14 gennaio 2018

Ogni voto è utile in democrazia

Far perdere il PD vorrebbe dire far vincere la destra razzista, populista e xenofoba.
Certe soddisfazioni non hanno prezzo.
[Ellekappa su Repubblica del 13 gennaio 2018]

Chi non vota PD (alle elezioni nazionali o a quelle regionali) vota per l'estrema destra.
Chi fa perdere il PD (sottotitolo, chi vota per Grasso e Libero e Uguali), fa vincere Casa Pound, Forza Nuova, Salvini e Berlusconi.
Abbandonata, immagino definitivamente, la maschera dei pacieri, dei pontieri con la “sinistra”, sono cambiati i toni del cosiddetto dibattito: questi (le vignette di ellekappa sono un esempio) sono le battute che girano.
Siamo tornati ai tempi della scorsa campagna elettorale, quella sul referendum, se non voti sì, voti come la destra di Berlusconi o di Salvini.
Passato un anno e passa, pensavo che l'onesta intellettuale dei renziani fosse cresciuta: oggi ti dicono che se non voti Gori allora sei della solita sinistra che vuole perdere. Quella che ci farà ritornare a Berlusconi e, peggio ancora, ai fascisti.

Il candidato PD nemmeno passato dalle primarie, per cui Formigoni è un buon amministratore (meglio di Maroni),che ha votato come Maroni si al finto referendum leghista sull'autonomia...

A proposito, ma Gori non lavorava per Berlusconi, prima? Fa niente...
Renzi ai tempi delle primarie del 2012

Così, secondo il ragionamento del voto utile, per non far vincere Berlusconi, dovremmo votare per il partito che si allea con Casini (candidato nella lista di centro a Bologna e senza un avversario PD), con la Lorenzin e che per battere la destra candida in Lombardia un politico che di certo non proviene dalla sinistra.
E che magari porterà avanti anche politiche (su sanità, istruzione) in continuità con quanto fatto finora.
Qual è la differenza allora?

E nemmeno dobbiamo sentirci offesi se noi, che siamo quelli che avevano combattuto il berlusconismo prima, ci permettiamo di rispondere che si vota in base alla propria testa.
Certo, la mia generazione ha colpe gravi di cui deve fare ammenda: è quella che ha portato a Palazzo Chigi il berlusca nel 1994, è la generazione del Salvini e dei Cota.
Ma ora sentirci rinfacciare anche il ritorno delle destre è troppo.
Dopo il jobs act, i voucher, la buon scuola, la legge sulle intercettazioni, le trivelle, il ponte sullo Stretto, quelle strane pensioni posticipate di alcuni magistrati, la guerra ai magistrati, il falso in bilancio introdotto il buco, i condoni, la guerra ai sindacati, la riforma costituzionale imposta a maggioranza, le leggi elettorali con la fiducia, le leggi sui diritti civili usate come foglie di fico per nascondere il resto, i conflitti di interesse del ministro Boschi, le telefonate con De Benedetti …

Il dibattito sul voto utile oltre ad essere offensivo, è pure stantio, vecchio: abbiamo già dato sul voto utile.
E abbiamo anche già dato sul tema del male minore: turatevi il naso e votate PD, ci dicono, anche qui, come ai tempi del referendum (la riforma fa schifo ma va votata, perché altrimenti ..).
A furia di voto utile e di male minore ci siamo trovati in un paese diviso, con tante tensioni sociali, col fenomeno dei working poor e degli sfruttati.

E dove le istanze degli ultimi, degli sfruttati e degli indifesi sono state lasciate in mano alla destra, quella del “prima gli italiani”.

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