02 ottobre 2018

Presadiretta – cittadini alla riscossa

Nel nuovo governo c'è un nuovo ministero, quello per la democrazia diretta, con a capo il ministro Fraccaro: la considera la sua missione politica, restituire la sovranità al popolo.
Si avverrà così la profezia di Casaleggio, verrà un giorno senza partiti e parlamento?

Ma come funziona la piattaforma Rousseau? E' manipolabile o è sicura?
Il ministro Fraccaro rassicura: pur non essendoci la sicurezza al 100%, la piattaforma è sicura.

Ma tutte le decisioni, il cuore della democrazia diretta passa da lì.
Il ministro ha risposto che gli iscritti sono decine di migliaia, una differenza forte coi milioni di voti presi dal Movimento.

Il M5S non ha milioni di attivisti, sono molti meno: le dinamiche interne portano poi al voto. Non conta il numero ma il metodo.

Peccato che Di Maio si sapeva che avrebbe vinto ..
L'accusa che si fa a Rousseau è che parte della democrazia passa ad una associazione privata (sebbene no profit).

Ogni partito può scegliere come organizzarsi - la risposta di Fraccaro.

L'altra limitazione della democrazia diretta è che tutto può essere risolto con un voto si o no.

Fraccaro ha risposto che gran parte del lavoro in Parlamento sia votare si o no: ci sono poi i voti su indulto e amnistia che non passeranno dalla democrazia diretta.
Altra proposta di Fraccaro è l'eliminazione del Quorum: qui il rischio è che si porti al centro della democrazia questioni poco importanti o che interessano solo una piccola parte del paese.

È importante vedere cosa è successo negli altri paesi dove i provvedimenti della democrazia diretta sono stati adottati: anche dall'Europa arrivano indicazioni sull'abolizione del Quorum per aumentare la partecipazione dei cittadini.

Questa settimana si discuterà di class action, di anticorruzione e di legittima difesa.

Cosa ne pensa del decreto sicurezza – l'ultima domanda di Iacona: si costruiscono clandestini e si chiudono gli Sprar.

Si sono d'accordo con questo decreto – la risposta del ministro - c'è il caos e dobbiamo portare regole e certezze ai cittadini. Con la legalità e l'ordine è più semplice poi occuparsi di accoglienza.

Ci sono in questo paese già tanti esempi di democrazia partecipata: cittadini che di fronte all'inerzia dello Stato, si sono rimboccati le maniche e hanno realizzato il cambiamento.

Cittadini alla riscossa (il link per rivedere la puntata).

Roma est, parco archeologico di Centocelle: qui si trovano tre ville romane, che la soprintendenza ha ricoperto.
Il comitato Centocelle Libero ha intenzione di riportare le ville alla luce per creare qui un grande polo culturale.

Verde, piste ciclabili, una pista per canottaggio: per realizzare il progetto serviva bonificare il parco dall'immondizia.
Il comune ha incaricato il servizio giardini di rimuovere i rifiuti, nel 2017: dopo un anno i rifiuti sono ancora lì, una discarica a cielo aperto.
Il servizio giardini non solo non è in grado di occuparsi dei rifiuti nel parco archeologico, ma anche della pulizia dei marciapiedi e delle aiuole.
Sporcizie e immondizie nei cestini, anche in zona Tuscolana.
Stessa situazione se ci si muove verso il centro: di fronte allo Stadio Olimpico, villa Pamphili, la rotonda di fronte alla Piramide Cestia e perfino il Colosseo.
Stessa situazione di abbandono, di cattiva gestione dei rifiuti, alberi non curati che sono caduti e i cui resti sono rimasti per terra.

Il verde pubblico a Roma è affidata al 59% a ditte esterne: nel 2014 le gare sono state bloccate, perché questo sistema è rientrato nell'inchiesta di Mafia capitale.
Col risultato che oggi sono i cittadini a pagare: la capitale non è in grado di gestire il suo verde, il neo assessore si è difeso sostenendo che oggi si sono preoccupati di ripristinare la legalità dentro il dipartimento.

Oggi il personale giardini è composto da 103 dipendenti: erano 1500 nel 1995.
E così ci si deve affidare alle pecore, nei parchi in campagna: peccato si siano presentati solo in due ai bandi.
Neanche con le pecore ce l'abbiamo fatta …

Oggi a Roma si fa poca gestione ordinaria: ma c'è gente che non sta a guardare dalla finestra questa situazione e si sono messi a fare quei lavori che erano in carico a comuni e province.

Paolo e Luciano sono due signori che hanno deciso di prendersi cura del parco degli acquedotti di Roma: ogni giorno ciascun membro dell'associazione che si è creata in pochi anni si occupa di un pezzo di verde pubblico.
Lo hanno fatto da soli, senza alcun contributo, contando sulle loro forze.

