29 ottobre 2018

Passione per il delitto (2018) ore 12: aperitivo bis con Brizzi, Colaprico e Regina

Paolo Regina, Deborah Brizzi, Piero Colaprico e Mario Consani
(a fianco l'organizzatrice Paola Pioppi)


Dopo il vulcanico De Giovanni,l'aperitivo a base di delitti e investigazioni alla Passione per il Delitto di Erba è proseguito con tre nuovi autori

Deborah Brizzi, La stanza chiusa, Mondadori
Ritorna Norma Gigli con un nuovo, intricato caso da risolvere. Lasciata momentaneamente la Squadra Volante (o almeno così crede), si trova coinvolta in un'indagine serrata e complessa che ci conduce dentro un condominio milanese, la cui proprietaria - Edda Vargas - regge saldamente i destini di tutti i suoi inquilini. Di tutti, tranne uno.

Milano 1985. Il maresciallo Pietro Binda è in pensione, ma non è rimasto con le mani in mano: ha aperto un’agenzia investigativa nello studio di casa, e continua a inseguire la verità, costi quel che costi. E quando una splendida ragazza russa si presenta da lui con un nuovo indizio su un caso mai dimenticato e solo ufficialmente risolto, l’ex carabiniere dovrà tornare indietro nel tempo.

Paolo Regina, Morte di un antiquario, Sem.
Che cosa distingue l'antiquario dal semplice collezionista? Il gusto della ricerca tra le cose dimenticate alla scoperta dell'oggetto unico e magari irripetibile, prezioso. Ma anche la suggestione per il mistero che avvolge gli oggetti perduti e poi ritrovati: da dove vengono, chi li ha posseduti, quanta passione o dolore hanno “visto”. Testimoni muti delle vite passate, gli oggetti antichi attraversano il corso del tempo con il loro carico di segreti.

Moderatore dell'incontro, Mario Consani, che ha cominciato dalla scrittrice poliziotta, Deborah Brizzi:

Sono una poliziotta per lavoro (come la protagonista dei suoi romanzi): parte del mio lavoro è entrato in questo libro, che è un romanzo corale, ambientato a Milano, con tante storie che ruotano.
Come è nato il personaggio?
Ho lavorato per molti anni in divisa, per le strade di Milano.
Quando lavori in divisa ti rendi conto della discriminazione che esiste: per gli errori dei colleghi che adombrano il lavoro positivo fatto dagli agenti.
Ho scritto di omicidi, perché per il mio lavoro è semplice parlare di questo: la cornice del noir serve per inserire poi delle riflessioni che voglio condividere col lettore.

Parlando con altri scrittori, si diceva che certi libri funzionano perché sono tranquillizzanti: il mio non è cosi, pone delle domande sulla famiglia, sul disfunzionamento all'interno della famiglia.
Quello che noi diventiamo, come noi agiamo, dipende dalla nostra famiglia.
Le persone non nascono violente, la la violenza la assorbi (come nel lavoro del poliziotto) e questo cambia nel profondo la persona: la sovraesposizione alla violenza cambia le persone e gli esiti sono sotto gli occhi di tutti.

Al centro del romanzo c'è il tema della vendetta e della giustizia fai da te, all'interno di un condominio, che è una specie di microcosmo abitato soprattutto da donne.

Piero Colaprico Il fantasma del ponte di ferro, Rizzoli.

Colaprico è un giornalista, inventore della parola tangentopoli: scrive anche gialli, come quello pubblicato per Rizzoli con protagonista il maresciallo Pietro Binda che deve investigare su un morto trovato sotto il Ponte di Ferro sul Naviglio: i primi romanzi di questa serie furono scritti con Pietro Valpreda.
Il precedente romanzo, LA strategia del gambero, è invece ambientata in Brianza nell'oggi e parla di ndrangheta ed è molto attinente alla realtà.

