31 dicembre 2017

Un mese con Montalbano, di Andrea Camilleri

ANNIBALE VERRUSO HA SCOPERTO CHE SUA MOGLIE GLI METTE LE CORNA E VUOLE FARLA AMMAZZARE. SE LA COSA CAPITA, LA REPONSABILITA' E' VOSTRA! 

La lettera anonima, scritta a stampatello, con una biro nìvura, era partita da Montelusa genericamente indirizzata al commissariato di Pubblica Sicurezza di Vigàta. L'ispettore Fazio, che era addetto a smistare la posta in arrivo, l'aveva letta e immediatamente consegnata al suo superiore, il commissario Salvo Montalbano. Il quale, quella mattina, dato che tirava libeccio, era insìtato sull'agro, ce l'aveva a morte con se stesso e con l'universo criato.
 

«Chi minchia è questo Verruso?»
 
«Non lo saccio, dottore». 
«Cerca di saperlo e poi me lo vieni a contare».

Inizia così, col racconto “La lettera anonima”, la raccolta ora uscita per Sellerio “Un mese per Montalbano”: 30 racconti, uno al giorno, che però, almeno per le persone come me che amano Camilleri, è una lettura da pochi giorni appena, perché sono racconti che si divorano uno dietro l'altro, come le ciliegie.
Finire l'anno con Moltalbano è un motivo di particolare gioia: in questa raccolta, inizialmente uscita per Mondadori, troviamo il commissario di Vigata alle prese con piccoli e grandi casi.
Anche se sono racconti e non veri e propri romanzi, non ci troviamo di fronte a casi minori, di minore importanza: sono trenta casi in cui troviamo dentro tutto il mondo della Sicilia inventata da Camilleri ma non per questo meno reale. Delitti inscenati e delitti pensati ma poi (per fortuna) abortiti.
Storie di furti e di scippi, di guardie e ladri, di mafiosi e delle loro vittime. Ma anche le classiche storie di corna, come succede nel primo racconto, da parte di donne che Camilleri sa descrivere con pochi dettagli: il verde degli occhi, il bianco dei denti “un lampo trattenuto”:
.. La signora Serena Peritore in Verruso, il commissario ebbe fulminea certezza: quella le corna al marito gliele metteva e macari abbondantemente. Lo portava scritto nel modo di muovere il culo, nello scatto col quale scuoteva i lunghissimi capelli neri ma soprattutto nell'improvviso sguardo che lanciò a Montalbano sentendosi talìata, le verdi pupille cangiate nei fori delle canne di una lupara.[La lettera anonima]

Sono tutte storie, piccole e grandi che colpiscono in qualche maniera il commissario, la sua curiosità, così il suo cervello non trova pace, nemmeno di notte, fino all'intuizione finale:

Verso le due di notte, mentre dormiva, qualcuno gli dette una specie di pugno in testa. Gli era capitato qualche altra volta d'arrisbigliarisi in questo modo e si era fatto persuaso che, mentre era in sonno, una parte del suo cervello restava vigliante a pinsàre a un qualche problema. E a un certo momento lo chiamava alla realtà.Si susì, corse al telefono, compose il numero di casa di Jacomuzzi.«C'erano i punti?»...[La sigla]

Tra i racconti trova spazio anche l'amore: nel racconto che si chiama, appunto “Amore”, si parla di una bella ragazza, troppo sfortunata, che trova qualcosa di nuovo da regalare al suo amore, geloso del suo passato

.. La peggiore gelosia, quella per la quale non c'è rimedio. Una sira ch'era di particolare malumore, sinni niscì con una frase che mi ricordo perfetta: “tutti hanno già avuto qualcosa da Michela, non c'è più niente che lei possa darmi di nuovo, di vergine”..

Anche qui, l'intuizione per la verità arriva da un particolare colto da Montalbano: a volte una frase a metà, a volte uno sguardo:
Poteva dirgli che a renderlo squieto e perplesso era una fiammella brillante in fondo a un occhio?[Amore]

Poiché siamo in Sicilia, c'è spazio anche per le storie di mafia: la guerra tra i Sinagra e i Cuffaro, un morto per parte per “Par condicio”.
Nel primo anno al commissariato a Vigata, Salvo Montalbano, che non aveva voluto abbracciare la scuola di pinsero del collega che l'aveva preceduto, "lasciali ammazzare tra di loro, non t'intromettere, è tanto di guadagnato per noi e per la gente onesta", sulle indagini per quegli omicidi si era gettato cavallo e carretto, ma ne era uscito con le corna rotte.Nessuno aveva visto, nessuno aveva sentito, nessuno sospettava, nessuno immaginava, nessuno conosceva nessuno.'Ecco perché Ulisse, proprio in terra di Sicilia, disse al Ciclope di chiamarsi nessuno' arrivò un giorno a farneticare il commissario davanti a questa nebbia fitta.[Par condicio ]


La mafia che chiede il pizzo ai commercianti ormai abituati a subire il ricatto senza la speranza di trovar giustizia. A meno che qualcuno non si inventi una trappola per mettere in ridicolo i mafiosi, per fargli perdere la faccia
«.. Non c'è un commerciante che non vada a denunziare d'essere obbligato a pagare il pizzo, perchè il suo negozio non abbia danno»«E' come un'assicurazione, ce ne sono tante, solo che questa è più sicura, nel senso che paghi perché non ti succeda niente e difatti niente ti succede, mentre se qualche cosa ti succede con un'assicurazione vera capace che manco ti pagano»[Trappola per gatti]

Non tutti i racconti sono ambientati a Vigata o in Sicilia: a Montalbano capita anche di andare fuori regione, per esempio ad un convegno sul crimine a Trieste, la città di Saba (“Trieste ha una scontrosa grazia ..”), dove viene scippato da un ladro che poi, alla fine, si scoprirà essere un collega:

Può un commissario di polizia mettersi a correre appresso ad uno gridando «al ladro, al ladro»? No, non può. L'unica era di accelerare il passo, tentare di raggiungerlo.[Miracoli di Trieste ]

Ci sono inchieste che iniziano per un'intuizione, perché uno dentro è sbirro dalla nascita, ha nel sangue l'istinto del cacciatore (come scriveva Dashiell Hammet), come succede in “Icaro”: un circo acrobatico arriva a Vigata, composto da ragazza tedesca, il fratello e il fidanzato.
Uno spettacolo nello spettacolo, perché la ragazza è bellissima e alla fine si spoglia pure. E qualche vigatese finisce in trappola ..

Non si può confessare a nessuno, forse manco a se stesso, che un'indagine viene avviata solo perché c'è stata una risata troppo sgradevole, dintra la quale sonavano derisione, disprezzo, trionfo, malvagità.[Icaro]

Nel racconto “Quello che contò Aulo Gellio”, sono presenti le due grandi passioni di Montalbano: la lettura, classica, e il buon cibo (non solo della sua cameriera Adelina): come si cucinano i polipetti alla napoletana?

