11 settembre 2018

Sulla liberalizzazione delle aperture (della serie destra e sinistra sono finite)

A furia di spostarsi a destra, si finisce per rendersi irriconoscibili tra la destra originale e quella di importazione.

Per esempio sulla questione delle aperture domenicali dei centri commerciali.
La sinistra per cui non è più tabù licenziare, demansionare, respingere gli immigrati considera invece tabù chiudere i centri commerciali.

Ecco, per capire di cosa si parla, consiglio l'articolo di Cannavò sul Fatto quotidiano
Posti di lavoro a rischio
Secondo il Pd, contrario alla proposta, si rischiano fino a 30 mila posti di lavoro, secondo l’ad di Conad si arriverebbe a 50 mila. Secondo Federdistribuzione, l’associazione della grande distribuzione (300 mila addetti), i posti di lavoro che sarebbero stati creati dalla liberalizzazione degli orari – voluta dal decreto Italia del governo Monti nel 2012 – sarebbero stati, dall’introduzione della misura, circa 16.000. Quindi meno della metà di quanto sarebbe oggi l’eventuale perdita. La Confesercenti, associazione dei commercianti, calcola che con la deregulation l’occupazione è fortemente diminuita con la perdita di 108 mila posti di lavoro, comprendendo i piccoli negozianti. Infine, la Filcams Cgil sostiene che la maggior parte dei posti di lavoro creati nella Grande distribuzione, cresciuta tra il 2013 e il 2016 del 6%, sono precari.
 
Italia unica in Europa
Una tabella di Confcommercio mostra invece che per quanto riguarda la liberalizzazione degli orari domenicali, l’Italia è praticamente unica in Europa. Non si lavora la domenica in Germania a eccezione di alcuni particolari tipologie, come le panetterie, né in Francia dove solo i negozi alimentari sono aperti fino alle 13. Tutto chiuso in Olanda e in Spagna, dove si applicano delle deroghe a carattere regionale. Nella liberale Gran Bretagna solo la Scozia non ha alcuna restrizione, mentre in Inghilterra per la grande distribuzione sono concesse 5 ore di apertura tra le 10 e le 18.
 
Ricavi e profitti
Secondo la ricerca di Mediobanca del 2016, il fatturato aggregato dei maggiori operatori è aumentato nel 2016 del 2,5%, passando da 56,7 a 58,1 miliardi. “Ma il record di crescita spetta ai discount: Lidl Italia (+8%) ed Eurospin Italia (+6,8%) distanziando Esselunga (+4,4%). Margini negativi per Carrefour (-0,5%), le Coop (-0,9%) e Auchan- SMA (-3,7%).
 
L’ecommerce
Sempre secondo la ricerca Mediobanca, il grosso dell’ecommerce, che secondo gli oppositori di Di Maio sarebbe avvantaggiato dalla chiusura domenicale, passa proprio per le strutture della Gdo. “L’ecommerce food in Italia nel 2016 è cresciuto del 35% rispetto al 2015 raggiungendo un valore di 593 milioni di euro ed è previsto che oltrepassi gli 800 milioni nel 2017”. Ma, scrive la ricerca, “in tale segmento, i principali operatori tradizionali della Gdo ricoprono un ruolo preponderante e in continua evoluzione con lo sviluppo di nuovi servizi al consumatore”.

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