04 marzo 2018

Presa diretta – l'inchiesta sull'omeopatia

Danilo Procacciati nel servizio di Presa diretta ha raccontato tutto quello che c'è da sapere sull'omeopatia: c'è una battaglia feroce tra la scienza e i medici omeopatici che sostengono la loro efficacia.
Per esempio, all'università di Bologna, la ricercatrice, Lucietta Betti, che usa l'omeopatia per curare le piante: curate con prodotto omeopatico guariscono meglio dalle infezioni.
Non è il mio compito capire il perché, come biologa vi mostro gli effetti”, dice la ricercatrice: dunque almeno per le piante l'omeopatia avrebbe effetto, senza effetto placebo.

Ma funziona davvero questo tipo di cura? Presa diretta ha controllato cosa c'è dentro i granuli, ha intervistato i teorici di questa terapia, ha verificato tanti casi, per cercare di dare una risposta.

Milioni di italiani si ammalano ogni anno per l'influenza: alcuni usano il vaccino per non ammalarsi, che è consigliato per i malati cronici.
Altri italiani si curano solo con cure omeopatiche che, in alcune farmacie sono spacciate come un normale vaccino.
Ma è un vaccino non scientifico la cui efficacia non è dimostrata e la circolare del ministero della Salute indica di usare il vaccino tradizionale, non quello omeopatico, per gli anziani.

IL vaccino omeopatico si chiama Oscillococcillum: niente bugiardino, niente indicazioni per l'uso, ma cosa contengono questi granuli?
IL giornalista ha fatto fare un'analisi all'università di Tor Vergata: non ci sono molecole bioattive, ma zuccheri. Dal punto di vista di composti con un'attività biologica non c'è nulla – dice l'analisi.
Il professor Nisticò spiega meglio: “farmacologicamente non succede nulla nel corpo, non è efficace”.

Negli Stati Uniti i consumatori hanno fatto una class action contro la Boiron che è stata costretta a cambiare etichetta di questo prodotto.
E gli altri prodotti in granuli?
L'Arnica, la Pulatilla, l'Arsenico, l'Eufrasia ..

8 ml di italiani si curano con questi prodotti, per un giro d'affari di 300 ml di euro, con migliaia di medici che prescrivono queste cure.

Come è nata l'omeopatia e quali sono i principi?

L'omeopatia viene fondata da un medico tedesco nell'800: la sua teoria partiva dal principio per cui la malattia poteva essere curata da medicine che provocano gli stessi sintomi.
Ma era un contesto diverso, anche da parte dell'approccio dei medici: erano i tempi dei salassi e delle purghe e l'omeopatia si presentava come una cura dolce.

Le cose cambiano nel novecento: oggi sono ventimila i medici che usano il principio per cui il simile cura il simile, il principio di similitudine.
E poi c'è il principio della diluizione infinitesimale: il professor Bressanini ha raccontato di come in questi medicinali ci sia una parte infinitesimale del principio in acqua o in zucchero.
Nelle confezioni dove c'è scritto arsenico, dentro non c'è veramente arsenico perché è molto diluito.

C'è anche il principio di dinamizzazione, oltre alla diluizione: si attivano i principi scuotendo i recipienti e le provette.
Immaginate voi quanto principio attivo c'è con diluizioni a 30 o perfino a 300..

I risultati dei test dell'università di Tor Vergata dicono che dentro i granuli c'è acqua e zucchero e nessuna molecola attiva.
Ma per i teorici dell'omeopatia questo non vuol dire nulla, sostengono infatti che l'acqua contiene una memoria delle sostanze che attraversa: esiste una sorta di memoria dell'acqua, che è la prova dei rimedi delle cure omeopatiche.
Era di un ricercatore francese questa teoria, che è stata pubblicata sulla rivista Nature: fu creata una commissione per capire la veridicità di questa teoria.
Ma la rivista Nature dovette smentire gli studi di Benvenist, che si scoprì poi era pure finanziato da una società che vende questi medicinali.
Anni dopo è il ricercatore Montagnier a parlare di memoria dell'acqua, durante gli studi sull'HIV: ma anche questi studi non sono stati accettati dalla comunità pubblica.

Il professor Vittorio Elia è un ricercatore in pensione: è uno dei pochi che ancora crede alla teoria della memoria dell'acqua al mondo.
La medicina omeopatica è acqua fresca, è vero: la sua ipotesi è che l'acqua a contatto con altre sostanze cambia la sua natura fisica, l'acqua è sensibile a quello che tocca.
Questo dicono gli esperimenti, ma non esiste una teoria che spiega questo comportamento.
Anche perché non esistono al mondo altri ricercatori che vogliano ripetere questi esperimenti di Vittorio Elia, per verificarla.