Prima di muoversi verso la cucina, Filippo taliò negli occhi il commissario e questi raccolse il guanto della sfida. Tra lui e Filippo, era chiaro, si era ingaggiato un duello. Uno che di cunina non ne capisce, potrebbe ammaravigliarsi: e che ci vuole a fare du polipetti alla napoletana?Aglio, oglio, pummadoro, sale, pepe, pinoli, olive nere, di Gaeta, uvetta sultanina, prezzemolo e fettine di pane abbristolito: il gioco è fatto. Già e le proporzioni? E l'istinto che ti deve guidare per far corrispondere a una certa quantità di sale una precisa dose d'aglio?[Quello che contò Aulo Gellio, pag 179]

Vigata è terra di mare e Montalbano senza mare non potrebbe stare. Lo incontriamo però, giovane vice commissario, a Carlosìmo, nel racconto “La veggente”, una vendetta preparata per lungo tempo.
Perchè in quanto a salti d'umore manco lui scherzava. La prima cosa che la matina faceva, appena susuto, era di andare alla finestra a taliare il cielo e il mare chhe aveva a due passi da casa: se i colori erano vividi e chiari, tale e quale era il suo comportamento di quel giorno; in caso contrario le cose si sarebbero messe male per lui e per tutti quelli che gli venissero a tiro.
[Guardie e ladri, pag 206]

Invece il racconto “Guardie e ladri” porta il commissario a girare per l'interno dell'isola, nella sua parte più aspra e selvaggia

Approfittava dell'occasione per ricrearsi una Sicilia sparita, dura e aspra, una riarsa distesa giallo paglia interrotta di tanto in tanto dai dati bianchi delle casuzze dei contadini. Cannatello era una terra mallìta, qualsiasi cosa le si seminasse o le si piantasse non attecchiva, davano breve respiro di verde solo macchie di saggina, di cocomerelli servatici e di capperi[Guardie e ladri]

Ci sono storie che affondano nel passato e raccontano di antichi rancori che ancora bruciano come la cenere sotto la brace. “Tocco d'artista” è uno di questi: un artista in carrozzella che si uccide in un modo stravagante, come lo scrittore polacco Jan Potocki, autore de “Il manoscritto trovato a Saragozza”.
Suicidio, delitto per interesse?

Lo squillo del telefono non era lo squillo del telefono, ma la rumorata del trapano di un dentista impazzito che aveva deciso di fargli un pirtùso nel cervello. [..]Si susì dal letto santiando, andò nella càmmara da pranzo, sollevò il ricevitore.«Salvo, lo conosci a Potocki?»

La coppia di investigatori Montalbano-Zito si metterà in moto, muovendosi di nascosto, per risolvere il caso.

Ci sono alcuni riti del commissario, che scopriamo man mano: come la “passiata” a riva del molo, ruminando semi di zucca

Montalbano usava, quando voleva pinsàre meglio a un problema o più semplicemente pigliare tanticchia d'aria bona, accattarsi un cartoccio di càlia e simenza, vale a dire ceci abbrustoliti e semi di zucca, e andarsene a fare una unga passiata fino a sotto il faro che stava in cima al molo di levante. Passiata ruminate sia di bocca che di cervello[L'uomo che andava appresso ai funerali]

Sempre nella Sicilia dell'interno si muove il racconto “Cinquanta paia di scarpe chiodate”, in mezzo ad una natura selvaggia e forte, dai colori e dai sapori così forti da ferire i sensi

Ma matinata era di una nitidezza di vetro appena lavato. L'azzurro del cielo pareva gridare all'universo d'essere due volte più azzurro, mentre gli alberi e le piante, con tutta la forza che potevano, gli opponevano il verde più verde. Bisognava tenere la palpebre a pampineddra, socchiuse, perché i colori violentemente ferivano, così come l'aria fine pungeva le narici. Fatta mezz'ora di salita, Montalbano sentì improrogabile la necessità di una sosta.

Montalbano incontra un re-pastore sopravvissuto ai giorni nostri. Gaetano Borruso, pastore, che amministra la giustizia tra la sua gente, dicendo loro cosa fare e cosa non fare, trovando una soluzione ai problemi.
«Dottore, è risaputo che Gaetano Borruso è omo di saggezza e d'esperienza, sempre pronto a dare una mano, a mettere una parola bona. E così la gente, quando c'è una discussione, un motivo di lite, a poco a poco ha pigliato l'abitudine di venirne a parlare con lui».[Cinquanta paia di scarpe chiodate]

In cosa consiste la sbirritaggine: lo scopriamo una mattina di maggio quando, nella sua solita passiata al molo, Moltalbano si trova davanti un sorcio morto:
Qualcosa, e non sapeva assolutamente spiegarsene il percome e il perché, l'aveva sottilmente squieato. In questo consisteva il suo privilegio e la sua maledizione di sbirro nato: cogliere, a pelle, a vento, a naso, l'anomalia, il dettaglio, macari impercettibile che non quatrava con l'insieme, lo sfaglio minimo rispetto all'ordine consueto e prevedibile.[Il topo assassinato]

Anche il cadavere di un topo può far scoprire un traffico internazionale abilmente messo in atto da qualcuno.

Buona lettura e buon anno!

I racconti:

La lettera anonima
L'arte della divinazione
La sigla
Par condicio
Amore
Una gigantessa dal sorriso gentile
Un diario del '43
L'odore del diavolo
Il compagno di viaggio
Trappola per gatti
L'avvertimento
Il patto
Il vecchio ladro
La veggente
Guardie e ladri
Tocco d'artista
L'uomo che andava appresso ai funerali
Una faccenda delicata
Lo Yack
I due filosofi e il tempo
Cinquanta paia di scarpe chiodate
Il topo assassinato
Un angolo di paradiso
Capodanno
Lo scippatore


La scheda del libro sul sito dell'editore Sellerio
Il sito di Vigata, con i riferimenti ai link per scaricare i racconti dell'autore

I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon

29 dicembre 2017

Il polverone

La legislatura che sta per essere sciolta (si spera nell'acido) è stata una delle peggiori della storia repubblicana ..” [Mai più - Il fatto quotidiano del 28 dicembre]
Si potevano usare tante altre forme per esprimere un giudizio (legittimo, siamo in democrazia) su questa legislatura: il direttore del Fatto Quotidiano ha fatto una scelta pessima.
Poteva uscirne in un solo modo, chiedendo semplicemente scusa visto che non intendeva offendere né le vittime della mafia né persone come Lucia Annibali.
Non è solo questione di “tribunale dell'inquisizione del politicamente corretto”. È solo una questione di buon senso: la risposta data da Travaglio ha infatti dato il là al polverone (sui social, dove i tempi di reazione sono sempre più rapidi senza dare tempo di riflettere) in cui si dava al Fatto Quotidiano e al suo direttore l'accusa di partigianeria, anaffettismo, fascismo. E questo dopo le vignette sul corpo della boschi (che non si può rappresentare in vignetta) che hanno fatto piovere le accuse di sessismo, maschilismo.
Una vignetta che non mi ha fatto ridere, come nemmeno mi facevano troppo ridere le vignette dove si ritrae la Raggi con le orecchie a sventola.

La faccio breve: una volta che questo polverone si sarà placato ci sarà modo di riflettere su come, e non da oggi, si siano alzati i toni nel discorso politico.
C'era un segretario rottamatore che aveva promesso di entrare nella direzione del PD col lanciafiamme.
C'era il leader del principale partito, stando ai sondaggi, che voleva vomitare i giornalisti, che parlava di mafia con un suo codice d'onore.
E poi c'era lui, il Berlusca: cito solo un episodio quando, ad una conferenza stampa con Putin mimò il gesto del mitragliare rivolto ad una giornalista che aveva fatto una domanda scomoda al presidente.

C'è la tendenza ad essere critici nei confronti dei gesti del nemico e inclini al perdono (è solo folklore) delle parole incaute dei tuoi alleati. Penso alle gentili espressioni di De Luca nei confronti della sindaca Raggi, il dito medio rivolto all'opposizione.

