30 giugno 2017

La partita sui migranti

Potrebbe essere arrivato il momento di ritirare fuori il progetto di Report su come gestire l'accoglienza e l'integrazione degli immigranti che sbarcano sulle nostre coste (e che continueranno a sbarcare, nonostante il bluff del governo italiano sul blocco dei porti).
Usare vecchi immobili dello Stato (come le caserme) per l'accoglienza e il ricovero, insegnargli un mestiere, dargli un'educazione civica, della lingua (e questo servirebbe anche a tante persone che conoscono).
Cambiare modello rispetto a quanto si fa oggi, dove si scaricano compiti e il peso di tutta l'accoglienza sui sindaci e sui comuni, quelli a cui i governo recenti hanno tagliato i fondi dallo stato centrale, mettendoli in difficoltà e arrivando alla situazione attuale della guerra tra poveri. Italiani in crisi contro immigrati.

Ma forse si continuerà ad andare avanti così: questa situazione fa comodo a tutti.
Fa comodo a quanti gridano prima gli italiani, alimentando le paure degli italiani per la casa (le danno prima agli immigrati che fanno tanti figli) per il lavoro (sono manodopera gratis), per la criminalità, per il terrorismo..
Fa comodo al governo (di turno) italiano che ora può fare la sua mano a poker col bluff del blocco dei porti (faranno forse solo una manovra dimostrativa contro una nave di una ONG straniera).
Dove dovrebbero portare le persone salvate? In porti più lontani? Riportarli indietro?
Vogliamo cambiare le regole? Vogliamo fare la voce grossa in Europa (o ci interessa solo quando ci sblocca dei decimali sui conti da rispettare per salvare le banche)?
Allora va chiesto il rispetto degli accordi sulle quote dei migranti, di cui ciascun paese deve farsi carico.
Va chiesta la revisione del trattato di Dublino.
Perché siamo tutti europeisti quando fa comodo è protezionisti quando prendersi delle responsabilità (e si rischia di perdere voti): vi ricordate quando Macron era definito il salvatore dell'Europa?
E' la stessa persona che ora fa i distinguo, come un Minniti o un Salvini o un Grillo.
I rifugiati politici si, ma quelli economici no.

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