07 giugno 2018

La tragedia delle gente comune - da Il metodo Catalanotti


C'è un mistero, nell'ultimo romanzo di Camilleri con Montalbano: un cadavere sparito e un cadavere di un ragioniere con la passione per il teatro e la psicologia delle persone.
Ma c'è anche spazio per raccontare il presente, la crisi per il lavoro che non c'è e anche la rabbia.
Tanta rabbia che inizia a toccare anche la "genti comuni", che ha perso il lavoro e che non trova nessuno che dia risposte, che dica loro qualcosa.
E allora cosa rimane? Solo la rabbia
«.. contami piuttosto della manifestazioni». 
Prima d'arrispunniri Fazio sturcì la vucca e allargò le vrazza.«Dottore, ancora 'na vota, che ci aio a diri? Vidissi che alle manifestazioni non c'erano sulo operai delle fabbriche che stanno chiuenno, ma c'erano macari la genti comuni, e chista è la vera tragedia. Ci stavano i picciotti che non hanno sprnza d'attrovari travaglio. Aio arracconosciuto, per esempio, macari 'na poco di cumpagni di scola e autri amici mè, maritati, patri di famiglia, 'mpiegati, laureati che hanno pirduto il travaglio e non hanno nisciuna possibilità d'arritrovarlo. Se le cosi continuano accussì l'unica è tornari a fari 'n'autra vota l'emigranti».
«Raggiuni hai, Fazio. E forsi chista sarebbi la meno, pirchì se a 'sta genti gli sàvuta il firticchio di sfogari tutta la raggia che si portano dintra capace che sta facenna finisci veramenti a schifio. Se non sei 'n condizioni di dari da mangiari a to' figlio, sei pronto a fari la qualunqui».. 
Andrea Camilleri, Il metodo Catalanotti - Sellerio

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