11 ottobre 2017

Un bel favore al m5s

Lo ius culturae non poteva essere approvato – disse il ministro Alfano alla festa de l'Unità – perché, nonostante sia nei valori e nel programma, sarebbe un favore alla Lega di Salvini.
La legge sui vitalizi, che li aboliva, è rimasta ferma alla Camera. Bloccata dalla stessa maggioranza che l'aveva approvata alla Camera.
Non c'è il reato di tortura, non si è discusso della legge sulle droghe leggere, una legge sulla regolamentazione delle lobby e sul conflitto di interesse.
Verrà invece approvata,presumibilmente con voto di fiducia, la nuova legge elettorale, ilRosatellum bis: in molti hanno ricordato i tristi precedenti di legge elettorali approvate con la fiducia nel passato.
Mussolini per le elezioni del 1924, De Gasperi nel 1953 e Renzi nel 2015. Ora Gentiloni nel 2017.

Usando le stesse parole dell'alleato Alfano, un bel regalo al Movimento 5 Stelle di Grillo (già sceso in piazza), che su questa legge, fatta apposta per penalizzarli, baserà la loro campagna elettorale.
Una legge che farà incrementare le liste civetta per raccogliere voti da portare ad una coalizione. Una legge elettorale mezzo e mezzo, con liste bloccate e nominati.
Una legge elettorale che ha trovato tutti d'accordo anche quel PD che, beh erano tanti anni fa, dopo il porcellum invocava il ritorno alle preferenze.

E ora si ritroverà in Parlamento a chiedere il voto di fiducia ai berlusconiani come Brunetta, alla lega di Salvini oltre che ai fidati verdiniani.

Vi ricordate quando i renziani zittivano i sostenitori del no dicendo, ma non vi vergognate di votare come Salvini? Eccovi serviti.
Una legge elettorale, approvata con la fiducia e a pochi mesi dalle elezioni.
Eravamo una repubblica parlamentare, ora siamo altro.
Zagrebelsky nell'intervista a Silvia Truzzi:

Immaginiamo che si approvi una nuova legge elettorale in prossimità del voto e che questa legge sia incostituzionalissima, addirittura per contrasto evidente con i precedenti della Corte costituzionale. Le procedure non consentirebbero di rivolgersi a essa in tempo utile. Si voterebbe con quella legge e le nuove Camere resterebbero in carica tranquillamente, ma incostituzionalmente, in virtù del principio di continuità, già evocato in passato. Non ci si è resi conto per tempo di questa assurdità: la Corte costituzionale ha dato la mano per prima, poi sono venuti i commentatori e i politici eletti che, comprensibilmente, avevano tutto l’interesse a terminare il mandato parlamentare. Con la conseguenza aberrante che le sentenze della Corte non hanno sortito effetto e il gioco può essere ripetuto all’infinito: basta votare la legge quando non è più possibile ricorrere contro i suoi vizi.

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