di tutti rimanere vivi: dopo poche settimane si arrivò però alla guerra.

Conosco quella città distrutta, ci ho vissuto, i miei ricordi sono sepolti sotto i bombardamenti: è inaccettabile che persone che conosco muoiano sotto le macerie.
Colpa delle potenze straniere che giocano una loro battaglia sulla pelle dei siriani.
Ha conosciuto le persone dell'Isis, incrociate ad un posto di blocco, ha vissuto sotto le bombe ed sopravvissuta ai bombardamenti.
Lo scopo del libro è dimostrare alla gente che non siamo numeri, siamo persone, abbiamo una storia e raccontare agli europei che ciò che ci unisce è più di quello che divide: vogliamo tutti la pace, viviamo la stessa terra.
Nessuno lascia la sua casa per i soldi, come in tanti pensano: noi siamo partiti per non morire.
Una bella immagine della Siria: la mia terrazza ad Aleppo, che ancora mi ricordo..

Il viaggio verso la Grecia: nel viaggio in gommone, molte persone sono morte, sapevo di rischiare la vita. Ma mi sono detta che, se anche morirò, voglio morire col sorriso.
2700 km su una sedia a rotelle, in mezzo ad un fiume di profughi che in questa Europa stanno tracciando una nuova strada, in mezzo al fango, tra i muri e il filo spinato.
Con un solo obiettivo, attraversare le frontiere prima che si chiudano.

Quell'esperienza mi ha fortificata e che mi è utile anche ora che sono in Germania: vorrei chiedere a chi chiudere le frontiere cosa pensate di ottenere? Oggi l'Europa paga la colpa di non aver fatto niente per far finire la guerra”.

Ho scritto il libro anche per questo: per far vedere che possiamo essere buoni vicini, che eravamo un popolo felice con buone città.
Se questo libro riuscirà a cambiare i pregiudizi delle persone, toccherò il cielo con un dito.
Voglio dimostrare ai tedeschi che io in un futuro potrò aiutarli, è il mio modo di ringraziali, per come mi hanno aiutata.

Non passa lo straniero: i movimenti neofascisti si organizzano tra la frontiera tra Bulgaria e Turchia, per sorvegliare i confini e dar la caccia agli stranieri. È questa l'Europa del futuro?

Roma criminale: dalla caccia ai profughi, alla caccia agli spacciatori e ai clan che si dividono le piazze dello spaccio. E con i soldi della mafia, si stanno mangiando Roma...

Non passa lo straniero, di Raffaella Puscedu.
I milioni di morti della prima guerra mondiale, altri milioni della seconda: persone morte per difendere i sacri confini della patria.
Oggi parole come nazione, sovranità stanno diventando slogan in bocca a politici, raccolti in una internazionale che intende distruggere l'Europa, il trattato di Schengen, l'unità..
Non solo in Germania e in Francia: anche nei confini dell'est ci sono partiti e governi anti europei e stanno succedendo cose che dovrebbero preoccupare tutti.
In Ungheria, in Bulgaria: qui, al confine con la Turchia, la giornalista ha accompagnato un gruppo di ex militari che sorvegliano il confine.
Quando incontrano i profughi li consegnano alla polizia di frontiera: la polizia che incrocia questi gruppi di paramilitari fa finta di niente e guarda dall'altra parte.
Difendono i confini per una necessità storica, non perché sono razzisti – dicono: siamo la prima linea per impedire che gli immigrati arrivino in Europa.
Persone che – ti dicono – poi iniziano a tagliare le teste, come nel loro paese.

Ci sono video dove questi gruppi imbracciano le armi, si comportano come un esercito: non usano la violenza, si difendono.
Non commettono reati, perché respingono i migranti in Turchia, dove non sono perseguitati: l'Europa dovrebbe considerarci degli eroi, altro che Frontex.
Difendono l'Europa da persone che vogliono sfruttare il sistema europeo, per vivere alle nostre spalle: le ronde anti migranti sono pure legittimate dal governo bulgaro, per affiancare le guardie di frontiera e la polizia.

Attorno alla frontiera c'è un muro, una barriera di filo spinato e di ferro: qui ci sono poliziotti, col compito di “scoraggiare” l'attraversamento della frontiera.
Molti di questi migranti hanno denunciato soprusi dalla polizia: soldi rubati, botte, colpi sparati addosso. E violenza anche nei campi.
Nessuno di queste persone avrebbe lasciato il suo paese, l'Iraq ad esempio, se avesse potuto rimanere: scappare dall'Iraq per finire in un campo dove non è possibile protestare e dove non è benvoluti.

Altra versione arriva dai responsabili dei campi: nessuna violenza, nessuna denuncia.
E ora i campi profughi saranno trasformati in campi chiusi, per rispondere alle insofferenze dell'opinione pubblica bulgara.
Il viceministro Gunev ha risposto alla giornalista su maltrattamenti e violenze: tutto falso, sono solo pochi casi e spesso enfatizzati dalle associazioni non governative.
Il governo non ha bisogno di questi gruppi di paramilitari per controllare i confini: eppure il primo ministro ha dichiarato che ogni aiuto per difendere il confine è benvoluto.

A Dresda la ex leader di Pegida racconta fiera la sua opera di controllo dei boschi bulgari, le ronde al confine: non sono ronde – dice – solo protezione dei confini.
La frontiera può essere difesa anche con le armi, per la difesa dell'Europa dall'islamizzazione: eppure a Dresda ci sono solo 4 mila migranti.
“L'islam è una cultura totalitaria mascherata da religione”: se vogliamo salvare l'Europa dobbiamo puntare all'est.
Festerling ha creato un nuovo gruppo, Fortress Europe, per fermare l'onda di profughi che arrivano, per colpa del cancelliere Merkel.
I migranti economici non hanno diritti – continua: dovrebbero essere respinti nel loro paese, non possiamo nell'ideale di benefattori, salvare tutti.
Non possiamo farci commuovere dalle lacrime dei bambini...

Il movimento di Pegida ha portata in piazza decine di migliaia di persone: ha preso il 10% di voti alle elezioni a sindaco. Tutti nemici della Merkel, che ha spostato a sinistra l'unico partito cristiano tedesco: qui la Merkel ha preso fischi l'ultima volta che è arrivata.

Il leader del partito anti islamico Pegida si è fatto fotografare in posa da Hitler: una persona con condanne alle spalle che chiama i migranti “bestie”. Anzi, bestiame...
Identità, nazione, questi i principi del partito: non sono nazisti come NPD, o come il partito della Petry che ha aumentato i voti dopo l'attentato di Berlino.
Io non sono razzista, ma perché non li aiutiamo a casa loro ..” questo dicono le persone che contestano la Merkel.

In Austria alle ultime elezioni avrebbe potuto vincere Hofer, del partito della libertà, osannato dalle teste rasate e da gente che salutava col braccio alzato.
Anche qui la gente ha paura dei profughi, della perdita di identità per l'arrivo dei musulmani: l'estrema destra, seppur ripulita rimane sempre estrema destra.
A parola sono solo contrari i clandestini, quelli che arrivano senza rispettare le leggi: ma poi parlano di manganello.

La gente è dalla parte di Hofer – quando la intervisti: basta con questi immigrati, basta con questa invasione, con la islamizzazione del paese.
Sono identitari: italiani che rimangono italiani, francesi che rimangono francesi, tutti con la propria cultura.

La destra cavalca le paure delle persone per fini politici: è cambiata la politica dell'Austria, che l'anno scorso ha accolto 70mila profughi e poi li hanno cacciati, applicando alla lettera il trattato di Dublino.
I profughi sono stati mandati in Croazia in un campo con condizioni di vita pessime: molti volontari si sono però battuti per farli tornare in Austria, perché queste persone non erano pacchi postali ma persone.

Il cambiamento di rotta del governo come si spiega?
L'obiettivo era riequilibrare la presenza dei profughi in tutta l'Europa – dice un rappresentante del governo. Tirando in ballo l'accordo di Dublino.
Ma dietro c'è il timore della rimonta del partito di estrema destra, che ha influito l'agenda del governo: si dà per scontato che ci sia un problema dei migranti e che si debba espellere questi migranti.

I partiti identitari, anti islam, sovranisti, si dicono populisti, ma in realtà è un modo per ripulirsi la faccia: sono partiti e movimenti che hanno dietro radici naziste. Ieri erano i rom e gli ebrei: oggi sono i musulmani.
Per arrivare a cosa? Ad un Europa di popoli, non di banche, coi confini chiusi nel rispetto della sovranità.
Hofer in Austria ha preso il 47%: ci sono i presupposti per una vittoria alle prossime elezioni.
E ora ci sono le elezioni in Francia, in Germania .. E in quelle elezioni si parlerà di chiusura delle frontiere, di invasione, di islamizzazione.

L'unico antidoto a questa malattia è solo l'informazione.

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