Ma vorrei aggiungere un'altra considerazione: terminata la bufera, forse ci ricorderemo di quanto sta succedendo sotto i nostri occhi, senza che ce ne accorgiamo troppo.
La missione militare in Niger contro i trafficanti di esseri umani: siamo sicuri che sia sufficiente presidiare i confini per risolvere il problema epocale delle migliaia di persone che scappano dalla guerra, dalla fame, dalle carestie?
Nella conferenza di ieri Gentiloni ha detto che l'Italia è tra i primi 4-5 paesi per export: forse si riferiva all'export delle armi, specie verso l'Arabia, che poi le usa nella sua guerra contro lo Yemen.
La commissione banche sta per concludere il suo mandato: in molti hanno commentato in modo superficiale che non sia servita a niente (se non ad inpegolare di più Renzi e la sottosegretaria Boschi, con le loro arrampicate sugli specchi).
Non è vero: la commissione ha fatto capire una volta di più di come si debba mettere mano al sistema delle autorità di controllo.
Che devono essere in mano a persone competenti, esterne alla politica.
Servirebbe che Padoan firmasse il decreto sui requisiti di onorabilità dei banchieri, vista l'importanza del loro ruolo (per il risparmio, per le imprese).
La questione di Taranto e dell'Ilva: meglio Calenda che i suoi predecessori, certo. Ma ancora meglio quando le bonifiche verranno messe nero su bianco in un accordo che sia pubblico. Così che anche i tarantini possano star tranquilli.
La vicenda Dell'Utri: non potendo negare l'esistenza della mafia, ora i difensori (sui giornali, nella politica) attaccano uno dei suoi punti di forza, i potenti condannati per concorso esterno.
Se faccio il palo alla banda dell'ortica sono imputabile dell'articolo 110 del cp.
Se aiuto i mafiosi, non facendo parte di cosa nostra, sono solo un perseguitato.
Già oggi l'emergenza mafie è fuori dalle agende e dai programmi di tutti i papabili leader per le prossime elezioni.
Già si fa fatica a portare avanti discorsi sulle liste pulite: non lo si è fatto in Campania e non lo è voluto e potuto fare in Sicilia.
Manca solo la santificazione dei tanti professionisti nella zona grigia mafiosa e siamo a posto.
I numeri sul lavoro: possiamo anche far finta di niente e andare avanti così, ad usare i numeri dell'Istat come più ci piace. I numeri da soli non dicono nulla e dicono tutto. Abbiamo recuperato 1 milione di posti di lavoro: tutto vero, ma stiamo creando un mondo del lavoro, deregolamentato, povero, di cui in pochi ne parlano (Gad Lerner in Concetta, Marta Fana nel saggio “Non è lavoro..”) che alla lunga diventerà una bomba sociale.
Una generazione costretta a lavorare con salari bassi, ad intermittenza e che andrà pure in pensione tardi e con un misera pensione. Forse.
Le vergogne nazionali: due storie che parlano di nostri connazionali, della sicurezza che non è stata loro garantita. La morte del ricercatore Giulio Regeni e della fatica nel voler credere a tutte le rassicurazioni di ministri e parlamentari, sull'accertamento della verità.
Le promozioni dei poliziotti coinvolti nei fatti di Genova nel 2001: erano proprio opportune quelle promozioni?
Il governo dei diritti: questa è stata la legislatura dei diritti, dicono. Biotestamento, la legge sul “dopo di noi”, le unioni civili.
Non c'è stato tempo per lo ius soli, ci si riproverà.
C'è stato tempo invece per togliere e mettere i voucher, pur sapendo degli abusi che ne sono stati fatti.
E c'è stato anche tempo per mettere mano al tema delle intercettazioni, in nome della difesa della privacy.
Il diritto ad essere informati (e a pretendere una trasparenza dai nostri rappresentanti) non è evidentemente un diritto.
A proposito di informazione, a che punto è la grande inchiesta sulle fake news? È vero o no che l'anno scorso il voto referendario è stato falsato dall'azione degli hacker russi (che hanno influenzato chi votava no)?

PS: non mi è piaciuto l'incipit dell'articolo di giovedì 26 (quello dell'acido).
Ma mi è piaciuto ancora meno quanto scrive oggi: “Posto che bisogna fare di più sui diritti umani nei campi libici , il crollo degli sbarchi e morti è un successo di Minniti. Voto 8--”

Se basta il non veder più persone sbarcare (e comunque gli sbarchi sono ripresi e vedremo cosa succede in primavera) per essere soddisfatti della politica dei lager in Libia, siamo a posto.
Senza un controllo di quanto succede nei campi in Libia c'è ben poco da essere soddisfatti.
Senza che si affronti il problema dell'emigrazione di masse di persone, c'è poco da essere contenti


28 dicembre 2017

Finito un Gentiloni se ne farà un altro?

Doveva essere solo un intermezzo tra la batosta del referendum e le elezioni da rinviare (per evitare altre batoste), invece il presidente del Consiglio Gentiloni è diventato quasi una sicurezza.
Non solo è durato, ma potremmo anche ritrovarlo a capo del prossimo governo delle larghe intese.
Che, probabilmente, proseguirà nel cammino intrapreso nel 2013 con Letta per le famose riforme della Costituzione, per rendere il paese più efficiente, perché "la sicurezza nazionale viene messa a rischio da un sistema che rallenta le implementazione delle decisioni".
Così parla il ministro Calenda, che pure ha dimostrato di saper e voler risolvere i problemi (come in Sardegna, nella vicenda Alcoa).
Peccato che parli come un manager e che, invocando la Costituente si dimentichi che la Costituente del 1946 fu votata dagli italiani. Furono gli elettori che scelsero i costituenti, le migliori menti del paese, non i saggi scelti da re Giorgio.

La Costituzione è uno strumento per frenare il potere dei sovrani e (in seconda battuta) dell'esecutivo.
A questo servono le Costituzioni.
L'impressione che ho quando sento parlare di nuova costituente, riforma della Costituzione, è che si voglia in realtà trasformare il modello da parlamentare a ultra presidenziale, senza nemmeno i contrappesi.
Governare senza dover rispondere a nulla, nemmeno agli elettori che firmano una cambiale in bianco e che non hanno diritto a ficcare il naso nelle scelte (tipo la nomina di persona condannate o invischiate nei fatti di Genova) o nei capitoli di spesa.

Sento parlare in questo momento Gentiloni che, dopo aver ricordato ai giornalisti la situazione in Italia, migliorata in questi ultimi anni e auspicandosi che la prossima campagna elettorale non sia basata sulle prossime promesse o sulla paura.
Ma, purtroppo, è quello che è successo l'anno scorso.
E' quello che succede oggi quando si parla di lavoro, crescita del PIL, della fiducia. 
Dalle promesse di Berlusconi sul reddito di dignità, alle promesse di Di Maio che parla di 50 miliardi da trovare tagliando gli sprechi per una banca pubblica di investimenti.
Cosa succederà dopo marzo?
La soluzione Gentiloni bis è molto più probabile e lo diventa sempre di più ogni volta che viene smentita.
E ci ritroveremo nuovamente nella situazione della primavera 2013.
Con alcune leggi sui diritti civili in più, con delle leggi che sarebbero servite in meno (una vera legge contro la corruzione, una legge sul conflitto di interessi) e con delle riforme sul groppone che ci dovremo tenere (e che hanno causato forti tensioni sociali).
Il lavoro, la scuola, il welfare, il meccanismo dei sussidi.
E, probabilmente, una futura missione militare in Niger, sul tema dell'immigrazione dai paesi africani verso l'Europa.
Senza capire che l'unica soluzione e creare condizioni affinché la gente non abbandoni la propria terra, non creare lager o solo controlli alle frontiere.

