22 maggio 2018

Report – un popolo di navigatori e santi

L'erosione delle coste italiane: Quanto ci erode? (Lucina Paternesi)

L'Italia rischia di vedersi sparire le coste per colpa dell'erosione: si parla di 1200 km di coste, rovinate dal cemento dei lungomare, di porti e stabilimenti balneari costruiti senza criterio.
A rischio sono il 42% delle coste: a questo problema si cerca di porre rimedio spostando la sabbia da un posto all'altro, ma un palliativo che ingrassa solo le aziende del settore.

Lucina Paternesi ha girato il paese per vedere la situazione delle spiagge, cominciando da Eraclea ad Agrigento: qui le mareggiate si sono mangiate la spiaggia e ora a rischiare è anche il centro abitato.
È stato costruito un porto sbagliato che sta mangiando la spiaggia, mentre la sabbia si ferma laddove dovrebbero esserci le barche: perché è stato costruito il porto a Siculiana senza nessun controllo, senza perizie. E senza che sia mai entrato in funzione.

A Marina di Rodi Garganico le ruspe spostano la sabbia continuamente dal porto, verso la spiaggia dove se ne era andata, per colpa del lungomare.
Un porto bellissimo ma poco funzionale, costato 14ml di euro al privato che ha goduto una concessione da 30 anni.
Mentre il comune deve pagare un mutuo a CDP per diversi anni: ora l'azienda privata se ne è andata e il problema dei costi e delle costruzioni rimaste è sul groppone del comune.

In Emilia hanno speso 40ml di euro dal 2002 per sistemare le coste: nel 2016 si sono spesi 1,2 ml per un progetto internazionale in cui si intendeva spostare la sabbia dal mare verso le coste.
A Ferrara stanno tamponando con sacchi e pali infilati nel terreno: anche qui un intervento non a lungo termine.

Si pagano carenze progettuali, per i porti, carenze nel controllo delle coste e delle spiaggie: servirebbero 2 miliardi di euro per sistemarle e tenere in vita le imprese del settore.
Quando manca la visione..
Eppure siamo stato un popolo di navigatori.

Lo scandalo finanziario dei frati minori: I poverelli (Nerazzini)

Il mistero dello scandalo dei frati minori parte a Lurago D'Erba, a Como, dalla villa del signor Leonida Rossi. Era il broker dei frati minori che si è suicidato nella sua villa.

Ma è tutto qui? Alberto Nerazzini ha fatto domande, ha cercato di capire dove siano spariti i 50ml di euro del tesoro dei francescani. Una spy story di soldi, strane morti e tanti silenzi.
Frati che più che al paradiso in cielo erano interessati ai paradisi fiscali.
Soldi che passano per Lugano, passando per banca Intesa, e che sembrano indicare operazioni di riciclaggio (così ipotizza il dottor Bellavia).
Uno strano suicidio, quello del signor Rossi, proprio nel giorno in cui la Finanza doveva fare una perquisizione nel suo studio.

Ma chi era questo Leonida Rossi, sepolto a Lurago D'Erba?

Al centro della mappa – Michele Buono

Il nostro paese ha la conformazione di un porto, abbiamo le competenze, i soldi (ora dormienti): cosa ci manda per diventare un enorme hub per collegare l'Italia alle reti globali che collegano il mondo?
Una visione.
Come vogliamo stare nella mappa dei collegamenti dei traffici delle merci? La gran parte delle merci passano via mare, dai grandi porti come Rotterdam, che accoglie merci da e per tutto il mondo.
Le merci passano anche vicino all'Italia ma i nostri porti non sono attrattivi: perdiamo soldi, per il gettito fiscale che non incassiamo per i container che non si fermano da noi.
Il 40% delle navi che passano da Suez non si fermano qui: perdiamo 1,5 ml di contenitori, una perdita tra i 2-3 miliardi di euro per le imprese.

In Olanda navi e terminal lavorano assieme al porto in un sistema connesso: un giro d'affari per le imprese nella filiera da 20 miliardi di euro, che ha anche un impatto nell'occupazione.
Tutto questo con un solo porto lungo 40km: perché non uniamo tutti i nostri porti nel Mediterraneo in un unico sistema?
Dalla Calabria, da Gioia Tauro, su fino al nord, verso il resto dell'Europa: la Calabria dovrebbe integrarsi nel resto del paese, e il resto del paese avrebbe compiti di logistica per lo spostamento delle merci.
Cosa manca a Gioia Tauro? Il collegamento ferroviario, per esempio; un'attività di riparazione delle navi, che sarebbe concorrenziale.
Da Gioia Tauro a Sibari e poi su, sulla linea Adriatica, fino alla Pianura Padana, fino a Germania e Francia: si deve adeguare la dorsale per consentire treni più lunghi. Poi va potenziata la linea tra Napoli e il suo porto e Bari, con una linea diretta.
Si creerebbero posti nella logistica, nella manutenzione, nel porto.

