09 luglio 2018

Succedono tante cose in questo paese

Magliette rosse.
Rolex.
Radical chic.
Porti da chiudere e soldi da recuperare.
Il congresso del PD. 
Abbiamo perso per colpa della minoranza.
Tanto rivinco io.
Dell'Utri scarcerato (il perseguitato, il condannato per un reato inesistente ha scritto Sansonetti).
Berlusconi che richiama l'ex alleato.
Salvini che si crede presidente del Consiglio, nonché ministro di Interno, Difesa e Trasporti.

Succedono tante cose in questo paese senza anche se in realtà sono pochi i movimenti, complice la calura estiva.
All'attivismo anti immigrati del super ministro Salvini ha provato a dare una risposta Libera e altre associazioni, che si sono ritrovate in piazza, unite dal simbolo della maglietta rossa. 
Un simbolo, utile al momento solo per contarsi, per far vedere che questo paese è anche altro rispetto ai "padroni a casa nostra" e a quelli che starebbero riscrivendo la storia (senza averla studiata molto).
Mentre il PD ancora è diviso sulla distribuzione delle colpe, il peso dell'opposizione, frontale, a questo governo è sulle spalle di Roberto Saviano e pochi altri: oggi lo scrittore risponde all'intervista del min Toninelli rilasciata sul Fatto Quotidiano di ieri (intervista scialba, poche domande a risposta facile).

1) L’orientamento del governo di delegare unicamente ai libici la gestione dei salvataggi in mare è folle e criminale, e non a caso si parla di recupero degli accordi stretti tra Berlusconi e Gheddafi: che bel cambiamento!
2) Il legame tra traffico di persone e Ong è da rigettare con forza (non c’è una sola prova di legame fra trafficanti e Ong), in special modo dopo il fallimento giudiziario delle elucubrazioni di Carmelo Zuccaro, ma a Toninelli e al suo burattinaio (Lei lo definisce non a torto “Cazzaro Verde”) fa comodo fare disinformazione e continuare ad alimentare falsi sospetti verso chi salva vite e in più è testimone degli esiti criminali degli accordi tra Italia e Libia
3) (e rispondo su ciò per cui mi si chiama in causa) le Ong hanno più volte effettuato salvataggi in quell’area in passato, anche con il coordinamento del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma, visto che i libici non erano in grado di farlo e non lo sono neanche adesso.

Se pensiamo di risolvere la questione migranti coi lager libici, non possiamo pensare di affrontare la guerra alle mafie: se bastasse sventolare i numeri di arresti e beni confiscati (come facevano i predecessori Maroni e Alfano), avremmo già vinto.
Serve recidere al sud (e al nord) quel legame tra mafie, colletti bianchi e politici.
Andando oltre alle baronie, ai potentati, alla raccomandazione.

Ma questo significherebbe sacrificare quei pacchetti di voti che certi signori portano in dote.
Significherebbe metter mano veramente a quel cambiamento che, di fatto, nessuno vuole.

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