27 dicembre 2017

La Costituzione incompiuta

Non fa in tempo a concludersi questa legislatura, con tutti gli strascichi per le leggi non approvate (lo ius culturae) e per quelle approvate (il jobs act da cui non si tornerà indietro anche se si è dimostrato inefficace), che già si parla di nuova costituente.
La proposta arriva dal ministro Calenda: la nostra Costituzione (che festeggia i 70 anni dalla sua firma) non è intoccabile e in essa sono presenti tutti gli strumenti e i modi per cambiarla.
Ma il problema principale è l'inattuazione dei suoi principi: i principi di uguaglianza e di libertà, che per molti italiani prossimi alla soglia di povertà sono un miraggio.
Il diritto alle cure e ad una istruzione fino ai massimi livelli per i meritevoli.
La contribuzione al fisco, proporzionale alla capacità contributiva del singolo: questo è scritto all'articolo 53, principi che stridono nel paese dell'evasione e dell'elusione fiscale.

Ecco, sentir parlare nuovamente di costituente con queste premesse, da un ministro di un governo che ha presentato la sua riforma costituzionale, bocciata, preoccupa.

Sul Fatto Quotidiano il magistrato Paolo Maddalena ci parla dei principi su cui si basa la nostra carta costituzionale

Il miracolo della Costituzione e la nostra dignità di cittadiniPesi e contrappesi - Senza “eguaglianza” e “solidarietà” la “libertà” non basta alla democrazia. Ecco perché oggi la Carta va attuata
 
La Costituzione ha settanta anni. E tutto quello che c’è stato di buono lo si deve a Lei. L’Italia usciva sconfitta dalla seconda guerra mondiale, che aveva distrutto tutto: case, ferrovie, ponti, fabbriche, strade e chi più ne ha più ne metta, con gli spietati bombardamenti a tappeto degli anglo americani (detti “gli alleati”, non nostri, evidentemente, ma tra loro).
Ma per fortuna essa non riuscì a distruggere le possenti intelligenze dei nostri Padri costituenti, i quali compirono un vero miracolo (che gli incolti della cultura chiamano “compromesso”), ma che in realtà fu una “fusione” di tre principi che non possono vivere l’uno disgiunto dall’altro: la “libertà” (rappresentata dalle forze liberali), l’ “eguaglianza” (rappresentate dai social comunisti), la “solidarietà” (rappresentata dai democristiani). E fu così che davvero divenne possibile porre le basi di una solida democrazia fondata sul lavoro. L’assurda pretesa di fondare la democrazia sulla “libertà” è un controsenso, poiché una libertà senza “eguaglianza” e senza “solidarietà” sfocia inevitabilmente nella dittatura di pochi e nella schiavitù di tutti. Chi lo nega è semplicemente accecato dalla teoria sopraffattrice del neoliberismo, che fu introdotta in Italia con un libro di un modesto economista della Scuola di Chicago, Milton Friedman, tal titolo Storia della moneta americana dal 1867 al 1960, e che ebbe grande successo in Cile, che Pinochet ridusse alla miseria, poi nell’Inghilterra della Thacher e infine negli Stati Uniti di Reagan e di Clinton.
Ora prospera felicemente anche in Cina, dopo che Eltsin ha avuto la dabbenaggine di regalare a una novantina di famiglie borghesi l’intero patrimonio mobiliare e immobiliare del Popolo russo. Questa teoria predica la “diseguaglianza”, la “forte competitività” e il “predominio di pochi su tutti”. Essa non tiene conto del fatto che l’economia non è una scienza esatta, come ad esempio, la fisica, alla quale possono agevolmente applicarsi modelli matematici. L’economia è un sistema ideato dall’uomo e la storia degli ultimi anni ci dice che finché, ispirandoci alla nostra Costituzione repubblicana, abbiamo seguito la teoria keinesiana – che vuole la redistribuzione della ricchezza, la valutazione del lavoro e l’intervento dello Stato, cioè del Popolo, nell’economia – abbiamo avuto trenta anni di benessere, sfociati nel “miracolo economico italiano”.
I guai sono cominciati quando ci siamo ispirati ai Trattati Europei fondati, in gran parte, su principi neoliberisti. Così siamo diventati tutti poveri, mentre pochi ricchi si sono posti al comando dell’intera umanità. Chi ha ancora il lume della ragione sa che non abbiamo altra via da seguire, se non quella, ben sperimentata, della Costituzione. Oramai lo diciamo in molti: chi vuole la “dignità” dell’uomo e il suo benessere, deve chiedere una sola cosa: che essa sia attuata! I Soloni del momento sono avvertiti.

26 dicembre 2017

Concetta, una storia operaia di Gad Lerner


Il 27 giugno 2017 una donna di 46 anni, Concetta Candido, addetta alle pulizie in una birreria di Settimo Torinese, licenziata sei mesi prima, si cosparge d'alcol il torace davanti allo sportello 4 della sede di Torino Nord dell'Inps, in corso Giulio Cesare 290. Dopo una lunga attesa, la sua richiesta di sussidio di disoccupazione, la Naspi, era stata finalmente accolta.Ma il giorno prima, anziché gli arretrati che si aspettava per saldare i debiti accumulati, le era pervenuto un bonifico striminzito di 269,23 euro.Prima di uscire di casa Concetta Candido annuncia su Facebook che quella sarà per lei una giornata fatale. Ecco, testuali, le sue parole: “Che oggi vado all'Inps e li faccio tutti neri o viola? Comunque sia gli cambio i connotati. E attributi”.

Mi ha colpito fin dal titolo, questo breve libro di Gad Lerner: Concetta, una storia operaia.
Ma come, esistono ancora gli operai e c'è ancora qualcuno che ha ancora voglia di raccontare le loro storie?
C'era stato detto che la nostra è la seconda industria manifatturiera in Europa, che gli impianti della ex Fiat
vanno bene, che il PIL è in crescita come la produzione industriale.
Eppure le tute blu, le facce (stanche e a volte anche con poca voglia di sorridere) degli operai si fa fatica a vederle nei telegiornali, sulle pagine dei quotidiani.
E invece esistono ancora e le loro storie meritano di essere conosciute perché raccontano di uno spaccato importante del nostro paese (la Repubblica fondata sul lavoro), di come si è trasformato il mondo del lavoro, di come spesso si faccia fatica a comprenderne le dinamiche, di come siano ingiuste le leggi che lo regolamentano (i subappalti al ribasso, le finte cooperative..).

La storia di Concetta è una storia comune a tanti lavoratori nel comparto dei servizi di pulizia, un mondo al femminile in quanto il 70% sono donne. Si parla di almeno 800 mila – 1 milione di persone, che puliscono i nostri uffici, le banche, gli ospedali.
Concetta si è data fuoco, in un gesto estremo di protesta, sentendosi vittima di un sistema che non ha cuore, che la considerava solo un numero su una pratica, cattiva burocrazia, uffici che non si parlano, impiegati che si fermano a quello che sta scritto su un pezzo di carta e non alzano gli occhi.
Si aspettava i tremila euro, soldi suoi, per il sussidio di disoccupazione e invece le sono arrivati solo 269 euro: risultava ancora in malattia, ancora come dipendente della birrera Befed, di Settimo Torinese dei coniugi Papini.
Si è dovuto dare fuoco per far sentire la sua voce: provate voi a stare 4 mesi senza stipendio, con pochi soldi da parte (perché lo stipendio che prendi è da miseria), con l'affitto e tutte le altre spese.
Si è data fuoco come il 17 dicembre 2010 si era dato fuoco l'ambulante tunisino Bouazizi, per le angherie subite dalla polizia del dittatore Ben Ali. Da qui sono partite le primavere arabe.
Dal gesto di Concetta è invece partito solo un lungo periodo di cura per le ustioni subite, di riabilitazione.
Nessuno ha chiesto scusa.
Il gesto di Concetta è stato relegato nelle pagine di cronaca nera, il presidente dell'Inps Boeri ha spiegato come il comportamento dei suoi dipendenti sia stato conforme alle regole.
Un pensiero per la signora Candido, ma anche ai colleghi agli sportelli, per i comportamenti aggressivi che devono subire.
Bouazizi l'eroe, Concetta la matta.
Eppure la storia, raccontata da due testimone, anche loro quella mattina alla sede dell'Inps è diversa: quando si è gettata l'alcool addosso, tutti gli addetti sono scappati. Se oggi è viva è per l'aiuto che le hanno dato due altri disoccupati come lei: un italiano e un immigrato.
Che hanno avuto prontezza di spirito ed empatia per aiutare un altro essere umano.
Come i suicidi, anche questi casi di cronaca è bene che siano minimizzati, che non si racconti il disagio in cui vive una parte del paese, della povertà che ci sta spuntando accanto ..

