23 ottobre 2018

Report – calcio e ndrangheta (la strana alleanza)

Riparte Report con due inchieste importanti che ruotano attorno al calcio: l'intreccio tra tifo organizzato e criminalità a Torino, alla Juventus.
E la rete di conoscenze attorno al costruttore Parnasi, che a Roma vuole costruire il nuovo stadio.

L'anteprima: i disagi sui voli di Giulia Presutti
Questa estate ci sono stati 4000 voli in ritardo o cancellati: rispetto allo scorso anno sono aumentati del 105% i disagi sui voli, viene da pensare se le compagnie hanno pianificato meno voli di quelli che servivano.
Enac è l'ente che dovrebbe controllare: il vicedirettore ha dichiarato che serviranno altri mesi per controllare i dati.
L'aeroporto peggiore è quello di Roma Fiumicino, ma come fanno gli utenti a far valere i loro diritti anche in volo?
Una legge di tutela è bloccata per uno scontro attorno ad un piccolo scalo, quello di Gibilterra, che fa poche decine di voli.

La legge attuale parla di un indennizzo che si calcola in base alla distanza del volo: ma il servizio ha raccontato storie di persone che hanno aspettato anni prima del rimborso.
Le compagnie ripagano solo il volo, perché è automatico: stanno prendendo il vizietto di non pagare perché tanto, con l'attuale legge, non ci sono limiti di tempo per l'indennizzo.
E ogni volta parlano di circostanze eccezionali, come il maltempo e il passeggero non ha modo di controllare se sia una causa reale.
Proliferano società online specializzate nelle cause di rimborso: la più grande è Airhelp, che acquista dati (negati ai passeggeri) prendendoli da varie fonti, come i dati del meteo.
Un business che parte da una falla nel sistema dei rimborsi: queste società prendono commissioni sui rimborsi, fino al 25%.
E il passeggero è costretto a rivolgersi a queste “claim companies” perché Enac non è in grado di far rispettare le regole.
La legge più severa, proposta dall'Europa, è ferma per una disputa tra Francia e Spagna, per l'aeroporto di Gibilterra.
Ma in realtà Enac potrebbe fare di più, se in Parlamento fosse affrontato questo argomento senza aspettare l'Europa.

Tra l'altro Airhelp non pagherebbe nemmeno le tasse in Italia.

Una strana alleanza – Federico Ruffo

LA curva della Juventus è in mano a pregiudicati e alcuni di questi pure collegati alle mafie: gente che non ammette intrusioni esterne in curva, con cui dividersi la torta della vendita dei biglietti.

Nel 2013 spunta un nuovo cartello, Gobbi, che secondo la Digos è un segnale di un accordo tra due cartelli delle ndrine, che avevano puntato al business del bagarinaggio, biglietti venduti ai tifosi con sovrapprezzo e la società e i suoi dirigenti sapevano.
Nessuno dipendente e dirigente è stato coinvolto dall'inchiesta Alto Piemonte, ma questo vale per l'aspetto penale.
Raffello Bucci è un capo ultras, poi assunto dalla Juventus: aveva gestito per anni il bagarinaggio, era stato capo delle finanze dei Drughi.
Si è suicidato nel 2016, il giorno dopo essere stato ascoltato dai magistrati che stavano indagando sui rapporti tra mafia e calcio.
Un suicidio perché non aveva retto la tensione, ma secondo la sorella Ciccio sarebbe stato pestato prima della caduta.
Sono sparite le foto, dalla perizia ufficiale e anche gli occhiali del morto, spariti dall'ospedale.
E poi riportati da persone che si sono qualificate come dipendenti Juventus.
Un avvocato che segue le cause della squadra e il security manager.
Sull'auto di Bucci, secondo la Mobile di Torino, hanno messo le mani persone della squadra: anche questa un'anomalia strana.
Jacopo Ricca è un giornalista di Repubblica: l'ipotesi più forte è che la persona che ha preso borsello e chiavi è la stessa che ha visto Bucci prima di morire.
D'Angelo e Calvo sono stati intercettati, subito dopo la morte dell'ultras: nessuno dei due è stato ascoltato dalla procura sulle loro frasi, dove si intuisce che era terrorizzato, che forse è stato ammazzato..

L'ex capo ultras scriveva ad un ufficio di Palazzo Chigi: Bucci era un informatore dei servizi, infatti e il nome di questa persona, “gestore” è rimasto secretato.
Bucci aveva passato ai servizi informazioni sulle infiltrazioni dell'estrema destra e della ndrangheta nella curva. E quelle parole, “la mia posizione è bruciata” indica che aveva lavorato fino alla fine, fino a che forse non è stato scoperto.

Come si spiega la frenesia dei dirigenti prima di quella giornata, l'interesse dell'avvocato Turco nel materiale di Bucci?

