28 giugno 2018

Quello che l'Europa e l'Italia non vuol vedere sull'immigrazione

Oggi l'ennesimo vertice Europeo sull'immigrazione che potrebbe portare all'ennesimo nulla.
Nulla inteso come nessuna decisione comune, tanti buoni propositi, nessuna scelta di politica europea su come gestire i flussi migratori secondo una politica che rispetti sia la dignità delle persone e che non ricada sulle spalle dei pochi paesi che fino ad oggi si sono fatti carico del problema.
Italia e Grecia in primis.

L'unica cosa su cui parte dei paesi europei sono d'accordo è che ora, in questo momento storico, i profughi, gli immigrati (economici o altro) non li vuole più nessuno.
E nemmeno le ONG che, col loro operato, impediscono alle motovedette libiche di fare quello per cui sono state finanziate anche da noi civili Europa: respingere questi disperati per tenerli nei campi libici per spremerli fino in fondo.
Perché questo è quello che succede in Libia, mentre noi rallegriamo del calo degli sbarchi sulle nostre coste, sul fatto che rimandiamo indietro i gommoni consegnando i migranti alla guardia costiera libica.
Ma in Libia c'è l'UNHCR, che controlla i campi - dice il buon Di Maio - a chi gli contesta i respingimenti: ma quanti campi sono aperti ai controlli?
Sembra che in questo momento politico, dei Trump e dei Salvini, della linea dura contro la solidarietà, dove essere umani nei confronti del prossimo è un reato (quello contestato dalle procure di Catania e Messina alle ONG, in indagini che non hanno portato a nulla finora) non ci siano alternative.

Ecco, almeno dobbiamo essere consapevoli di quello che sta succedendo là, ai nostri confini, nel Mediterraneo, nelle carceri libiche.
E' quello che i giornalisti Francesco Viviano e Alessandra Ziniti ci raccontano nel libro uscito per Chiarelettere: "Non lasciamoli soli: Storie e testimonianze dall’inferno della Libia. Quello che l’Italia e l’Europa non vogliono ammettere".

La prefazione del libro è dell'ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini:

Ciò che trovo grave e imperdonabile nella persecuzione nel contrasto dell'attività di soccorso delle ONG è il messaggio trasmesso ai giovani, che invece dovrebbero essere sensibilizzati alla cultura della sacralità della vita e dei diritti, dei valori del volontariato, della cittadinanza attiva, della pratica del principio di solidarietà, necessaria a costruire legami e ad abbattere barriere di ogni genere.

Si racconta agli italiani che non ci sono soldi per loro, mentre si danno soldi, alloggi, hotel a cinque stelle ai finti migranti, furbetti venuti in Italia a cercare il Bengodi.
Si usano i migranti come specchietto per le allodole per nascondere quello che sta succedendo a livello mondiale: le risorse sottratte ai paesi poveri (avete mai sentito parlare del land grabbing), dei soldi che dalle casse dell'europa finanziano milizie più o meno criminali e paesi che stanno proseguendo una preoccupante deriva autoritaria come la Turchia.
Del fatto che questo mondo stanno aumentando le disuguaglianze di pochi ai danni dei tanti.
Che i soldi spesi per l'accoglienza e il salvataggio in mare non sono niente in confronto al costo dell'evasione fiscale, dell'elusione delle grandi aziende (anche grazie alla benevolenza di paesi europei come il Lussemburgo), della corruzione.
Che in Italia erano e sono gli italiani brava gente che sfruttano e fanno la pacchia sulla pelle dei migranti: nei campi quando lavorano a nero, nei finti centri di accoglienza.

Leggete questo libro, poi non potrete dire di non sapere.

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