Ma quella di Concetta è anche una storia di un lavoro che sta diventando altro, sottolavoro, sfruttamento.
Perché Concetta era stata licenziata, aveva perso il lavoro presso la cooperativa che faceva le pulizie nei locali della birreria Bedef a Settimo, dove una volta c'erano i mulini a vapore.
Nel 2008, da dipendente, Concetta e le altre che lavoravano alle pulizie, erano diventate infatti socie di una cooperativa: spin off si chiama, in inglese. Un modo per addolcire l'amara realtà che si nasconde dietro:
Fare impresa creativa negli anni in cui si afferma nel mercato del lavoro l'imperativo della flessibilità – e ai dipendenti si trasmette il messaggio che bisogna mettersi in gioco, che il posto fisso è una pretesa insostenibile, che le vecchie regole frenano lo sviluppo dell'impresa – sollecitano sforzi di fantasia anche nel rapporto del personale. Mentre Papini cura direttamente il rapporto con la professionalità più specializzata, i mastri birrai e macellai, sua moglie Onda Cervo gestisce le relazioni con le maestranze generiche: servizi ai tavoli, cuochi, lavapiatti, addetti agli spiedi, sicurezza. E, naturalmente, servizi pulizie.L'idea salta fuori nell'ufficio del commercialista. In inglese la chiamano spin off: perché non alleggerire la Compagnia della Birra chiedendo agli assunti di rinunciare al rapporto di dipendenza diretta e costituirsi in cooperativa di soci-lavoratori?Ovviamente riconoscendo loro l'anzianità pregressa. E, tanto non lasciare equivoci di tipo gerarchico sulla natura dei rapporti futuri, la presidenza della cooperativa appaltante spetterà alla moglie azionista del titolare committente: cioè ad Onda Cervo in persona.Fin dal 2008 le quattro addette al servizio di pulizia vengono inserite in una cooperativa esterna, con sede ad Asti, la Sercop. Ma è nel maggio del 2010 che Onda Cervo riunisce davanti ad un notaio l'insieme dei dipendenti, d'un colpo trasformati in soci-lavoratori per dare vita alla Multiservizi Cometa.Intervistato dai giornalisti poche ore dopo che Concetta si è data fuoco nella sede dell'Inps, Stefano Papini fornirà la sua versione di quel passaggi: “Settimo è un paesone, con Concetta ci conoscevamo da ragazzi, ma non bene. Intendo dire che aveva iniziato a lavorare da noi molti anni fa, quasi dieci, poi i nostri dipendenti hanno deciso di mettere su una cooperativa per erogare servizi a terzi. Un modo per allargarsi e per crescere. Progetto che in seguito si è scontrato con la crisi e le difficoltà.”[..]La rinuncia al posto fisso e il passaggio alle normative più flessibili delle cooperative vengono dunque presentati da Papini come un desiderio di autonomia manifestati dai suoi dipendenti. I quali, per giunta, altrettanto spontaneamente avrebbero nominato al vertice della cooperativa sua moglie, cioè colei da cui prendevano gli ordini prima..

Dietro quelle due parole, spin-off, si nasconde una trasformazione del tuo lavoro e dunque della tua vita, molto semplice: il dover lavorare a part time, 27 ore anziché 40, una paga ridotta come conseguenza (sotto i mille euro, perché tanto sono donne e lo fanno come un lavoretto..), la chiamata diretta al lavoro.

Nonostante questi risparmi, arriva la crisi, i bilanci in rosso, nonostante i locali siano sempre pieni e il titolare giri sempre col suo Porsche Cayenne.
Così, si arriva al 2016 con la decisione di dare in appalto esterno le pulizie per un risparmio di 20000 euro, che per un impresa che fattura milioni suona un po' ridicolo.
Un appalto esterno per lasciare a casa persone come Concetta che conoscevano da una vita.
Perché queste donne non avevano compreso “la necessità del risparmio”, la “volontà di collaborare” perché, come spiega a Lerner la signora Cervo “i tempi sono cambiati. Oggi la maggior parte dei lavoratori in sala ha contratti a chiamata o part time e li accetta. Magari sono studenti cui va bene farsi una serata e non questionano se vengono chiamati all'ultimo momento e nemmeno se il contratto è a termine. ”

Scarso impegno, lamentele, da una parte. E dall'altra parte, quelli che si accontentano, che capiscono il momento è accettano sempre tutto, un livellamento verso il basso delle condizioni di lavoro.

Quella di Concetta non è solo una storia da cronaca nera.
La storia di Concetta, del suo gesto, il racconto della sua vita da parte del fratello Giuseppe, che Lerner ha incontrato, è una dito puntato contro il mondo della politica.
Eccetto la presidente Laura Boldrini e il sindaco Chiara Appendino, nessun esponente del mondo politico ha sentito il bisogno di telefonare alla famiglia Candido, di esprimere vicinanza.
Dopo quel 27 giugno la famiglia Candido non ha ricevuto neanche una telefonata da parte del sindaco Puppo né da alcun membro della giunta.Non c'è stata volontà di parlare di questa storia nemmeno all'inaugurazione del parco De Gasperi, due giorni dopo, da parte di MDP, il movimento dei democratici progressisti.L'assessore ai servizi sociali ha trovato parole per apprezzare le capacità innovative dei Papini, cui dal 2004 sono state date in concessione i locali della birreria.Come se fosse naturale lo spin off e lo snaturamento dei dipendenti in soci di una cooperativa”.

Raccontare la storia di Concetta vuol dire raccontare di cosa sia diventato il mondo del lavoro oggi per le donne occupate nel settore dei servizi, un settore a scarsa tecnologia, i cui costi sono legati agli stipendei delle persone. Un mondo in cui proliferano le finte cooperative, come quella dove lavorava Concetta.
Come le donne che Lerner ha incontrato (e da cui era partita l'idea per tornare ad occuparsi di lavoro e di poveri) a Genova.

Sono donne delle pulizie della Carige di Genova: la gara d'appalto vinta dalla Idealservice col 59% di ribasso: il costo del risparmio si è abbattuto sulle lavoratrici, costrette ad accettare un frazionamento dell'orario, spezzettando il lavoro gli interventi di pulizia nelle filiali.
Per uno stipendio da 40 euro al mese: come si può accettare di lavorare per uno stipendio da misera come questo, poche decine di euro che non coprono nemmeno i costi (dello spostarsi per la città)?
Tante addette alle pulizie restano aggrappate a una busta paga di poche decine di euro come in mare aperto di resta aggrappati a un pezzo di legno che galleggia, a un esile filo di speranza: perché si tratta pur sempre di un contratto di lavoro a tempo indeterminato che oggi ti richiede di lavorare gratis, ma domani, chissà, potrebbe dare qualche ora di lavoro in più.. “

Donne trattate come gli schiavi, verrebbe da dire. Peggio: risponde Gianna Alvisi, una di queste lavoratrici “Almeno gli schiavi avevano vitto e alloggio”.

