29 aprile 2018

La politica che non c'è


Basta caminetti, ma si ai salotti televisivi, come quello di Fazio stasera.
Per Renzi è arrivato il momento per tornare in televisione e farsi sentire, anche con qualche intervista sui giornali, come a Repubblica con Claudio Tito.
Per ribadire una sola cosa: l'accordo, o contratto, col M5S non si deve fare. Tanto vale che Renzi ritiri le dimissioni da segretario visto che, di fatto, è sua la linea.
Da una parte Di Maio coi suoi due forni, con la sua idea di contratto per un governo, per entrare nella terza repubblica. Come se fosse così semplice, facciamo un accordo e cambiamo tutto.
Dall'altra parte il PD potrebbe dire si solo se niente Di Maio, niente abiura di Jobs act, buona scuola e tutte le politiche di questi anni.
Ma se la buona scuola fosse veramente una buona riforma, come mai gli insegnanti hanno protestato?
E lo stesso vale per il jobs act: il milione di posti di lavoro ma dietro c'è un mondo intero fatto dai riders considerati lavoratori autonomi, delle crisi aziendali, delle disuguaglianze.

Sono passate settimane dal voto e nessun partito sembra disposto ad alcun passo di avvicinamento verso gli altri, per cercare accordi.
Sono passate settimane e nel PD nemmeno un'analisi sui voti persi.
Siamo rimasti agli italiani che votando no al referendum sulla riforma, dando un calcio alla legge elettorale che ora ci avrebbe dato un governo.

Eppure la politica è altro. Ascoltare la base. Imparare dagli errori. Parlare con gli altri gruppi. E rispettare.
Rispettare le idee, le persone, le opinioni.
Non rimanere chiusi e arroccati nella propria bolla.
Marco Ruffolo - Repubblica 29 aprile 2018

Perché fuori c'è un paese che è rimasto coi suoi problemi. Come per esempio quelli di cui oggi Marco Ruffolo su Repubblica: i contratti al ribasso nel mondo delle costruzioni, pur di risparmiare. Sulla pelle delle persone.

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