Tra questo materiale, anche delle ricevute di giocate al Lotto e Gratta e Vinci, in una stessa ricevitoria, sempre vincenti: il sospetto degli investigatori è che si tratti di un riciclaggio di soldi sporchi.
Difficile trovare altre spiegazioni alle tre vittorie da 2111 euro, nella stessa giornata.
Negli ultimi due giorni prima di morire ha incassato 25 mila euro: ci sarebbero stati altri soldi che Bucci avrebbe fatto sparire.

Un altro ultras amico di Bucci, sostiene in modo anonimo che non si sia suicidato: si è spinto troppo oltre, coi Drughi e col loro leader, Mocciola, interlocutore della famiglia Dominello, famiglia di ndrangheta.
Un rapporto, quello tra Bucci e Mocciola, molto teso: ci sarebbe stata una lite tra i due.

Nei cellulari di Bucci ci sono le prove del bagarinaggio, i biglietti coi costi gonfiati, i rapporti con la ndrangheta: questa aveva interesse ad avere sotto controllo la curva e condizionare col tifo organizzato, la società.

Andrea Pontorno è un altro leader della curva: considerato vicino alla cosca dei Macrì, sta scontando una condanna per traffico di droga, è il leader del gruppo “Bravi ragazzi” e si occupa di fornire ai tifosi i biglietti, a prezzo gonfiato.
Guadagnando anche 40000 euro la settimana: i biglietti arriverebbero dalla stessa Juventus, a gruppi di 250, 300 biglietti per gruppo.
La Juventus era condizionata da questi ultras: Placido Barresi, condannato all'ergastolo, è uno dei re di Torino, avrebbe fatto da paciere tra le cosche, per arrivare ad un accordo.
Secondo Barresi, Bucci si sarebbe ucciso, perché sotto minaccia: avrebbero ucciso il figlio se non si fosse ammazzato.
Stessa versione di D'Angelo, in una delle intercettazioni della procura.

Cosa voleva farsi perdonare, da D'Angelo? Che Rocco Dominello era il controllore della curva, questo aveva detto Bucci ai magistrati, una confidenza ricevuta da D'Angelo stesso.

I contatti tra Marotta, ex DG e Rocco Dominello sono stati raccolti dall'inchiesta, come quelli tra Lapo Elkann e lo stesso Dominello: Lapo aveva chiesto l'appoggio a Fabio Germani e a Dominello per puntare alla presidenza della squadra.

Sempre in queste intercettazioni si tira in ballo Cannavaro, ex capitano della nazionale, e Iaquinta, centravanti della nazionale.

In una intercettazione, si sente dire da D'Angelo che concedeva questo business a Dominello perché voleva tranquillità.
Andrea Agnelli e D'Angelo hanno dichiarato di non avere contezza di chi fosse D'Angelo.
Anche perché Rocco Dominello, figlio del boss, partecipava ad incontri sulla sicurezza negli stadi in Questura. Un disoccupato che viaggiava in Jaguar: c'è la sensazione che in molti non abbiano voluto vedere certe cose.

Tutto alla luce del sole: come la bancarella dei Drughi, poco fuori lo stadio, in una zona dove il comune non rilascia licenze.
Bryan Herdocia, detto lo Squalo, è uno dei più importanti bagarini dello stadio e gestisce tutti i suoi affari da casa, per un daspo ricevuto dalla Questura.
I biglietti li riceveva dalla curva: avrebbe piazzato biglietti fino a pochi giorni fa e gli stessi drughi continuano a fare le loro vendite, anche dopo l'inchiesta giudiziaria.
Inchiesta che ha portato all'arresto di Dominello.

La Corte D'Appello scrive che la Juventus era disponibile a dare biglietti agli ultras, per tenerseli buoni, delegando ai capi pregiudicati ultras la questione sicurezza.
Boss che incassano milioni di euro mentre la squadra non si è nemmeno dichiarata parte civile.

Squadra che chiudeva due occhi anche di fronte a striscioni con frasi ingiuriose, che nemmeno dovevano entrare in curva: D'Angelo doveva trovare il modo di aggirare la sicurezza per far entrare lo striscione con la frase vergognosa su “Superga”, durante un derby col Torino.
Anche Agnelli sapeva che D'Angelo stava trattando con Bucci e Dominello, per evitare lo sciopero del tifo. Una porcheria, lo ammettono anche loro.

La Commissione Parlamentare antimafia ha redatto un rapporto secondo cui altre squadre sarebbero infiltrate dalla mafia: interessata alla vendita dei biglietti, al controllo delle curve, al consenso.
Cosa ne pensano il ministro degli Interni, il ministro della giustizia, il responsabile della FIGC, del Coni?

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