Nino Raffone, avvocato di Concetta Candido, punta il dito proprio contro questo sistema perverso:
Di fronte al dilagare delle cooperative all'italiana, ho solo due soluzioni da proporre: lo scioglimento immediato o, in alternativa, la fucilazione sul campo. È attraverso di loro che veri e propri fenomeni di banditismo stanno impossessandosi del nostro mercato del lavoro. False ragioni sociali. Apertura e scioglimento disinvolti. Elusione fiscale. Buste paga fasulle. Violazione sistematica dei minimi salariali e dei limiti di orari gestiti a fisarmonica. Lavoro nero. L'improntitudine di Onda Cervo, che pur essendo la moglie del titolare Stefano Papini fa la presidente della cooperativa.[..]Le cooperative sono diventate una metastasi. Si moltiplicano i casi in cui le gestisce un fantoccio prestanome con l'unica funzione di versare il denaro degli utili realizzati alla srl, che in questo modo si è fabbricata da sola il suo bel cuneo fiscale...

Nel finale del libro, l'autore usa parole che ci siamo dimenticati, che non sentiamo più ripetere in televisione o nei talk dive si parla di lavoro e si citano numeri incredibili sulla nuova occupazione, dei posti di lavoro.
Proletariato (e peggio ancora, Sottoproletariato).
Lotta di classe.
Mondo del lavoro post-fordista.

Negli ultimi capitoli Gad Lerner si concentra su una analisi della trasformazione della sinistra, lontana anni luce da Berlinguer e le battaglie davanti i cancelli della Fiat.
Del sindacato impotente e anche poco attento di fronte a queste situazioni (le cooperative, le guerre tra poveri, le gare al minimo ribasso).
Di una nuova povertà che avanza (senza che ce ne accorgiamo, finché non ci tocca da vicino) e che coinvolge anche persone con un posto di lavoro.
E di una burocrazia che si basa ancora su carte da compilare e moduli e che stona in un mondo dove si chiede a chi lavora il massimo della flessibilità.

Seguendo le vicissitudini di Concetta Candido, ritrovatasi sola e senza reddito dopo tanti anni di bucce d'arachidi raccolte sul pavimento e di strofinamento dei forni unti di grasso dei galletti Vallespluga, ci siamo dunque addentrati nel mercato del lavoro dal crinale della sua estrema vulnerabilità. La frantumazione delle maestranze in sottocategorie a tutela decrescente – mi tengo stretto il mastro birraio, il cameriere lo assumo a chiamata, le pulizie le do in appalto – è diventata un metodo sistematico.La nuova organizzazione del lavoro postfordista, che fin dal cuore della produzione moltiplica gli appalti e i subappalti, genera intorno a sé la formazione di un nuovo sottoproletariato urbano in costante crescita numerica.È in questo sottobosco che si verificano i casi limite delle cooperative spurie che godono di esenzioni retributive e contributive arrivando così ad un risparmio medio calcolato in 3000/4000 euro a dipendente. Più della metà delle cooperative sottoposte ad ispezioni del ministero risultano irregolari ..

Se alle prossime elezioni si dovessero presentare anche forze di sinistra (o che si intendono come tali), da qui devono ripartire.
Dalla storia di Concetta, dalla mortificazione del lavoro (fatto passare come una necessità perché così va il mondo), dalle nuove povertà che poi, nascondiamo perchéne abbiamo paura.
E non è un caso che questa storia sia successa proprio a Torino, ex città industriale, che voleva reinventarsi un nuovo futuro per le aree industriali.
Da almeno un quarto di secolo i partiti politici di sinistra, nati come espressione del bisogno di fratellanza delle classi subalterne, si sono sentiti in obbligo di assecondare il deprezzamento del lavoro, perché questo imponevano le leggi dell'economia di mercato. Il risultato è che, sempre da un quarto di secolo, l'elettorato di sinistra si è dimezzato e oggi rappresenta una minoranza trascurabile del nuovo proletariato.Eppure il lavoro retrocesso, precario, cui viene richiesta una flessibilità innaturale fino all'alterazione patogena del ritmo veglia-sonno, sottopagato, conteso fra diversi bisognosi, tirato fino al limite della servitù rimane la principale forma di riscatto dell'umana dignità. Mortificare il lavoro, svalutarlo fino all'umiliazione, è il sintomo della malattia più grave che rischia di infettare una società in declino: la cancrena delle sue regioni periferiche, la cui innervazione risulta desensibilizzata in modo che gli apparati centrali non ne percepiscano più il dolore.Questo sta succedendo in Italia. Questo rappresenta per me, anche la vicenda di Concetta.

La presentazione del libro, con l'intervista a Gad Lerner:



La scheda del libro sul sito dell'editore Feltrinelli.
L'account twitter dell'autore - https://twitter.com/gadlernertweet

I link per ordinare il libro su Ibs e Amazon

25 dicembre 2017

Buon Natale, nonostante tutto

Se dovesse tornare oggi, Gesù, verrebbe respinto alla frontiera dalle nostre navi e rinchiuso in un lager in Libia.
Se si azzardasse a cacciare i mercanti dal tempio, verrebbe arrestato per rissa e resistenza a pubblico ufficiale. E spedito lontano con un foglio di via.
Peggio ancora se si mettesse a ricordare che esiste il precetto domenicale che cozza col precetto liberista dei negozi aperti la domenica.

Inizierebbero a scrivere che se la fa con prostitute e mendicanti, dunque che si metta pure a predicare ma lontano dal centro, per non rovinare il decoro.
Avrebbe vita dura anche di questi tempi dove pietà l'è morta, dove l'immigrato, l'uomo nero fa paura, come anche fa paura la povertà e la miseria.
Dove il lavoro prima di tutto, per chi lo ha si intende. Prima della domenica, prima del riposo, prima della famiglia.
E senza chiedere niente in cambio.
Dove si difendono i valori cristiani per cui giù le mani dal presepe.
Ma il presepe è qualcosa che viene dopo - direbbe il Cristo - è un'invenzione di quel matto di San Francesco ..
Tornatene a casa tua, gli risponderebbero i sovranisti, i "prima gli italiani".

Buon Natale, però. Nonostante tutto. Ne vale sempre la pena

24 dicembre 2017

I poveri che non vogliamo vedere


I poveri, gli accattoni, i senza tetto, disturbano la coscienza delle persone che a Natale vanno a passeggio per il centro di Como. Che hanno tutto il diritto di non essere molestate, turbate, dalla vista di una persona che dorme all'aperto in queste fredde notti di inverno su dei cartoni.
O che tende la mano chiedendo pochi spicci.
E' il decoro, è i cittadini mi hanno chieste di tutelare il decoro, si è difeso il sindaco di Como, Landriscina. Ma, attenzione, non commettiamo l'errore di classificare questo episodio nel solito egoismo leghista, quelli che “prima gli italiani”, specie quelli che stanno bene.
L'ordine del giorno da cui poi è partita la delibera del sindaco (indipendente ma vicino alla Lega di Salvini) è stato firmato da tutto il Consiglio comunale.
Anche da due esponenti del Partito democratico.
Lo spirito con cui si mandano in giro i vigili per bloccare i volontari che aiutano i senza tetto, con cui si allontanano i questuanti, specie quelli con la pelle scura, nasce dal decreto Minniti Orlando, governo di centro sinistra.