Presa diretta è andata allora al CNR: non esiste acqua pura in natura, perché è molto reattiva.
Anche perché l'acqua, mentre la si scuote in provetta (dinamizzazione), raccoglie le impurità dell'aria, come l'azoto.
Comunque il fisico Aliotta ha lanciato il guanto della sfida al chimico Elia: speriamo che accetti la sfida, per fare luce su questa teoria una volta per sempre.


Antonella Ronchi è presidente dei medici omeopatici: l'omeopatia è una medicina personalizzata, ad ogni persona si da un prodotto diverso.
Perché funzionano quei granulini allora?
Ogni medicinale ha una sua peculiarità – spiega la dottoressa Ronchi: nemmeno la medicina tradizionale vede i pazienti, è una tecnica che usa la scienza.
Non può essere valutata in modo scientifico, perché ogni paziente fa storia a sé.

Ma che prove esistono in letteratura sull'efficacia dell'omeopatia?
Guna – è un'azienda che produce questi medicinali, è anche autrice del libro più famoso sull'efficacia dell'omeopatia: la scienza si è interrogata a lungo sull'omeopatia, sono state fatte tante ricerche; l'ultima su input del governo australiano, nel 2015 che ha valutato migliaia di pubblicazioni nel mondo.
Le conclusioni sono che non esistono prove dell'efficacia di questa cura: non fanno effetto sul raffreddore, per esempio, semplicemente acqua pura.

Chi utilizza l'omeopatia spreca il suo tempo” conclude il ricercatore.

Danilo Procaccianti è andato ad intervistare il professor Garattini all'istituto Negri: si paga lo zucchero a caro prezzo, dice il professore, l'unico effetto è quello placebo, per l'aspettativa di essersi curato con qualcosa di alternativo.
Molti di coloro che credono nell'omeopatia sono dei fedeli: se usassero il vino anziché arsenico o altro, per diluirlo, vorrei vedere chi lo compra – dice Garattini.
La gente non ha idea di cosa sono i farmaci: dentro devono starci dei principi attivi, è irrazionale assumere qualcosa che non ha efficacia.
Tutti gli studi con prodotti omeopatici hanno stabilito che non ci sono differenze se si usa un placebo al posto di questi prodotti.

Il professor Ricciardi (dell'ISS) era ospite in studio: ha criticato le affermazioni della dottoressa Ronchi, quando parlava dell'impossibilità di valutare scientificamente l'omeopatia.
Non è scienza e nemmeno coscienza: è un alibi per sottrarsi al controllo della scienza.

Ma l'omeopatia sta prendendo piede, anche negli ospedali pubblici: a Pisa, in un consultorio pubblico, dove si prepara al parto, si propone l'omeopatia alle neo mamme che non possono assumere, nei mesi prima della gravidanza, molti medicinali.

Se ci si crede, funzionano meglio” dicono le mamme, che pure hanno usato queste cure pure senza effetto.
C'è una struttura pubblica che usa queste cure, che non hanno alle spalle delle prove scientifiche: la regione Toscana usa soldi pubblici per l'omeopatia, senza dire alle donne che queste cure non hanno evidenze.
Non un approccio trasparente insomma: come si fa a capire però se queste cure funzionano o se è solo placebo?

A Lucca, Danilo Procaccianti ha incontrato la dottoressa Panozzo: da cure omeopatiche, convinta che in certe situazioni serva qualcosa che vada oltre la chimica, per curare problemi delle donne, se la causa è psicologica.

Le medicine non convenzionali sono usate in molti ambulatori, pagate con un ticket, grazie ad una legge: come è possibile che soldi pubblici siano usati per cure che non hanno evidenze scientifiche?
I casi di Lucca e Pisa non sono isolati.
A Pitignano c'è un ospedale dove i medici sono affiancati con gli omeopati, sia nei reparti che negli ambulatori.

I pazienti testimoniano degli effetti positivi di queste cure: sono persone anziane, che hanno provato anche altre cure. Vera efficacia o altro?

Il professor Ricciardi, guardando queste immagini, criticava il comportamento della regione Toscana: non abbiamo soldi per curare tutti, per esempio per dare a tutti i malati il farmaco dell'epatite C.
Poi i soldi sono usati per l'omeopatia.
Negli Stati Uniti, sui medicinali come questi, c'è la scritta: è un preparato che non si basa su prove scientifiche mentre in Italia questi medici, nelle ASL toscane non spiegano che i farmaci che danno non hanno dietro alcuna base.

L'effetto placebo.
Il professor Benedetti, dell'università di Torino ha spiegato al giornalista dell'effetto Placebo: come è possibile che il dolore sparisca dopo aver somministrato un bicchiere d'acqua?
Si studia il rituale del prendere una medicina, negli esperimenti su questo effetto, che crea una aspettativa e per cui il cervello crea delle morfine che alla fine funzionano come un farmaco.