I volontari del movimento retake ogni giorno si danno appuntamento per rimuovere immondizia, togliere scritte sui muri: il decoro urbano che da diverso tempo non è più a capo dell'Ama lo fanno loro.
Dal 2014 si sono trasformati in una Onlus, un modello copiato in altre città d'Italia: le persone possono fare tanto coi loro comportamenti individuali, come stimolo per gli altri e per l'amministrazione comunale.
Le persone dimostrano che le cose possono cambiare: io cancello le scritte sui muri, ma poi mi aspetto da te comune una soluzione strutturale.

Simone Baglivo è un socio dell'associazione Retake che è stato premiato dal presidente Mattarella: per l'impegno e la passione che queste persone mettono ogni settimana. E anche la passione per la città.

E la sindaca Raggi? L'associazione ha chiesto al sindaco di togliere o snellire pezzi di burocrazia, per le loro attività. Servono le autorizzazioni da enti diversi (e con tempistica diversa) per rimuovere rifiuti, per togliere le scritte che imbrattano i muri.
Succede allora che ci sono persone che usano la “disobbedienza civile” per mostrare al comune che certe regole, se stupide, non devono essere rispettate.

Gli amici di Villa Leopardo sono disobbedienti: alcuni di loro sono stati multati da agenti, mentre stavano raccogliendo rifiuti per le vie di Roma.
Perché la legge dice che serve un'assicurazione per rastrellare via i rifiuti.
“In questo modo si va a castrare la volontà delle persone” .

Servirebbe un regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni: l'amministrazione deve collaborare con le associazioni, questo viene chiesto al Campidoglio. Questo mettersi in gioco, questo lavorare gratis per tutti deve essere normato in modo trasparente.
Per una collaborazione attiva tra cittadini e comune: succede già in altri comuni, come Firenze e Milano o Bologna.

Una serie di giuristi ha scritto le basi della “cittadinanza attiva”, a Bologna nel 2014: agevolazioni tributarie, aiutare i cittadini a realizzare le sue idee. Si chiede al pubblico di aiutare e coinvolgere i cittadini, perché il comune da solo non riesce più a gestire i suoi beni.

Sta tutto scritto nei “patti di collaborazione” tra comuni e associazioni: servirebbe anche nella capitale dove questo accordo ancora manca, nonostante al governo ci sia ora il governo del cambiamento del m5s.

Cosa risponde il sindaco Raggi sulle critiche al decoro e alle richieste delle associazioni romane (che rischiano le multe, che devono aspettare tempi lunghissimi per le autorizzazioni)?

Abbiamo sciolto parte delle burocrazie, il comune di Roma si fa carico delle assicurazioni e stiamo potenziando il servizio comunale del verde e del decoro.

Il regolamento per i beni comuni verrà adottato e sarà a capo del nuovo ufficio per il decoro sarà l'ente che, in modo centralizzato, gestirà tutte le richieste delle associazioni.

Perché il comune non si occupa più di decoro?

In tutte le città i cittadini si occupano di decoro, per anni l'amministrazione ha fatto passi indietro, c'è poco personale nel servizio giardini.

Non si poteva attingere ai fondi europei?

Stiamo potenziando il servizio giardini, stiamo coinvolgendo i detenuti nella cura del verde e anche i richiedenti asilo. Stiamo aprendo bandi per dare in gestione a privati la gestione del verde, dopo l'inchiesta di mafia capitale ..

Come funzionano i patti di collaborazione a Bologna?

Il comitato di via Tolone ha pulito un parco comunale, firmando un patto di collaborazione col comune: si occupa di tenere aperto il parco mentre il comune fornisce i materiali per le persone e anche un custode.
E' una sollecitazione dal basso, da parte dei cittadini, che ricorda al comune le opere che non ha fatto. Ed è anche uno strumento per avvicinare le persone al comune.

Altre mamme hanno firmato un patto col comune per aprire una sala giochi per bambini: le persone hanno un posto per far giocare i bambini e l'associazione ha avuto la possibilità di vedere riconosciuto il lavoro sul sito del comune.

Non basta più il voto e la delega in bianco: a Bologna ci sono 430 patti di collaborazione firmati col comune, c'è una grande volontà di partecipare di cittadini, sentirsi coinvolti.
A Bologna c'è un ufficio chiamato “immaginazione civica”: i tecnici del comune assieme ai cittadini spiegano come e se le loro idee possono essere realizzate.

Coi patti di collaborazione ci si può prendere cura anche delle persone: sempre a Bologna c'è un patto tra un'associazione di persone che si occupa di rammendare e sistemare abiti usati.

Napoli, rione Sanità: in questo quartiere la Camorra ha ucciso un centinaio di persone, spesso ragazzini nemmeno diciottenni.
O anche persone anziane, come il padre del signor Ernesto Albanese: dopo la morte del padre, ha raccolto 4 ml di euro per aiutare i ragazzi del quartiere.
Toglierli dalla strada, evitare che finissero nelle maglie della Camorra.
100mila euro sono stati investiti nella casa dei Cristallini: qui un'associazione si occupa di recuperare ragazzini dalla strada e riportarli a scuola.
Oppure a suonare nell'orchestra Sanitaensamble: l'anno scorso si sono esibiti davanti al papa.