Genova deve diventare la porta dell'Europa: serve che l'arteria del terzo valico sia funzionante, per collegare Genova alla pianura Padana.
All'interporto di Novara, stimano una occupazione di 5 addetti per container: se l'interporto fosse concorrenziale potrebbe espandersi e dunque, creare altri posti di lavoro.
Altro porto da collegare Trieste, che è anche zona franca, ovvero niente tasse per le merci che arrivano e vengono lavorate.
L'Italia potrebbe diventare un'enorme piattaforma logistica, collegata: occorre che le informazioni si muovano più veloci delle navi, a Rotterdam ad esempio hanno una piattaforma digitale per controllare navi e merci.
Anche quello della digitalizzazione dei servizi è un settore che crea occupazione: a Treviso hanno sviluppato Ismael, alla DBA Group, per gestire con una piattaforma digitale un intero porto.
Le correnti, l'inquinamento, il controllo dei container, i documenti di carico, le banchine nel porto: ora questo sistema che si basa su sensori, telecamere e realtà aumentata con modellini 3D, è sperimentato solo a Bari.

Potremmo usare questo sistema in tutto il paese: sia per la gestione dei porti sia per le aziende di manifattura che possono controllare le loro merci senza troppi sforzi.

Sistema integrato significa anche gestione intelligente delle emissioni delle aziende attorno al porto, teleriscaldamento, rifiuti nell'area che vengono raccolti per trasformarli in mattonelle.
Aziende, startup, università: tutti lavorano assieme nel porto di Rotterdam, fianco a fianco.
Nella Ramlab costruiscono eliche con stampanti 3D.
Skel Ex è una startup indiana che produce esoscheletri per rendere più semplice il lavoro manuale.

Sono solo alcuni esempi di progetti che sono inseriti in un database, nel programma RDM: Rotterdam non è un solo un porto di merci, ma anche un porto di idee.

A Gioia Tauro potremmo usare l'area dietro il porto per personalizzare le auto, in arrivo e in partenza.
Nel retroporto lavora anche Callipo: ha avuto coraggio a rimanere in Calabria e col suo esempio sta richiamando altri imprenditori, nel mondo dell'agricoltura, dei ricambi ..

Potremmo collegare le città del sud, vicine ai porti, in macro città, grazie a veloci collegamenti ferroviari: vuol dire altro lavoro, stimoli per servizi, per accogliere altra popolazione.
Con le città policentriche, del professor Canesi del politecnico di Milano si immaginano le imprese e i poli industriali del futuro.

Una leva finanziaria potrebbe arrivare dal fondo per le aree a fiscalità avvantaggiata: il professor Minnenna immaginava anche un fondo sovrano in cui convergere i 1000 miliardi del risparmio privato degli italiani.
Immaginiamo un fondo di investimento da 100 miliardi, investimenti pubblici per infrastrutture, impresa, lavoro.

È un qualcosa di simile a quanto è stato fatto in Marocco, col porto di Tangeri: un porto moderno collegato a 174 destinazioni, questo era il progetto presentato anni fa agli investitori.
Un porto avanzato, collegato alle reti per tutto il mondo e che ha attirato imprese da tutto il mondo, venute qui (come Renault) perché conveniva essere vicini ad un porto per poi spostare i loro prodotti.
A queste aziende sono stati concessi sconti in cambio dei posti di lavoro creati.
Si punta molto sulla formazione, per i lavori nel porto e nelle aziende costruite vicino: formazione, lavoro, scuole, istruzione, PIL che cresce..

Il finale di Sigrido Ranucci: Rotterdam da sola movimenta un numero di containers superiore a quello di tutti i porti italiani, con un impatto economico importante che va al porto e al resto del paese.
Perché non farlo anche in Italia? Cari governatori del sud, mettetevi d'accordo, presentate questo progetto integrato su porti e infrastrutture al prossimo governo e all'Europa, altrimenti nel futuro sui nostri porti arriveranno solo i disperati dall'Africa.

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