Le parole, la speranza, la fiducia nel medico curano come un medicinale: tolgono l'ansia al paziente per esempio, che senza ansia sente meno il dolore.

Dietro l'omeopatia c'è l'effetto placebo: non ci sono evidenze scientifiche che dicono che dietro queste cure non ci sia altro che effetto placebo. L'uomo ha bisogno di credere, ha bisogno di avere fiducia nel medico. E i medici omeopatici ascoltano il paziente, si crea un rapporto particolare rispetto ai medici convenzionali.
Maggiore è l'empatia tra medico e paziente maggiore è l'attivazione di queste sostanze, come l'endorfina, simili alla cannabis, che curano il malato.

Che male c'è allora, nell'omeopatia, se fa stare bene?
É un discorso etico, dice il dottor Benedetti: si deve dire che una certa cura funziona solo perché è una credenza, non perché esistono studi scientifici.
Abbiamo bisogno di credere, però: anche dopo questa puntata ci saranno quelli che continueranno ad usarle e quelli che invece si cureranno con la medicina tradizionale.

Ma quanto c'è di scientifico nella medicina tradizionale?
Spendiamo 29 miliardi in medicinali, ogni anno: sono 12mila i farmaci autorizzati dall'agenzia del farmaco, molti dei quali obsoleti.
Secondo il dottor Garattini, circa la metà sono proprio inutili: anche nella farmacologia tradizionale, come pensiero magico non si scherza.
Molti dei medicinali che prendiamo in farmacia non sono proprio efficaci, poi c'è un problema di abuso.

Dovremmo curare a casa i pazienti anziani, ascoltarli e rassicurarli, anziché prescrivere loro dei medicinali inutili: si tratta di usare in modo efficace i soldi pubblici per la spesa sanitaria.
Poi c'è il discorso degli psicofarmaci, per la tipologia di vita che viviamo.
Gli antibiotici di cui ne facciamo abuso, un settore dove le aziende non investono da anni: ci sono migliaia di persone che muoiono ogni anni perché non esistono antibiotici efficaci.

Esiste la magia anche nei farmaci tradizionali.
C'è un problema nella valutazione dei farmaci, nel modo in cui si sperimentano (confrontandoli con il placebo e non con farmaci che funzionano), perché siamo in condizione di risorse scarse e dobbiamo usarle meglio – il pensiero del professor Ricciardi.

Come funziona l'industria dell'omeopatia.

Se i farmaci omeopatici sono farmaci come gli altri, perché non dovrebbero essere rimborsati come gli altri?
Questo spiega l'interesse dietro questo settore, da parte delle aziende, che sono come le altre: il processo produttivo e gli standard sono identici alle altre aziende di farmaci.
Ma i prodotti finali sono uguali ai farmaci tradizionali?
La procedura di verifica del farmaco, stabilita dall'AIFA, è molto più semplificata: non si tratta di farmaci, ma di prodotti.
AIFA valuta gli standard dell'efficacia del farmaco – ha spiegato il dottor Melazzini: verificano cioè la non tossicità dei 3000 e passa prodotti omeopatici.
Si sono spesi 2ml di euro per verificare se prodotti con acqua e zucchero non fossero nocivi per la salute: mi sembra uno spreco di soldi pubblici.

Abbiamo fatto tanta informazione sui vaccini, come mai non è stato fatto altrettanto con l'omeopatia, che pure è parzialmente a carico del cittadino?
In Francia le visite in studi omeopatici sono parzialmente rimborsate, come pure i farmaci omepatici: la Francia è la patria dell'omeopatia.
Dagli stabilimenti di Lione, a Boiron, escono i granuli venduti in tutto il mondo.
Fatturano milioni di euro, vendendo acqua e zucchero: per vendere 614 ml di prodotti omeopatici spendono 140 ml di euro in marketing e 4 ml di euro in ricerca, affidata a 14 ricercatori.
Insomma Boiron investe in pubblicità molto di più che in ricerca.
E la politica, Macron, ha preferito non mettere in discussione l'omeopatia e la sua rimborsabilità, per non inimicarsi il suo elettorato.

“Noi scienziato abbiamo l'obbligo di dire la verità” è il commento del dottor Ricciardi, anche alle parole del deputato Villanì, appena eletto all'assemblea francese.
Gli scienziati devono informare e i politici devono decidere, per un discorso di stima e di fiducia tra politica e scienza.

Per evitare di arrivare alle storie come quelle raccontare dalla dottoressa Grams, ex omeopata, che raccontava dei colleghi che curavano il tumore con l'omeopatia.
E non solo in Germania, ma anche in Italia, a Treviso.
Dove una donna è morta, per un tumore non curato, anzi, mal curato con cure alternative.


Non sempre l'effetto placebo funziona. 

Nessun commento: