19 aprile 2017

La guerra all'informazione

Quando Di Maio aveva fatto l'esposto all'Ordine dei giornalisti, lamentandosi di diversi articoli critici (secondo la sua valutazione) col movimento si era parlato di censura, di lista di proscrizione.
Che diranno ora che si è aperta la caccia a Report, dopo il servizio sui rischi correlati ad un vaccino, quello contro il papilloma virus?

Su molti giornali leggo titoli di critica e sdegno: sul servizio pubblico una trasmissione contro i vaccini, vergogna..
Eppure Sigfrido Ranucci, ad inizio del servizio di Alessandra Borella, aveva scelto con cura le parole:
Allora, la prima cosa importante che diciamo è che questa inchiesta non è contro l’utilità dei vaccini, si tratta in tema di prevenzione probabilmente della scoperta più importante degli ultimi 300 anni. Parliamo però di farmacovigilanza. Cioè che cosa accade quando ti inietti il vaccino e hai una reazione avversa. La legge prevede che il medico, appena venuto a conoscenza, debba informarel’ufficio di farmacovigilanza entro 36 ore. Ma in quanti lo fanno? 
Il servizio trattava degli effetti collaterali di un vaccino, dell'assenza di trasparenza sulle reazioni avverse al vaccino, sulla discordanza dei dati sulla farmaco vigilanza tra Aifa e Regioni, dell'assenza di studi indipendenti su questi, come ammette la stessa Aifa nel servizio.
Studi che oggi sono redatti dalle industrie farmaceutiche che, tra l'altro finanziano anche l'EMA, l'agenzia europea per i medicinali.
La giornalista ricordava (anche alla ministra Lorenzin, anche lei critica contro la trasmissione) come nei comitati di valutazione anche di elementi condannati per favori alle case farmaceutiche e alle loro lobby:
ALESSANDRA BORELLA FUORI CAMPODurante il processo di revisione sono emerse anomalie. I nomi di alcuni consulenti sono oscurati dai report. Impossibile capire chi è stato critico nei confronti del vaccino. Nel rapporto confidenziale del Comitato, mai pubblicato, c’è l’ipotesi della correlazione con due sindromi diagnosticate ad alcune pazienti vaccinate. Ma nelle conclusioni divulgate l’Agenzia dice soltanto: “Non c’è prova che il vaccino sia la causa: non sulla base dei dati a disposizione, che però, riconosce, sono limitati”.Troppe incongruenze, dunque, secondo i ricercatori danesi, che si sono rivolti a ottobre al Mediatore europeo, che giudica sulle denunce contro gli enti dell’Unione. Nel dossier, accolto l’8 novembre, la prima accusa è: mancanza di trasparenza.ALESSANDRA BORELLAIl punto cruciale è proprio la mancanza della possibilità di consultare quello che è accaduto, o il disaccordo.ENRICA ALTERI – DIRETTORE RICERCA E SVILUPPO MEDICINALI A USO UMANO (EMA)Ci sono dei rapporti iniziali del relatore, che sono stati a seguito chiarificat,i discussi nel comitato, in questo caso il PRAC, il comitato della farmacovigilanza e il rapporto finale eraconsensuale… ALESSANDRA BORELLA FUORI CAMPOSulle modalità di valutazione dell’EMA è critico anche Silvio Garattini, direttore dell’istituto di ricerca farmacologica Mario Negri di Milano. C’è anche la sua firma sul reclamo al Mediatore europeo. 

Di questo si è parlato nel servizio, se si vuole entrare nel merito e non fare la solita speculazione contro una trasmissione come Report, parliamo di questo.
Della scarsa trasparenza nel settore della farmaco-vigilanza: girano molti soldi attorno ai farmaci e alla salute.

L'accusa del ministro Lorenzin a Report, di aver dato spazio a tesi antiscientifiche è dunque sbagliata. Non solo, i giornalisti avevano contattato per avere il loro parere il virologo Roberto Burioni (che il giorno dopo ha pubblicato un  post su Facebook contro la trasmissione), l’Aifa, l’Iss e il ministero che però non hanno accettato di intervenire.
Oggi Sebastiano Messina su Repubblica parla di bufale, di salvare Report da se stessa, di una imboscata tesa a Benigni..
Povero Roberto, gli han fatto una domanda.

L'informazione piace solo quando fa comodo, quando attacca l'altro magari la Casaleggio o i pasticci della giunta romana facendo pure delle imboscate al sindaco Raggi, ma in quel caso va bene.

PS: ieri il GUP di Potenza ha rinviato a giudizio 57 persone tra cui dirigenti Eni, per l'inchiesta sul centro Oli di Viggiano.
Se ne era occupato un servizio di Presa diretta due anni fa, anni in cui sono continuati gli sversamenti..

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