Sempre grazie all'associazione AltraNapoli molti ragazzini dalla Sanità sono riusciti ad andare al mare, a fare esperienza di barca a vela.
E poi una squadra di rugby, un'etichetta musicale indipendente.

Il cambiamento arriva dal popolo quando arriva dal popolo è cambiamento vero.
La Cooperativa La Paranza è nata da un gruppo di amici che oggi si occupa delle visite alle catacombe di Napoli e del tesoro di San Gennaro.
Ciro Scognamiglio è un pasticcere, è a capo dell'associazione commercianti del rione Sanità: per il suo impegno nel quartiere ha rischiato la vita. Ma il non sentirsi solo, il sentirsi unito con altri commercianti, gli ha dato la forza di andare avanti.

Il diritto allo studio, al lavoro, ad una vita dignitosa dovrebbero essere assicurati dallo Stato. E invece oggi sono assicurati da associazioni di cittadini, quei 5 milioni di volontari che diventano ogni giorno di più.
Altro che la crisi dei partiti altro che la democrazia diretta di Casaleggio. La democrazia diretta è quella dove le persone si trovano, partecipano, compiono delle azioni che fanno del bene per tutti.
La società è oggi più matura delle istituzioni.

Non tutte le decisioni hanno una struttura binaria, si o no: questa è l'obiezione più grande che il professor Cassese fa allo strumento di democrazia diretta del M5S.
La politica è anche compromesso, la ricerca di alternative.
C'è anche il rischio che la democrazia diretta possa essere manipolata da lobbies: il referendum sulla Brexit (Europa si o Europa no) è un esempio esemplare.
O anche il decreto sicurezza: il Parlamento ne discuterà per mesi, non può essere posti di fronte ai cittadini per una scelta con un clic.

Oggi i partiti sono diventati un luogo dove inserire la democrazia, partiti che sorreggono un leader: sono oggi un anello mancante della partecipazione, devono convogliare quelle esigenze di partecipazione.

Di Rousseau si è occupato il giornalista Jacoboni nel libro “L'esperimento”: un esperimento di formazione del consenso inventato da Gianroberto Casaleggio.
Un esempio è l'alleanza con Farage nel 2014 scelta dal voto online, dove era esclusa l'opzione dei verdi (questa uscita ha sollevato molti commenti da parte di sostenitori del movimenti che sostengono che erano i verdi a non voler l'accordo).
Ci sono poi i problemi di sicurezza della piattaforma, di violazione della privacy, di rischio di manipolazione.

Ma oltre a recuperare spazi di verde pubblico ci sono persone che hanno salvato la propria azienda: a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, si trova la Ceramica Magica, un'azienda da 160 dipendenti e un fatturato da 50ml di euro. Dopo la crisi del 2007, si trovò senza nessun cliente ma le persone che qui lavoravano hanno avuto un'idea. L'idea era quella di ripartire da soli, perché erano convinti di farcela, trasformandosi in imprenditori di sé stessi.
Nel 2011 sono ripartiti con due linee di produzione di mattonelle: l'azienda è oggi gestita da una cooperativa, la Greslab, composta dagli ex operai di Scandiano, che si occupano di fare lavorazioni per conto terzi, per gli altri marchi della zona.

Si sono messi in gioco, riducendosi lo stipendio per due anni e consegnandosi completamente nelle mani dei clienti: dopo due anni la cooperativa ha raddoppiato il fatturato e i soci sono passati da 31 a 54.

Altra storia è quella degli ex dipendenti di una società di Forlì, che in cooperativa si sono comprati i brevetti di una tecnologia antisismica, completamente made in Italy, dopo che l'azienda madre era fallita.

Ad oggi risultano attive 122 aziende recuperate dai lavoratori: 1362 posti di lavoro salvat e un giro d'affari di 162 ml di euro.
La maggior parte di queste si trovano in Emilia e Toscana, dove la storia delle cooperative ha radici antiche.
Ma è un fenomeno che si sta spostando anche al sud: ad Acerra si trova la Screensud, producono reti in acciaio, per poter entrare in produzione hanno dovuto aspettare tre anni, per problemi burocratici.
Ma ora hanno ripagato i debiti col tribunale, da cui si sono comprati macchinari e tutto ciò che serviva per partire.
Oggi i soci della cooperativa sono padroni della loro vita e del loro lavoro: hanno salvato il loro posto di lavoro e anche le loro competenze.

Da contraltare ai cittadini che si mettono in gioco ci sono altri cittadini infedeli: sono gli assenteisti, i fannulloni, quelli che timbravano e poi facevano i loro comodi.
Come è stato possibile, come mai i dirigenti dei loro uffici non hanno visto nulla?
Sono persone che minano la credibilità del pubblico: molti di questi sono poi stati licenziati mettendo poi le amministrazioni locali in difficoltà nell'erogare i servizi (come successo a Sanremo).

Cosa è mancato nella pubblica amministrazione? E' mancato un sistema di misurazione dell'operato dei dipendenti, un sistema di controllo dei processi.
Che ha tanti colpevoli, dai dirigenti, ai sindacati, a chi dovrebbe controllare e non l'ha fatto.



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