28 aprile 2017

Quelli che amano la stampa

Un po' di ripasso di storia.
“L’uso che Biagi, come si chiama quell’altro?… Santoro. E l’altro?… Luttazzi… hanno fatto della televisione pubblica pagata coi soldi di tutti io credo sia un uso criminoso e credo sia un preciso dovere della nuova dirigenza di non permettere più che questo accada”.
Berlusconi il 18 aprile 2002 da Sofia
Il Cavaliere insiste: "Sbagliato dargli pubblicità". Bisogna rilanciare l'immagine dell'Italia anche per "rimediare" ad una "campagna, alimentata dall'odio e dall'invidia personale, che certamente non fa bene al paese". Così oggi Berlusconi è tornato sulla vicenda presentando a Palazzo Chigi il logo Magic Italy. Per poi, commentando direttamente la notizia della querela, rilanciare: "Non tengono vergogna...".
Silvio Berlusconi 1 luglio 2009
Fuori dall’ex stazione Leopolda di Firenze, dove è in corso la kermesse dei renziani, volontari distribuiscono gratuitamente copie dell’ Unità e del Foglio. Ma dentro, ad andare in scena è un sondaggio su altri quotidiani, lanciato dallo stesso premier Matteo Renzi venerdì, all’apertura dei lavori, e rilanciato dal sito della Leopolda: «Scegli il peggior titolo di giornale».
Alla Leopolda, 12 dicembre 2015
Il problema a questo punto non è più la trasmissione sui presunti «inciuci» dell’Unità ma l’ultima che affrontava lo spinoso tema dei vaccini, accusata di creare allarmismo per l’ampio spazio dato a tesi anti scientifiche. Una raffica di accuse fino a spingere il consigliere Arturo Diaconale (che per inciso, con Giancarlo Mazzuca e i Pd Guelfo Guelfi e Franco Siddi, l’alfaniano Paolo Messa, non lesinano accuse a Campo Dall’Orto) ha lanciato l’idea di togliere la manleva ai giornalisti Rai, «perché ognuno abbia il proprio livello di responsabilità», punto focale per i programmi d’inchiesta. 
La Stampa racconta della riunione del CDA Rai dove si è discusso della trasmissione Report e del suo servizio su l'Unità.

E ora i difensori della libera stampa di oggi, dopo il rapporto di RSF: Sebastiano Messina su Repubblica
Si capisce che a Grillo questa verità risulti insopportabile, perché lo fa passare direttamente dal banco della pubblica accusa a quello degli imputati. Ma non si può sputare ogni giorno veleno sulla libera stampa - che nelle vere democrazie è sempre stata un contropotere esercitato in nome dei cittadini-lettori - e nello stesso momento gridare che i giornalisti sono condizionati dai politici.Naturalmente il rapporto di Rsf sparirà dai suoi comizi, da ora in poi. Ma adesso gli italiani sanno che l'uomo che metteva alla berlina "il giornalista del giorno", facendone il bersaglio degli insulti dei suoi seguaci, non può dare a nessuno lezioni di libertà. 
E anche Rondolino, il giornalista che aveva dato del "mafiosetto" a Saviano (quando da giornalista si era permesso di fare luce sul caso Guidi, alla luce di quanto emergeva dalle intercettazioni dell'inchiesta Tempa rossa):
Perbacco. Fino a ieri le classifiche di Reporter senza frontiere venivano quotidianamente sbandierate dai solerti segugi del Falso quotidiano e dai mazzieri del Sacro Blog per dimostrare che in Italia di libertà ce n’è poca perché il noto complotto demoplutogiudaico ordito da Renzusconi ha trasformato il paese in una specie di Corea del Nord.Ma se Rsf osa dire e scrivere nero su bianco ciò che tutti sanno – e cioè che i mazzieri grillini costituiscono una serio pericolo per la libertà di stampa perché sistematicamente insultano e minacciano i (pochi) giornalisti non allineati con la Casaleggio Associati srl – il Direttore di Bronzo è più veloce della luce nel capovolgere il giudizio, e Reporter senza frontiere diventa a sua volta uno strumento dell’infame regime dittatoriale che manda ogni sera Travaglio in tv, offre a Bianca Berlinguer una rubrica quotidiana monografica contro Renzi, e consente a Repubblica e Corriere di parteggiare apertamente per chiunque contrasti la politica del Pd.Il bello è che l’Italia, quest’anno, ha migliorato e di molto la propria condizione, balzando dal 77° al 52° posto nella classifica mondiale della libertà di informazione: è ancora troppo poco, d’accordo, ma si tratta comunque di una buona notizia.E se Grillo non minacciasse sistematicamente i giornalisti indipendenti, l’Italia guadagnerebbe qualche altra posizione e la notizia sarebbe ancora più bella.
Questi gli amanti della stampa libera. Libera di osannare il capo.

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