Sappiamo che ci sono i senza tetto, sappiamo che ci sono quelli che chiedono l'elemosina, ma l'importante è che stiano lontano dagli occhi. Lontano dalle vie del centro.
Perché disturbano. Anzi, perché ci fanno paura.
Perché vedendo queste persone poi si corre il rischio di pensare che tutti, oggi, potremmo essere a rischio di fare quella fine.

Viviamo un'epoca di paure e di fragilità. Sono crollate le ideologie e qualcuno ha gridato evviva. Sono crollate anche le speranze e le certezze: quelle che hanno permesso a quanti hanno vissuto prima di noi di pianificare un futuro, pensare di metter su una famiglia, far studiare i figli per dare loro un futuro diverso.
La modernità, specie nel mondo del lavoro, è accompagnata ad un sapore antico di sfruttamento, di essere sottopagati e relegati ai margini in un mondo pieno di luci dove l'importante è spendere, alle bancarelle o sugli store online con un click.
Oggi anche gli operai rischiano di diventare poveri.
E come tali, le loro storie devono essere nascoste, celate, messe ai margini.

Come la storia di Concetta Candido, una dipendente delle pulizie di una cooperativa di servizio (Multiservizi Cometa) che lavorava per una birreria (la Compagnia della Birra). Una delle tante cooperative tirate su per pagare meno il personale. Siamo in crisi, bisogna arrangiarsi, specie se si è in fondo alla catena del mondo del lavoro.
Concetta si è data fuoco nella sede dell'Inps di Torino, dopo essere stata licenziata e aver atteso mesi per i soldi che le spettavano di diritto. Una storia di un'assurda burocrazia (che stride col discorso che dobbiamo essere tutti veloci e flessibili) ma anche una storia che racconta di come sia cambiato il mondo del lavoro.

Una storia che ci ha raccontato Gad Lerner: “Concetta, una storia operaia ”


Mentre la Fiat, divenuta FCA, trasferiva all'estero la sede legale e quella fiscale, intorno alla grande fabbrica il processo sociale di svalutazione del lavoro procedeva a ritmo accelerato, con modalità prima di allora impensabili. Nella sala d'aspetto dell'Inps in cui si è data fuoco Concetta Candido - esaurite le ondate a cicli successivi di cassa integrazione, mobilità e prepensionamenti – s'incontra un'umanità nuova. Un proletariato senza aspettative di posto sicuro.Possiamo dirlo che questa nuova classe, ridotta a plebe dalla mancanza di lavoro stabile, assomiglia sempre di più alla massa di diseredati della sponda sud del Mediterraneo? Tunisini, marocchini, algerini, egiziani. Con la differenza che qui in Italia l'età media è talmente più alta da spegnere sul nascere ogni velleità di rivolta.Uomini e donne per i quali è divenuto inevitabile, naturale, adeguarsi alla prassi di un'economia reale che stravolge le normative contrattuali e i minimi sindacali. Semplicemente, si è preso atto di come le leggi che regolamentano il lavoro potevano essere ignorate senza rischiare sanzioni gravi. Il passo successivo è stato modificarle, derogando a vincoli normativi indicati come anacronistici, essendo già da tempo calpestati.Dopo che gli operai hanno consumato definitivamente il divorzio dalla politica, e dopo che le imprese hanno avuto ragione della loro antica rigidità, l'unica legge da tutti riconosciuta è rimasta la legge della domanda e dell'offerta. Ci si è riabituati in fretta al lavoro povero, intermittente, retribuito sempre meno e sempre meno protetto dagli ammortizzatori sociali. Ci hanno spiegato che era meglio così piuttosto che niente: farlo emergere e legalizzarlo, quel lavoro precario e malpagato, anziché lasciarlo sprofondare tutto quanto nell'invisibilità del sommerso.L'esito di questa metamorfosi nelle relazioni tra chi compra e chi vende il lavoro umano in Italia è racchiusa in poche cifre: la quota di popolazione ridotta in uno stato di povertà, all'incirca 4.700.000 persone, è, sì, composta per il 61% da disoccupati e inoccupati. Ma sotto la soglia di povertà assoluta si trova un'impressionante percentuale del 39% costituita da lavoratori che, sebbene percepiscano una retribuzione, ugualmente vivono nell'indigenza. Lavoratori poveri, appunto, quel che ci eravamo abituati a considerare un controsenso nell'Italia del mezzo secolo precedente.I nuovi mestieri sottopagati si sono estesi ai margini della produzione di merci, poiché le industrie sono state delocalizzate o snellite con l'automazione.Spesso proliferano, questi nuovi lavori poveri, nei capannoni e nei magazzini lasciati vuoti dall'industria: logistica, ristorazione, servizi di pulizie, gestione del tempo libero, security.

Che cosa porterà ai tanti Scrooge lo spirito dei Natale futuro questa notte?

23 dicembre 2017

Bastardi in salsa rossa, di Joe Lansdale


Incipit (che trovate qui)

Mi stavo ancora riprendendo dal fatto di essere morto e, lasciatemelo dire, si trattava di un ritorno in piena regola.Sono morto due volte in ospedale, dopo essere stato accoltellato, e l’ultima cosa che ricordo prima del risveglio dalla morte è che Leonard era lì, a ingozzarsi di biscotti, mentre attendeva che mi riprendessi. A dire il vero ero sveglio, ma riuscivo a tenere gli occhi aperti appena quanto bastava per vedere lui. Mi sentivo alla deriva su una barca lenta diretta verso il nulla, con un bastone infilato nel pisello. Che poi si è rivelato essere un catetere, solo che a me sembrava un bastone. E pure bello grosso.Medici e infermieri mi avevano salvato dal fosso immenso e oscuro, e quando tornai in superficie non fu a Gesù che dissi grazie. Ringraziai lo staff di medici, i loro anni di preparazione, le loro enormi capacità. Ho sempre immaginato che, se fossi stato un dottore e avessi salvato la vita a qualcuno, e quel qualcuno si fosse risvegliato e avesse detto «grazie Gesù», gli avrei infilato un paio di pinze su per il culo e gli avrei detto di provare a vedere se Gesú poteva tirargliele fuori.Morale della favola, ero tornato. Mi ci volle qualche mese per rimettermi in sesto, ma alla fine ci riuscii quasi del tutto, e ormai ero praticamente autonomo. Avevo perso qualche chilo mentre facevo la dieta del tubo-in-gola (non lo stesso tubo che era nel mio uccello, mi preme specificarlo), ma negli ultimi tempi ero tornato in gran forma. Sentivo di poter sollevare due quintali e mettere al tappeto un gorilla incazzato, anche se forse non in uno scontro leale.

Bentornato Hap!
Ci eravamo tanto preoccupati di non vederti più, dopo quel finale tragico in Honky Tonk Samurai ..Come avrebbe fatto tuo fratello Leonard (un fratello con la pelle un po' scura) a far andare avanti la l'agenzia investigativa (che poi sarebbe di Brett, ma lasciamo perdere)?

Eccoli qua, invece: Hap e Leonard sono tornati sono di nuovo insieme e questa volta se la dovranno cavare da soli o quasi perché Brett (e anche la figlia Chance) si sono prese una brutta influenza.
Una mattina, terminate tutte le elucubrazioni (che trovate nell'incipit) sulla sua doppia morte e ritorno alla vita, sull'influenza di Brett e sul crisi amorosa dell'amico Leonard (che si era mollato col suo fidanzato John), all'agenzia bussa una signora di colore “con un'ampia maglia verde e delle pantofole rosa”.
In cerca dei due neri che ogni tanto, dalla casa di fronte, vedeva entrare in quella specie d'ufficio (l'ex poliziotto Marvin e Leonard): per l'incarico proprio di due neri avrebbe bisogno, perché si tratta di andare a ficcare il naso nelle case popolari di Camp Rapture.

