08 aprile 2018

Mi consentirete una piccola provocazione (sulla libertà di stampa)

Immaginiamo che Mediaset riunisca i vertici di Forza Italia per discutere dei futuri scenari di governo, un una convention a Cologno Monzese.
E che a questa convention venga respinto l'accredito al direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio (o ad altri giornalisti del medesimo giornale).
Parleremmo ancora di atto gravissimo che lede la libertà di stampa?
Se la risposta è si, bene, possiamo proseguire.
Altrimenti lasciate perdere questo posto e buona giornata.

Quanto successo ieri al giornalista de La Stampa Iacoboni, che si è visto respingere l'accredito all'incontro organizzato dalla Casaleggio a Ivrea (respinto in quanto giornalista poco gradito, se lasciamo perdere le altre scuse) ci dice due cose.
La prima è che il M5S ancora deve capire che o fa il partito politico, staccandosi da Grillo e Casaleggio, oppure si porterà dietro questo legame da partito azienda, proprio come Forza Italia.
Abbiamo già dato, grazie.

Secondo: che in questo paese il giornalismo e la libera informazione sono usati spesso solo come pretesto, quando fa comodo.
Quante settimane sono passate dall'inchiesta di Fanpage sui De Luca e la gestione delle ecoballe in Campania?
Ci siamo dimenticati che in questo paese presidenti del Consiglio hanno fatto chiudere trasmissioni (o ci hanno provato), hanno chiesto agli investitori di togliere le pubblicità a quel giornale nemico, hanno spostato conduttori dai talk, colpevoli di non sposare la loro narrazione.
Amiamo così tanto la libera informazione che a Milena Gabanelli non è stato trovato un posto (serio, non delle prese in giro) in Rai.

Chi oggi sbandiererà il caso Iacoboni e la censura a 5 stelle si ricordi dei giornalisti pagati a cottimo, precari, sotto la scure delle querele temerarie.
Si ricordi che questo governo (ancora per poco) ha varato la riforma delle intercettazioni (che non è amica della libera informazione) e ha pure depenalizzato le violazioni della privacy.
Che, in barba alle promesse, Renzi ha renzianizzato il cda della Rai (perché c'era la Gasparri..).

Non siamo un paese che ama molto il giornalismo che fa domande scomode, che mette in luce i vizi privati, i conflitti di interesse, le magagne, gli altarini.
Il conflitto di interesse di Berlusconi, quello della famiglia Boschi, i rapporti tra Renzi e De Benedetti, i finanziamenti “strani” di Salvini.


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