12 marzo 2017

Povero paese (Leopolda, Lingotto e altro)


Rottamato il PD, il partito a vocazione maggioritaria che doveva essere progressista e che si è rivelato l'amalgama a freddo di correnti e capi-partito, la corrente renziana è riuscita solo a rottamare la sua Leopolda diventata Lingotto.
Costretta a questa rottamazione per ritrovare quella linfa, forse, o magari solo per rifarsi la facciata in attesa di quelle primarie che, per l'ex segretario, si riveleranno forse più complicate di quello che si aspettava.

Ma, se non si hanno idee e visioni (se non quelle degli sponsor dietro il grande partito del fu centro sinistra), dentro il sacco della politica rimane ben poco. Solo slogan, parole dal suono vuoto, pure false.

I reduci di una battaglia.
La battaglia contro chi?
Contro gli italiani che in maggioranza hanno votato no alla riforma.
Contro la minoranza PD, costretta a votare fiducie su fiducie e pure sbeffeggiata.

Vigliacchi.
Vigliacchi quelli che cambiano partito, dice Chiamparino. L'ex politico poi banchiere e poi di nuovo politico.
Compagni.
Non basta la parola compagni e nemmeno le citazioni su Gramsci per diventare di sinistra.
Gramsci è andato in carcere pur di non rinnegare le sue idee.
Dopo un processo in cui il giudice, fascista, disse “dobbiamo condannare le sue idee”.

Il trolley.
Il trolley che indica gente in movimento, ma anche gente senza radici, gente abituata a portarsi dietro poche cose.
Onde ite?
Sanza meta ..
Ite sanza meta pure voi.

La sinistra che non ha paura.
È quasi offensivo tirare fuori la parola paura, quando la si è usata durante la campagna per il referendum.
Se non passa il si non arriveranno investimenti dall'estero.
Se non passa il si saremo più deboli nella lotta al terrorismo (e se passa la riforma saremo più forti).
Il centro studi del Sole 24 ore (il giornale che in questi giorni sta vivendo brutti momenti) stimava crescita del pil, posti di lavoro come se piovesse .. Fake news.

Scriveva su FB Patrick Fogli, lo scrittore bolognese:
Un partito che ha governato (anche con gli stessi uomini) dal primo giorno della legislatura lancia una piattaforma politica di rilancio, come se fosse stato all'opposizione.Un movimento in cui comandano una persona e un'azienda privata ne critica un altro perché comandano in pochi.Un partito i cui elettori, in gran parte, vorrebbero staccarsi dall'Italia, chiede voti con un programma nazionalista e protezionista.Ah, poi c'è Berlusconi.

Povero paese.

Immagine presa da Il Mattino


Chissà se a Torino hanno seguito gli scontri di sabato a Napoli: certo, il diritto di espressione, di parola non si discute. Salvini aveva il diritto di fare un comizio, vero.
Ma qui la politica non c'entra nulla: il segretario leghista è andato Napoli perché qui, come in altre città ci sono praterie da cavalcare, dopo che il PD e la destra sono scomparse.
Salvini è andato a Napoli a cercare le polemiche e la visibilità (nel 2014 aveva raccolto pochi fischi) pescando nel mare elettorale di De Magistris (né di destra né di sinistra).
«I cori di Salvini contro i napoletani? Tanti politici di destra e di sinistra hanno danneggiato il Sud, pur senza fare i cori». Così Anna, una ragazza napoletana di trent'anni, disoccupata («ma non arrabbiata», precisa) spiega perché ha perdonato il passato della Lega Nord e ha deciso di passare il suo sabato pomeriggio da ascoltare il comizio di Matteo Salvini. «Alcuni temi di Salvini - spiega - mi interessano, penso al problema della sicurezza che a Napoli si fa sentire, ma penso anche al fatto che gli imprenditori pagano di meno gli extracomunitari senza che ci sia controllo da parte dello Stato».

Verrà il giorno dei partiti, dei programmi, delle discussioni, delle proposte che partono dalle questioni di tutti i giorni (il lavoro, la sicurezza che non è solo il ladro che entra in casa, la cura dell'ambiente, la tutela del patrimonio artistico..)?

Si, è una cosa noiosa. Ma non possiamo farne a meno.

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