.. guidai fino a Camp Rapture. Non era distante da LaBorde, e le case popolari sembravano un luogo dove i sogni si suicidavano e la speranza la prendeva nel culo.

Un “buco di merda”, così lo chiama la donna, dove il figlio è stato ucciso. Un caso su cui i poliziotti di quel dipartimento non sembrano averci investito tante energie.
Per questo Louise si è rivolta a loro: dovranno andare a parlare con questo possibile testimone, una persona che avrebbe visto qualcosa legato all'omicidio del figlio:

- D'accordo. Mi dica di cosa dobbiamo parlare, io e questo tizio. A parte l'omicidio, intendo. Avrò bisogno di dettagli. Dovrò parlare anche con la polizia.
Lei scosse la testa. - Non mi piace questa cosa. Le ho detto che ci ho già parlato io. Merda. Sono quasi certa che siano stati loro.

Benvenuti nel lato sbagliato dell'America, Camp Rapture: un posto dove non si è troppo abituati a vedere girare un bianco come Hap e nemmeno ad uscire fuori da quel ghetto, dove fin da bambini si è abituati al peggio della vita. Spaccio, droga, violenza, emarginazione

- L'East Texas non è mai stata la terra delle grandi occasioni, per le persone di colore. 
- Non lo è mai stata per nessuno. A meno che tu non sia un dottore, un avvocato o uno spacciatore. Ma essere nero e povero non significa dover per forza vivere nelle case popolari e farti tormentare da qualche delinquente del cazzo con un cuffietta in testa. Io vivo dove mi pare.

Jamar, il figlio di Luise, è stato trovato morto a Camp Rapture, ma Hap e Leonard si riescono a capire cosa ci facesse in quel posto, come ci è arrivato. E perché sia stato ucciso: il testimone che avrebbe visto qualcosa, Timpson Weed, racconta di un pestaggio da parte dei poliziotti.
Jamar aveva cercato di difendere la sorella Charm fermata da una pattuglia di agenti con un pretesto e portata in centrale. Qui, gli stessi agenti, l'hanno umiliata tenendola legata ad un termosifone coi pantaloni calati ..

Jamar aveva iniziato a seguire i poliziotti, fotografarli: per questo è stato ucciso? Vero che da persone stupide e ottuse (come sembra siano gli agenti di Camp Rapture) non puoi aspettarti comportamenti coerenti, ma c'è qualcosa, in questo racconto, che non torna.

L'inchiesta sulla morte di un ragazzo di colore, che non interessa a nessuno, nemmeno alla polizia, diventa un viaggio nel quartiere ghetto, dove i nostri due investigatori devono usare le mani coi ragazzi per farsi rispettare. Dove incontrano Reba una ragazzina con la lingua lunga, che Leonard battezza (non troppo benevolmente) “fottuto vampiro nano di quattrocento anni”.
E dove l'unico locale della zona si chiama solo “Locale”, dove l'ultimo bianco che si è presentato è stato scotennato dagli indiani nel '700. Posto simpatico eh?

Viene fuori una verità, difficile da dimostrare, che parla di poliziotti sporchi, che usano la divisa per portare avanti i loro traffici, di incontri clandestini di boxe nella vecchia segheria in collina e anche di incontri tra cani. Incontri che si concludevano con la morte di questi animali gettati nel laghetto pieno di segatura. I cuccioli arrugginiti, per il colore che prendevano quando tornavano a galla:

state attenti mentre scavate. Tutti i maledetti pezzi grossi della città sono collegati a loro, in un modo o nell'altro. Sono tutti impegnati a farsi un culo a vicenda, e se cercate di mettervi in mezzo farete la fine di un cucciolo arrugginito.

Proprio visitando questo luogo abbandonato e triste di giorno, ma affollato di notte, i due si imbattono in due componenti della squadra di poliziotti che potrebbero aver pestato Jamar: Sheerfault e la sua ombra, Bobo. Il primo è un poliziotto che, una volta, ha battuto Leonard in un combattimento, ma ai punti.

Il secondo non è un poliziotto e ha un approccio semplice alla vita ("mi piace picchiare"): una mente non proprio brillante visto "che è stato investito da un camion cinque anni fa e non è che anche allora fosse una mente eccelsa; ma ha spento un bel po' di lucine nella sua testa".

- Secondo me la madre di Bobo rimpiange di non averlo soffocato con il suo orsacchiotto quando era piccolo, - dissi.

Il trio dei poliziotti sporchi su chiude con Coldpoint, bello come un divo e anche abbastanza furbo ma mandare avanti gli altri due per i lavoro sporchi.
Per scoprire cosa si nasconde dietro la morte di Jamar e soprattutto cosa succede nella vecchia segheria, Hap e Leonard dovranno girare tra i ragazzi del ghetto, anche quelli che girano con una cuffietta da doccia per farsi fighi.
Come in tutte le avventure del duo, non mancheranno le botte, verranno perfino rapiti due volte nella notte e dovranno anche prendersi a botte tra di loro, pur di sopravvivere.

Certo, sono passati più di vent'anni dalle prime avventure e la stanchezza inizia a farsi sentire: l'età, ma anche tutti i pensieri per le storie del passato, per le cose che Hap, in particolare, il più riflessivo dei due, ha dovuto fare ma che non avrebbe mai voluto. Ora non è più solo, ha una compagna, Brett, una figlia Chance (che pure vorrebbe lavorare con loro), perfino un cane, Buffy, golosa di gelato alla vaniglia.
La realtà mi stava venendo addosso solo ora che avevo tempo di rilassarmi e assorbire tutto. Ero stato prelevato due volte in una notte e tenuto sotto tiro, e le sensazioni che avevo rimosso dopo essere tornato dal regno dei morti si erano risvegliate. Tremai un po'. Avevo affrontato cose peggiori di quei due teppisti, e più di una volta, ma in quel momento mi cadde tutto addosso: loro due e tutte le cose che avevo fatto e che non avrei dovuto fare.

Molto più affilato e diretto del precedente, nei dialoghi feroci, nelle battute velenose, Bastardi in salsa rossa è un racconto dell'America dell'emarginazione, quella che non si vede, nei film o in televisione. La parte sbagliata di un paese che sembra rimasto alle regole e alle leggi del secolo passato (la segregazione, l'emarginazione), un paese che non è affatto “the land of opportunity”.
Quella parte del paese che forse è rassegnata a vedere le cose destinate a non cambiare, a confrontarsi col male tutti i giorni. Come succede alla fedele coppia di investigatori dell'East Texas, Hap e Leonard. Due veri duri, ma con un cuore grande!

- Siamo davvero una bella coppia di duri, - disse Leonard. 
- Cerca duri nel vocabolario e sotto la definizione troverai la nostra fotografia. 
- Esatto, - disse Leonard. - Io però sono un duro che adesso ha bisogno di riposare per qualche giorno, cagare un po' di sangue e farsi curare le costole. E forse rimpiantarsi un paio di parti bioniche. 
- Ho anche io i miei problemi di salute. 
- Amico, sei riuscito a sfuggire alla mia presa, - disse Leonard. - Davvero cazzuto.- Dici? 
- Adesso tocca a te farmi un complimento, - disse Leonard. 
- Sai cadere bene, risposi.

La scheda del libro sul sito di Einaudi, il PDF da scaricare col primo capitolo.
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