Il romanzo è giocato su due livelli temporali: parte nell'oggi, la Milano del 1985, per risalire ad un delitto del 1972.
Come nasce questo personaggio?
Binda nasce con l'esigenza di Valpreda di avere un investigatore (almeno nei gialli) che capisce le persone, che le ascolta, visto che a lui non era successo così (si riferisce all'accusa di essere stato l'esecutore della strage di Piazza Fontana): Binda è un padre di famiglia, con moglie e figlio. Il passaggio tra presente e passato è una caratteristica dei libri con Binda: è un carabiniere che non fa sconti a sé stesso, nemmeno in questo romanzo.
Non si è dato pace per quel caso del 1972 risolto male: al suo ufficio da investigatore bussa una ragazza russa che vuole sapere qualcosa su questo delitto.
Delitto avvenuto 13 anni prima: sotto il ponte della Richard Ginori è stato ritrovato appeso un cadavere senza testa, in un abito color pervinca.
Questa era indagine che gli era "scivolata" via, verso una soluzione di comodo.

Non avrei voluto scriverlo questo libro, senza Valpreda: ma mentre lo scrivevo, mi accorgevo che era presente anche Pietro, con le sue uscite in milanese.
Ho dovuto scrivere un nuovo Binda perché in molti me ne avevano chiesto un nuovo romanzo e così li ho accontentati.

Questi sono libri non rassicuranti, perché raccontano la verità, mi accusano di far lavorare anche i lettori: ma è la realtà che non è rassicurante (e si riferiva alla penetrazione della ndrangheta in Lombardia).
La strategia del gambero parla di ndrangheta: di questo molti politici milanesi fanno finta di non sapere e così ho voluto scrivere un romanzo spiegandogli come funziona la mafia al nord e come si può fregarla.

*Paolo Regina, Morte di un antiquario, Sem.

Paolo Regina è docente di economia a Ferrara: il suo romanzo ha come protagonista De Nittis, capitano della Guardia di Finanza che ha che fare con un suicidio che forse è un omicidio nascosto.
Il romanzo però ruota attorno all'arte, la morte di un antiquario, capolavori perduti e ritrovati, in una ambientazione di provincia, la città di Ferrara.

Come nasce questo personaggio? Perché un finanziere?
Ho voluto fare un'operazione di sdoganamento, i finanzieri non sono persone che si occupano solo di scontrini e controlli fiscali. L'attività principale della GDF è occuparsi di riciclaggio, terrorismo, crimini sul web: De Nittis è un militare sui generis, non è inquadrato nel corpo, non è sempre ligio coi superiori, ma ha un suo modo di indagine particolare.
Sa lavorare in una sua zona grigia: è testimone del suicidio di un antiquario sospettato di riciclaggio.
Siccome l'esito delle indagini non lo convince, decide di fare una sua indagine parallela, aiutato da un giornalista che lo aiuta a districarsi in una realtà ferrarese che è molto torbida.
Ferrara ha delle barriere fisiche, le mura che separano chi sta dentro da chi sta fuori: sono barriere che separano i ceti sociali.
Ferrara è una città fatta da circoli chiusi: De Nittis fa la sua indagine in questo mondo, coi suoi metodi, non avvalendosi di dati scientifici o altro.
Come pugliese non ama molto gli accostamenti della cucina ferrarese: De Nittis è anche altro, chittarrista blues, odia la grande distribuzione (il supermercato è un luogo) ma compra dal salumiere per cercare di capire i luoghi dove vive.
Si muove senza macchina, ma con una bici e un vespone che fa riparare da un meccanismo settantenne.
Un investigatore sui generis: la trama del giallo è anche prestesto per raccontare un pezzo di provincia italiana che sta scomparendo.

Chi è l'antiquario? E' una persona che ama ricercare oggetti legati all'arte: un'idea di possesso tutta particolare.
In copertina sono raffigurate le forbici da sarto: sono l'emblema di chi ti cuce gli abiti addosso, un qualcosa che a volte ti porta alla morte.

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